Sud Pontino / Mitilicoltura, smaltimento irregolare di reste: la testimonianza di Legambiente e Guardia Costiera

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SUD PONTINO –  “Questa mattina con la deposizione in qualità di  testimoni degli ufficiali della Guardia Costiera di Gaeta e l’invito ad Arpa Lazio di presentarsi a quella fissata per il 19 Dicembre,  si è entrati nel vivo del processo che vede imputati, presso il Tribunale di Cassino, per il reato di inquinamento ambientale, 18 imprenditori titolari o legali rappresentanti di concessioni per l’esercizio della mitilicoltura nel Golfo di Gaeta chiamati a rispondere del reato di inquinamento ambientale per aver smaltito irregolarmente, probabilmente riversandole sistematicamente in mare dopo l’utilizzo,  un grande quantitativo reste. Vengono chiamati in questo modo  quei retini multicolore utilizzati nelle varie fasi di accrescimento delle cozze frequentemente presenti su alcune  spiagge specialmente dopo una mareggiata con grave danno per l’ecosistema marino” – comunica Dino Zonfrillo Presidente del Circolo Comprensoriale Sud Pontino di Legambiente.   
“La richiesta di rinvio a giudizio, avanzata dal Procuratore Emanuele De Franco, – precisa Zonfrillo –  era stata accolta dal Giudice dell’Udienza Preliminare Domenico Di Croce. Le indagini, coordinate personalmente dal capo della Procura di Cassino Luciano D’Emmanuele, con l’ausilio della Guardia Costiera di Gaeta, furono avviate a seguito di un esposto del Comune di Formia che segnalava il rinvenimento di una grande quantità di retini plastici ritrovati maggiormente sulla spiaggia di Vindicio ma anche a Minturno e Gaeta nei mesi invernali del 2017”.
Legambiente ammessa parte civile, per dare un segnale forte, si è costituita con il Presidente Nazionale Stefano Ciafani per delega all’Avv. Diego Aravini del CeA.G. ( Centro di Azione Giuridica di Legambiente ) come anche il Comune di Formia per delega all’Avv. Domenico Di Russo. Questa mattina – conclude Zonfrillo – hanno  testimoniato ufficiali della Guardia Costiera di Gaeta fornendo particolari molto utili. Le indagini impegnarono per diversi mesi unità specializzate  anche con una serie di immersioni subacquee sul fondale dove sono gli allevamenti di mitili e a campione in tutto il Golfo con l’intento di accertare la gravità e l’estensione e possibilmente lo spazio temporale del fenomeno di inquinamento ambientale. Ci dispiace  che in questa occasione accanto alla Procura di Cassino e alla Guardia Costiera siano scesi in campo  Legambiente e il Comune di Formia ma non altri soggetti che pure erano portatori di interesse”.