Cassino / Delitto Serena Mollicone, venerdì al banco dei testimoni citati cinque Carabinieri

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CASSINO  – Saranno ancora i depistaggi compiuti nella caserma dei Carabinieri di Arce durante e dopo l’omicidio di Serena Mollicone a caratterizzare venerdì la nuova udienza del processo per l’omicidio della studentessa di Arce. Chiusa la parentesi sugli accertamenti tecnico scientifici sul nastro adesivo con cui immobilizzato il cadavere della vittima e sulla porta contro la quale sarebbe stata scaraventata Serena, i Sostituti procuratori Maria Beatrice Siravo e Carmen Fusco hanno citato cinque Carabinieri, la cui audizione anticipa la quasi conclusione dell’esame della lista testi della Procura.

L’interrogatorio più importante è senz’altro quello che attende l’appuntato Ernesto Venticinque. Il 27 giugno 2001, 25 giorni dopo il delitto, sottoscrisse un’informativa insieme all’allora comandante della caserma di Arce Franco Mottola – ora tra gli imputati insieme al figlio Marco, alla moglie Annamaria, all’appuntato Francesco Suprano e al luogotenente Vincenzo Quatrale – che sintetizzava l’attività svolta dai Carabinieri il giorno della scomparsa di Serena.

E cioè su chi abbia impartito le ricerche di una Lancia Y bianca, sulle modalità di accesso alla caserma, sull’esistenza di un registro in cui venivano appuntati i nomi delle persone che vi accedevano – compresi gli addetti alla pulizie, sui servizi del Comandante, su chi possedesse le chiavi dell’alloggio in cui è avvenuto il delitto e, inoltre, sull’effettivo svolgimento di un servizio anti rapina tra le 13.30 e le 14.30 di quel giorno. Sono aspetti sui quali la Procura vuole fare chiarezza e per questo motivo ha convocato anche gli appuntati Giuseppe Di Feola e Franco Evangelista, il Maresciallo Rocco Pagliaroli (accompagnò ad Arce il comandante Mottola la mattina del 1 giugno 2001 di ritorno da Frosinone dove aveva partecipato ai preparativi per la festa dell’Arma) e l’appuntato Emilio Cuomo che raccolse molte confidenze di Santino Tuzzi nei giorni che precedettero il suicidio del brigadiere di Sora nel piazzale della diga dell’Enel di Arce.