Formia / Regolamento accesso agli atti, è bagarre in commissione Trasparenza

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FORMIA – Fermatevi prima che sia troppo tardi! La neo segretaria comunale Marina Saccoccia ha fatto fatica a gestire il suo imbarazzo nell’audizione di cui è stata protagonista nella commissione Trasparenza alla vigilia della discussione e approvazione giovedì pomeriggio nel consiglio comunale di Formia del discusso regolamento per l’accesso agli atti amministrativi da parte dei consiglieri comunali. Sul piano politico è molto attesa ora il comportamento della maggioranza dopo la linea aperturista promossa lunedì sera sempre in consiglio comunale nei riguardi delle minoranze per quanto riguarda la futura destinazione d’uso, da definire tra tutte le forze politiche, dell’ex Albergo Marina di Castellone ora di proprietà comunale dopo il suo trasferimento da parte dell’Agenzia nazionale sui beni confiscati alla criminalità organizzata

In commissione trasparenza la dottoressa Saccoccia, non rispondendo, ha detto in pratica come non sia obbligatorio, perché non lo contempla alcuna norma di legge, che le istanze di accesso agli atti vadano indirizzate soprattutto al sindaco del comune di Formia Gianluca Taddeo.

Da qui tutte le forze politiche d’opposizione (Partito Democratico, Guardare Oltre, Prima Formia, Un’altra città e Formiamo il futuro) – è la prima volta che avviene dall’inizio della consiliatura – hanno elaborato un documento congiunto con cui chiedono che questo contestato regolamento venga ritirato dall’ordine del consiglio comunale di Formia. Almeno sino al 6 aprile quando sarà reso noto il parere, richiesto il 7 febbraio scorso dal capogruppo di Guardare Oltre Imma Arnone, della commissione di Accesso agli Atti Amministrativi del Consiglio dei Ministri.

“I consiglieri comunali hanno il diritto di ottenere dagli uffici comunali nonché dalle aziende o enti partecipati tutte le notizie e le informazioni in loro possesso utili all’espletamento del loro mandato, senza alcuna differenza rispetto alla collocazione in maggioranza e/o opposizione – si legge nel documento congiunto con cui si chiede alla segretaria Saccoccia di firmare la bozza di delibera approntata dall’assessora agli Affari Generali Chiara Avallone ma avallata sinora dalla maggioranza di centro destra – Alla luce di questa chiara è inequivocabile affermazione generalmente accettata in tutti gli Enti Locali è in tutti o contesti elettivi, perché a Formia si richiede che i Consiglieri Comunali debbano indirizzare l’istanza di accesso agli atti al Sindaco? La pretestuosa spiegazione è che il Sindaco è il titolare del trattamento dei dati: ciò significa che l’Ente si identifica nel Sindaco e tutti gli attori del processo amministrativo sono sostanzialmente sottoposti alla sua autorità. Le risposte, i documenti, le determine e/o le delibere sono per la gran parte prodotte dal lavoro dei dirigenti e dei funzionari dell’Ente ed è loro preciso compito quello di permettere la visione e l’acquisizione ai consiglieri comunali e, per le loro parti, ai cittadini tutti”.

Martedì pomeriggio ha fatto capolinea nella commissione trasparenza presieduta dal consigliere Amato La Mura anche il sindaco di Formia Gianluca Taddeo. Ha motivato la circostanza che le richieste di accesso agli atti amministrativi debbano essere inviate anche alla sua attenzione per “tutelare i legittimi interessi istituzionali dei rappresentanti delle minoranze”. In sintesi, vi garantisco io ad avere tutto quello che sollecitate. Ma ci sarebbe un’altra verità perché queste istanze debbano coinvolgere personalmente il capo dell’amministrazione: l’obiettivo è evitare di bloccare gli uffici che – ed è questa la versione avanzata – per sbrigare queste richieste starebbero rallentando l’intera azione burocratico-amministrativa.

Le minoranze, che dall’inizio della consiliatura hanno protocollato soltanto un paio di richieste di accesso agli atti, sostengono che il coinvolgimento del sindaco nella formalizzazione delle loro istanze costituisce “una vera e propria censura politica necessaria ad attivare una forma di controllo che nessuna ragione di normale dialettica politico- amministrativa può limitare. Inoltre, la dilazione dei tempi previsti per le relative risposte potrebbe determinare la perfetta inutilità della risposta stessa, specie in quei casi nei quali l’urgenza della risposta è indispensabile alla efficacia della stessa azione politico-amministrativa”. Le minoranze a distanza di sole 48 ore dall’apertura del sindaco Taddeo sul futuro dell’ex albergo Marina di Castellone sperano che il Sindaco in primo luogo, ma anche l’intero Consiglio Comunale, vogliano respingere questo “pastrocchio”. In caso contrario le opposizioni sono pronte a fare altro, ad impugnare questo regolamento alla Prefettura di Latina e davanti il Tribunale Amministrativo. Con una considerazione politica chiara: una consiliatura che inizia con queste premesse “rischia di rendere complesso è problematico il rapporto tra maggioranza e opposizione”.

Una curiosità politica: la richiesta di sospendere dall’agenda consiliare di giovedì (inviata al presidente del consiglio comunale Pasquale Cardillo Cupo, al sindaco Gianluca Taddeo e alla segretaria generale Marina Saccoccia) il punto riguardante l’approvazione del nuovo regolamento per l’accesso agli atti è stato firmata ‘soltanto’ da otto consiglieri di minoranza.

Nell’ordine Luca Magliozzi e Alessandro Carta (Pd), Paola Villa (Un’altra città), Imma Arnone (Guardare Oltre), Antonio Di Rocco, Caterina Merenna e Nicola Riccardelli (Prima Formia) e Amato La Mura (Formiamo il futuro). Il secondo consigliere di questa questa lista civica, Francesco Di Nitto, ha detto di no all’invito formulatogli dal capogruppo Dem Magliozzi.

Il consigliere Di Nitto è lo stesso consigliere comunale che aveva revocato la sua adesione al ricorso al Tar per evidenziare alcune presunte irregolarità in occasione del ballottaggio del 17 e 18 ottobre scorsi. Di Nitto dice ancora di far parte della minoranza ma proprio questa mattina ha evidenziato un’altra collocazione politica. In un post su facebook ha ringraziato il sindaco e l’assessore (non è specificato) “per aver colto la segnalazione”. Quale? “La sostituzione delle armature e pali vicino la chiesa di San Giuseppe Lavoratore” nel quartiere di Rio Fresco Scacciagalline. 

In commissione trasparenza è approdata un altro argomento che, apparentemente risibile, sta facendo incrinare i rapporti tra le diverse forze politiche: il disordine che si sta creando in piazzetta Municipio presa d’assalto “dalle auto di molti assessori e rappresentanti delle maggioranza, dotati delle chiavi per alzare e abbassare la sbarra posizionata all’altezza della chiesa di S.Teresa”.

Il sindaco Taddeo si è detto pronto, in base alle richieste che gli dovessero pervenire, di concedere questo benefit. E’ insorto a quel punto il presidente della commissione trasparenza La Mura e ha chiesto al Comando della Polizia Municipale di verificare se sia o meno in vigore un’ordinanza dell’ex sindaco Paola Villa che vietava l’utilizzo di piazzetta Municipio quale area di sosta per le auto della politica. Se l’ordinanza non è stata revocata – ha annunciato il presidente La Mura – saranno investiti gli stessi Vigili urbani e, se necessario, i Carabinieri per farla applicare.