Gaeta / Tari in aumento, il consigliere D’Amante (Pd): “non è giusto pagare di più per i morosi”

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GAETA – Non è giusto che i cittadini di Gaeta, che versano correttamente la Tari, devono versare questo tributo anche per conto di coloro che sono inadempienti e morosi. A dirlo è l’ex candidato a sindaco Silvio D’Amante a margine della decisione nell’ultimo consiglio comunale che ha deliberato un l’aumento di circa un milione per i maggiorati di discarica rispetto a quanto esposto nel Pef approvato lo scorso aprile Il piano economico e finanziario “è basato su dati erronei – osserva D’Amante – Riporta per ciascuna annualità 2023, 2024, 2025 un costo CCD pari a 610.871 inesistente, tanto è vero che nella nuova proposta non c’è più. Questi 610.871 euro sono crediti Tari e Tarsu dichiarati inesigibili in sede di rendiconto dell’annualità 2021. Essi sono stati imputati come costo alla TARI del 2022, stabilendo il principio che chi ha pagato la sua Tari dovrà pagare anche per gli altri che non l’hanno pagata. Sembra aberrante ma questo dicono le carteCioè denaro dichiarato perso per l’inefficienza dell’ente che non è stato capace di recuperarlo, viene riesumato e posto a carico di chi ha già pagato, che praticamente paga due volte.”

Se il conferimento in discarica lo paga il comune qual è la convenienza per la ditta di separare i rifiuti, di organizzare una differenziata avanzata ed efficiente? Per l’ex sindaco di Gaeta “è venuto meno uno dei principi che stava alla base dell’affidamento iniziale, quando è iniziato il porta a porta. All’epoca, nel bando di gara poi aggiudicato, i costi della discarica dell’indifferenziato erano a carico della ditta, forfettizzati nell’importo dell’appalto. Essi erano calibrati su una percentuale di differenziata stabilita inizialmente: se la ditta era brava e la % di differenziata era superiore alla cifra stabilita, la ditta avrebbe ricavato un vantaggio. In caso contrario ci avrebbe rimesso. Quindi c’era uno stimolo ad aumentare le performance, tanto è vero che eravamo superato il 65%, contro l’attuale 58%. Ciò al netto degli aumenti dei costi dell’impianto, le cui fluttuazioni venivano comunque garantite”.

Il Pef ha evidenziato un aumento dei costi di smaltimento dei rifiuti a carico del comune, per il 2022, da 631 mila euro circa che stavano nel Pef pprovato ad aprile 2022 agli attuali 1,125 milioni di euro e, per il 2023 a 1.631 milioni. “Mi chiedo come possano prevedersi aumenti così consistenti dei costi per un futuro di cui non sappiamo niente, ma quello che merita di essere sottolineato è la presa in giro dei cittadini a cui, prima delle elezioni, sono stati nascosti tutti gli aumenti che oggi vengono proposti – aggiunge l’ex sindaco Pds di Gaeta – Per conservare l’importo della Tari nel 2023, non potendo più addebitare altri 610.871 euro, si paventa un aumento dei costi di discarica. Se essi non sono certi, prassi amministrativa vuole che si riporti l’ultimo dato di cui si ha contezza, anche se così facendo si avrebbe una diminuzione del gettito”.

D’Amante esprime il suo dissenso sull’impostazione che “questa amministrazione vuole dare al servizio rifiuti. Nutriamo forti dubbi che l’Arera possa consentire di caricare su chi ha già pagato gli importi dovuti da chi non ha pagato. Su questo faremo degli approfondimenti, con tutte le conseguenze che ne potranno scaturire, anche in ordine contabile”. Sul piano politico “colpisce la solerzia con cui sono stati dichiarati inesigibili i crediti Tari (sono essenzialmente quelli del 2014). Sicuramente perché, con il Pef in approvazione, dovevano essere fatti nuovamente pagare a chi ha già pagato. Quindi denaro perso per inefficienza che magicamente riappare”.

Questa solerzia non è stata usata per dichiarare inesigibili le decine di milioni di multe, la cui anzianità è maggiore rispetto alle annualità Tari? A pensar male si fa peccato, ma la risposta potrebbe essere: perché non c’è meccanismo di farli pagare ai cittadini contribuenti e perché i residui attivi delle multe sostengono il bilancio e conviene perciò conservarli” – conclude.