Cassino / Delitto Serena Mollicone, interrogata Annamaria Mottola: “noi siamo innocenti” [VIDEO]

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CASSINO – Il piglio è stato determinato ed il linguaggio severo. “La mia famiglia in questa storia non c’entra nulla. Si è espressa in questi termini Annamaria Mottola nella nuova udienza, la 38°, del processo per la morte di Serena Mollicone. Dopo la gazzarra verbale di mercoledì, era molto attesa la deposizione della donna, imputata per omicidio volontario insieme al marito Franco e al figlio Marco. Ha difeso e ribadito la loro e sua innocenza e l’ha fatto rispondendo a tutte le domande che le sono state formulate nel corso di quattro ore di interrogatorio da altre due donne, i sostituti procuratori Maria Beatrice Siravo e Carmen Fusco. Per la signora Mottola, madre di Marco, Gianni, Anna e nonna di tre nipotini, Serena Mollicone, amica di suo figlio dai tempi della scuola media “anche se non frequentavano più dal 1999”, non è mai entrata nella nuova Caserma dei Carabinieri di Arce guidata dal marito Franco.

“Non so se in quella… vecchia. Comunque non è mai capitato di far accedere una persona attraverso il piantone. C’era un pulsante e pure un telecomando”.

Annamaria si era trasferita ad Arce, dalla zona di Teano, in provincia di Caserta, per seguire il marito Maresciallo. Ha definito “buoni” con le persone del posto e tra le amicizie più strette ha annoverato quella con l’attuale vice sindaco Sisto Colantonio. E Serena? “L’ho vista – ha aggiunto la donna – solo sei sette volte in diversi anni e sempre davanti il negozio del padre Guglielmo e qualche volta nei giardinetti del paese in cui ero arrivata nella metà degli anni novanta”.

La Procura ha tentato di mettere in difficoltà Annamaria sulla questione della porta del bagno dell’alloggio sfitto contro la quale – secondo la versione dell’accusa – sarebbe stata scaraventata Serena nel corso di un litigio con i suoi due familiari.

Non ricordo di una porta rotta nell’alloggio della caserma – ha aggiunto – Poi mio marito mi disse che l’aveva rotta lui dopo un litigio con Marco per il suo complicato rapporto con la scuola che aveva deciso di non frequentare più”.

La signora Mottola ha definito, invece, un’insinuazione la circostanza in base alla figlia Anna avesse avuto uno scompenso psicologico in concomitanza della morte di Serena: “Soffriva di asma da molto prima e abbiamo deciso di lasciare il Bambin Gesù di Roma e di rivolgerci ad uno specialista di Frosinone solo per questione di comodità”.

Il Pm Siravo ha chiesto perché il figlio Marco avesse deciso di portare la bara di Serena ai funerali. “Sono andati a scuola insieme, tutti i ragazzi del paese portarono la bara, si sono alternati un po’ tutti. Tutti i bambini della scuola si misero una maglia bianca e portarono un fiore bianco”.

Il rapporto, conflittuale, poi, con papà Guglielmo che fece a Franco la denuncia della scomparsa della figlia e aveva cominciato a sospettare della famiglia Mottola . Perché non ci furono querele? Ha chiesto la dottoressa Siravo. “Guglielmo aveva perso un figlia, da madre capii il suo dolore” – è stata la risposta di Annamaria.

La donna poi ha ammesso di aver saputo dell’esistenza del boschetto di Fonte Cupa solo dal processo in Corte d’Assise e dei non facili rapporti con la stampa:”Alcuni organi d’informazione hanno alimentato negli anni il sospetto contro di noi, noi che siamo innocenti“. L’unica querela fu sporta nei confronti di una giornalista che disse che il marito era stato trasferito d’ufficio dopo il caso Mollicone? “L’fatta Franco.. non ricordo”- ha risposto Annmaria che comunque si è rifiutata di rispondere alla domanda sul trasferimento del marito.

L’udienza era stata inaugurata dall’annuncio del presidente della Corte d’Assise Massimo Capurso: sono utilizzabili le dichiarazioni fatte da Marco e Franco Mottola prima di essere indagati nel marzo 2008 in occasione del brigadiere (poi suicida) Santino Tuzi e da Annamaria sino al 2011.

Il processo proseguirà mercoledì prossimo con l’audizione di otto testi consulenti delle difese e – come anticipato venerdì sera dal criminologo di parte Carmelo Lavorino nell’intervento video allega – il maresciallo Mottola la prossima settimana rilascerà dichiarazioni spontanee dopo l’annullamento del suo interrogatorio previsto per venerdì. Il presidente Capurso, rispondendo alla Procura e alle parti civili, non ha escluso che il dibattimento possa spostarsi per un’udienza all’esterno, nella caserma di Arce e nel boschetto di Fonte Cupa dove Serena venne trovata priva di vita il 3 giugno 2001.

INTERVISTA Carmelo Lavorino, portavoce collegio difensivo famiglia Mottola