Formia / Giochi del Mediterraneo, Enzo Bartolomeo nominato vice capo della delegazione azzurra

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FORMIA – Ci sarà un “pezzo” importante di Formia, per via della sua apprezzata attività manageriale, ai prossimi Giochi del Mediterraneo che, giunti alla XIX edizione, sono in programma ad Orano, in Algeria, dal 25 giugno al 6 luglio prossimo. Lo ha deciso la 1127ª riunione della Giunta Nazionale del Coni che si è svolta presso la bellissima sala della Vaccara di Palazzo dei Priori a Perugia. Il presidente del Comitato olimpico nazionale Giovanni Malagò ha annunciato che in nord africa il capo della delegazione azzurra sarà Giampiero Pastore che avrà, a sua volta, tre “vice” Danilo di Tommaso, Alessio Palombi (è di Vallercorsa, in provincia di Frosinone) ed il formiano Enzo Bartolomeo. Dopo due Olimpiadi estive (Rio de Janiero e Tokyo) e tre invernali, quella di Orano sarà la quinta manifestazione internazionale cui partecipa Bartolomeo come uno degli emergenti ed apprezzati manager del Coni. Il figlio del quattro volte sindaco di Formia la scorsa estate in Giappone era stato il primo ad arrivare a Tokorozawa e l’ultimo a tornare in Italia. Era stato un punto di riferimento dell’aspetto logistico del Coni Italiano: dall’organizzazione dell’arrivo e della partenza degli atleti e dei dirigenti azzurri al loro trasferimento, “maniacale”, dal centro pre olimpico al villaggio e nei vari campi di gara. Per Enzo Bartolomeo è stata una grande responsabilità dovendo gestire, sul piano amministrativo, una comitiva che, non potendo effettuare visite ed escursioni extra sportive per via del Covid 19, era stata chiusa in una “bolla sanitaria”. Movimenti ridotti all’osso e, soprattutto, contingentati, per qualche riguarda gli atleti qualificati, in un fazzoletto di poche ore. E il manager formiano lo sapeva: chi sgarrava avrebbe pagare multe salatissime al governo nipponico.

Il tempo di ritornare in Italia per un breve vacanza a Ventotene – quasi necessaria per i rapporti familiari della moglie – che Enzo Bartolomeo è stato quasi costretto dal Foro Italico a volare e a trasferirsi tra i primi della spedizione italiana alle Olimpiadi invernali dello scorso febbraio a Pechino. Il manager formiano aveva gestito la presenza degli atleti italiani nel villaggio di Zhangjiakou, a trecento chilometri a nord della capitale cinese: era quello più grande col maggiore numero di atleti presenti.

“Nel corso delle 18 edizioni finora disputate dei Giochi del Mediterraneo – ha commentato Bartolomeo – l’Italia è giunta al primo posto nel medagliere 13 volte a differenza delle quattro volte della Francia e di una da parte dell’ex Jugoslavia. Che siamo la nazione da battere ce lo dicono i numeri dell’ultima edizione svolta a Tarragona 2018. Abbiamo totalizzato 156 medaglie (56 ori, 55 argenti, 45 bronzi), precedendo i padroni di casa della Spagna 122 (38 ori, 40 argenti, 44 bronzi)”. Dopo i fasti di Tokyo 2021, i Giochi del Mediterraneo ad Orano in Algeria rappresentano la prima competizione internazionale senza le restrizioni imposte dal Covid. In più – tiene a precisare il vice capo missione Bartolomeo – costituiscono la prima vera tappa di avvicinamento verso i Giochi Olimpici in programma tra poco più di due anni a Parigi. Vi prenderanno parte 3390 atleti in rappresentanza di 26 paesi che si affacciano sul “mare nostrum”. Salvo defezioni dell’ultima ora, l’Europa farà affidamento su 18 Paesi con un numero di atleti che supera la metà del totale, provenienti da Albania, Andorra, Bosnia ed Erzegovina, Cipro, Croazia, Spagna, Francia, Grecia, Italia, Kosovo, Macedonia del Nord, Malta, Monaco, Montenegro, Portogallo, San Marino, Serbia e Slovenia. Partecipa poi l’Africa con 636 atleti provenienti da cinque Paesi: l’Algeria, padrona di casa, con 324 atleti, l’Egitto con 191, la Tunisia con 175 atleti e il Marocco con 137 partecipanti e la Libia con 14. Per quanto riguarda l’Asia, sarà rappresentata da 388 atleti provenienti da tre Paesi: 324 dalla Turchia, 38 dal Libano e 26 dalla Siria.

I Giochi del Mediterraneo, poi, sono organizzati sotto la supervisione del Comitato Internazionale dei Giochi del Mediterraneo (Comitée International des Jeux méditerranéens – CIJM) che ha sede ad Atene e da quest’anno è presieduto dal campione olimpico azzurro del canottaggio nonché apprezzato dirigente del centro di preparazione olimpica “Bruno Zauli” di Formia, Davide Tizzano.
Il centro di via Appia Lato Napoli ha sempre rappresentato l’università europea dello sport: non solo sudore e fatica ma anche innovazione. E non più per la sola atletica leggera anche per altre discipline, anche per quelle che si praticano sulla neve. A credere in questa multidisciplinarità è proprio Davide Tizzano, un napoletano che a Formia vive stabilmente dal 2014 , da quando ha ricevuto la guida del “Bruno Zauli” per svecchiarlo e rilanciarlo.

Tizzano a Tokorozawa, in Giappone, era tornato al suo primo mestiere, quello di responsabile del centro preolimpico che di fatto ha anticipato l’ingresso dei componenti della spedizione italiana nel blindatissimo (causa Covid) villaggio olimpico di Tokyo. Il poliedrico responsabile del Cpo “Bruno Zauli” di Formia aveva ricoperto questa mansione anche in occasione dei Giochi di Atene nel 2004 e a Rio de Janeiro nel 2016. Alle Olimpiadi ha partecipato da atleta, come canottiere, e le ha vinte a Seul nel 1988 e nel 1996 ad Atlanta, negli Stati Uniti. Saltò quelle catalane di Barcellona nel 1992solo perché non riuscì a dire di no a Raul Gardini che lo precettò come membro dell’equipaggio dell’imbarcazione italiana, “Il Moro di Venezia”, partecipante all’edizione di quell’anno dell’America’s Cup. Per la diffusione in Italia dell’importanza della più prestigiosa rassegna velica in campo internazionale e per quella che è considerata la competizione sportiva più longeva che si ricordi Formia ha svolto, non a caso, un ruolo fondamentale. Era l’inverno 1983 quando il Principe Karim Aga Khan, il presidente dello Yatching Club Costa Smeralda,e l’avvocato Giovanni Agnelli, decisero di far debuttare l’Italia l’estate successiva a Newport, negli Stati Uniti, alla coppa delle cento ghinee. Contribuirono a varare una barca davvero bella, Azzurra, che preparò la sua avventura nella Coppa America nelle acque del Golfo. In quei mesi, davvero unici, tutte le bambine che venivano al mondo a Formia avevano un nome già segnato: Azzurra.