Sabaudia / Operazione “Dune”, cinque ore di interrogatorio per l’ex-sindaco Giada Gervasi

Cronaca Sabaudia

SABAUDIA – Cinque ore. E’ stata questa la durata del lungo interrogatorio di garanzia cui è stata sottoposta l’ex sindaco di Sabaudia Giada Gervasi davanti il Gip del Tribunale di Latina Giorgia Castriota nell’ambito dell’operazione Dune sulla gestione illegale di molte concessioni balneari e demaniali e sull’affidamento pilotato da parte del comune di alcuni interventi nel settore delle Opere pubbliche. Determinata al punto giusto e assistita come un angelo custode dall’avvocato Gianni Lauretti , l’ex sindaco, ad eccezione fatta di una pausa di un quarto d’ora, ha risposto a tutte le domande del Gip Castriota (erano presenti anche i Pm Sgarella e Giammaria), ponendo l’accento su un aspetto: l’amministrazione di Sabaudia aveva fretta nel 2020 ad allestire nei tempi stabiliti dalla federazione internazionale di canotaggio il campo di regate che avrebbe dovuto ospitare una prova della Coppa del Mondo.

Secondo l’accusa se ci sono stati dei ritardi è stato solo per favorire alcune e ben precise ditte. L’ex sindaco Gervasi ha escluso invece di conoscere i titolari delle ditte poi assegnatarie dei lavori da parte del comune di Sabaudia. L’ha spiegato anche che si è soffermata su una revoca in autotutela ad una società che risultò prima nella gara. Non fu una decisione per favorire la seconda classificata ma semplicemente perchè l’iniziale affidataria fu dichiarata inidonea, inesperta a realizzare i lavori previsti entro i termini necessari per l’inizio della competizione internazionale, poi rinviata di un anno a causa della pandemia. Insomma il comune di Sabaudia aveva fretta a differenza di quanto sostiene la Procura secondo la quale furono commesse delle illegittimità per incaricare ditte compiacenti.

Anche sugli stabilimenti l’ex sindaco Geravasi ha chiarito che il suo obiettivo era quello che il Comune gestisse al meglio le pratiche per evitare ricorsi senza fare alcun favoritismo. L’ex primo cittadino, incalzata dai pm Giammaria e Sgarrella, ha smentito di aver partecipato all’ormai famosa riunione segreta presso una sala dell’ex museo per definire l’affidamento di alcuni appalti del comune. “Mi sono trovata lì – ha detto Giada Gervasi – solo per salutare alcuni dei partecipanti. Tutto qui”.

Il legale dell’ex sindaco si è dichiarato parzialmente soddisfatto per l’esito di questo interrogatorio al termine del quale Giada Gervasi è uscita “molto provata ma serena”. L’avvocato Giovanni Lauretti ha provveduto intanto a formalizzare al Gip l’istanza della revoca degli arresti domiciliari “non essendoci più le esigenze cautelari”.

L’ex sindaco ha rassegnato le dimissioni dall’incarico e ha confermato alla dottoressa Castriota di aver “chiuso con la politica”. Insomma non si ricandiderà alle amministrative di maggio. E’ difficile che questa richiesta venga accolta dal Gip entro i cinque giorni alla luce del parere contrario già emesso dai due pm della Procura. E’ quasi certo che l’avvocato Lauretti chiederà al Riesame la revoca della misura dei domiciliari. La stesa richiesta è stata già presentata dalla difesa dell’ex assessore ai Lavori Pubblici di Sabaudia Innocenzo D’Erme ai giudici del Tribunale della Libertà che esamineranno il ricorso martedì 8 marzo.

A comparire prima dell’ex sindaco Gervasi davanti il Gip Castriota era stato l’ex direttore tecnico del Parco nazionale del Circeo Paolo Cassola, anch’egli finito ai domiciliari insieme ad altre 11 persone tra ex amministratori e funzionari del comune di Sabaudia e semplici imprenditori. L’interrogatorio di Cassola è durato molto meno,un’ora e mezza, quanto basta,assitito dagli avvocati Luca Giudetti e Luigi Giuliano, per ribadire la sua posizione circa gli affidamenti diretti da lui decisi per realizzare alcuni interventi nel territorio dell’area protetta. Innanzitutto ha spiegato che rientravano nella soglia minima prevista dalla legge e poi perché non c’era molto tempo a disposizione perché si temeva di perdere una serie di finanziamenti necessari per coprire quelle opere. Cassola ha spiegato allo stesso Gip che le ditte incaricate erano accreditate presso il Ministero dell’ambiente e di essersi sempre raccordato con il Rup al quale aveva fornito un parere legale, definitivo “positivo”, per poter procedere.

Se la conclusione degli interrogatori di garanzia pone fine alla prima parte processuale dell’operazione “Dune”, la Prefettura di Latina ha deciso che il comune di Sabaudia deve voltare pagina al più presto. Con le dimissioni di ulteriori sei consiglieri comunali, tutti facenti parte dell’opposizione, che si sono aggiunti a quelli della maggioranza il consiglio comunale di Sabaudia è stata dichiarato ufficialmente sciolto. Il Prefetto Maurizio Falco ha nominato quale commissario Prefettizio il Prefetto in pensione Carmine Valente che avrà l’onere di traghettare il comune al programmato voto amministrativo di primavera con il valido supporto di Maurizio Alicandro, l’alto funzionario originario di Minturno nominato lo scorso anno sub commissario al comune di Cisterna.