Latina / Il procuratore aggiunto Carlo Lasperanza si candida al Consiglio Superiore della Magistratura

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LATINA – E’ stato uno dei quattro magistrati , insieme ai sostituti Giuseppe Buontempo, Valentina Giammaria e Antonio Sgarella, a chiedere al Gip del Tribunale di Latina Giorgia Castriota l’emissione di una voluminosa ordinanza con cui è stata decapitata a sorpresa l’amministrazione comunale di Terracina. Il nome del procuratore aggiunto Carlo Lasperanza vi figura anche per un’altra situazione tutta da vagliare: l’ex sindaco ed ora deputato europeo di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini gli avrebbe chiesto un incontro (unitamente all’ex comandante della Capitaneria di porto di Gaeta Federico Giorgi per “ostacolare l’attività investigativa e i controlli della guardia costiera”). Come? Tentando di delegittimare l’operato dell’allora comandante della Guardia Costiera di Terracina Emilia Denaro invisa ad alcuni ambienti politici di Terracina.

Ora il procuratore aggiunto di Latina Lasperanza è tra i candidati al Consiglio Superiore della Magistratura. Lo si evince da una lettera che il Magistrato romano ha inviato ai colleghi in vista delle elezioni per i membri togati del Csm fissate per settembre. Definisce la sua candidatura indipendente e nella breve presentazione evidenzia come “il tratto più caratteristico” della sua carriera “la concentrazione assoluta sul lavoro e una ridotta partecipazione alla vita associativa”.

“In questi ultimi due anni, in maniera fortuita e occasionale, mi sono invece affacciato a questa vita associativa per cercare di comprenderne i motivi, le dinamiche e le finalità. Tuttavia la mia candidatura al Csm – spiega Lasperanza – nasce da una volontà di capire quali siano concretamente i margini d’azione di una persona libera da condizionamenti, in quanto ormai al termine della propria carriera, e che si ritiene indipendente da ogni logica correntizia, come testimonia la mia vita lavorativa”.

Lasperanza, con un passato alla procura di Roma dove si è occupato anche delle indagini sull’omicidio della studentessa Marta Russo uccisa alla Sapienza e sulla Banda della Magliana, dal 2017 è in servizio alla procura di Latina. Nel capoluogo pontino ha avviato indagini sul mondo dello sfruttamento del lavoro, sul fenomeno del caporalato, sui reati contro la pubblica amministrazione sul litorale laziale: da ultima – come detto – l’inchiesta che ha portato all’arresto della sindaca di Terracina in un’indagine per falso, turbata libertà negli appalti riguardanti l’affidamento in gestione di spiagge e servizi connessi alla balneazione, oltre a frodi, indebite percezioni di erogazioni pubbliche e rilevazioni del segreto d’ufficio.

Un altro ex pm di punta presso la Procura di via Ezio, Gregorio Capasso, punta il grande salto in direzione del palazzo dei Marescialli. Napoletano, 59 anni il prossimo 18 settembre, Capasso è dal 23 luglio 2018 alla testa della Procura di Tempio Pausania, in Sardegna, balzato agli onori delle cronache giudiziarie per le indagini ed il rinvio a giudizio per violenza sessuale di Ciro Grillo, il figlio del fondatore del Movimento Cinque Stelle. La sua candidatura al Csm è stata illustrata in un’altra lettera aperta: “Ho maturato una notevole, specifica esperienza nel settore requirente svolgendo le funzioni di Pm ininterrottamente dal marzo 1990 ad oggi, oltre 33 anni – scrive nel suo curriculum – in realtà giudiziarie diverse quali: Crotone, Palmi, Roma, Latina dove è stato uno dei magistrati di punta per oltre 20 anni dal 1998. In precedenza nel 1990, dopo il tirocinio da uditore presso il Tribunale e la Procura della Repubblica di Roma. Aveva assunto le funzioni presso la Procura della Repubblica di Crotone dove è rimasto sino al dicembre 1993 per poi prestare servizio presso quella di Pami.