Formia / Persi i finanziamenti del bando per il recupero di Maranola, definito “borgo in abbandono”

Attualità Formia

FORMIA –  Un’altra bocciatura che ha tanti “perché”. Sta facendo discutere l’esito della graduatoria, stilata dalla direzione “Cultura” della Regione Lazio, con cui il comune di Formia, nonostante promesse reclamizzate , si è classificato soltanto quinto a conclusione di un bando a cui l’amministrazione Taddeo era stata invitata a partecipare insieme a due soli comuni della provincia di Latina, Monte San Biagio e San Felice Circeo, (anche a loro a guida Forza Italia) per presentare un’idea progettuale di rigenerazione culturale, sociale ed economica per un borgo di propria competenza.

Le soluzioni partecipanti lo scorso 17 gennaio furono soltanto 15, frutto di tre proposte in rappresentanza di ciascuna delle cinque province laziali. La scelta di Formia giustamente era stata accolta positivamente dalla nuova amministrazione comunale anche perché i fondi a disposizione della soluzione vincitrice del bando sono davvero tanti: 20milioni di euro. L’aveva deciso la deliberazione di Giunta regionale numero 974 del 21 dicembre che, beneficiando dei fondi previsti dal piano nazionale di Ripresa e resilienza,  aveva deciso di chiamare questo progetto “Attrattività dei borghi”. La Giunta formiana lo scorso 17 gennaio naturalmente ha deciso di rispondere positivamente all’invito della Regione e, su richiesta di ben due assessori, Eleonora Zangrillo (Lavori Pubblici) e Fabio Papa (Cultura), ha concordato con la stessa Regione di sostenere un faraonico progetto di rigenerazione culturale, sociale ed economica del borgo più importante di Formia, quello collinare di Maranola.

Bisognava bruciare le tappe e, visti i tempi ristretti, ha deciso di impegnare 5000 mila euro per incaricare un accademico per coordinare la stesura del progetto, il professor Luciano De Bonis, dell’Università degli Studi del Molise. Quando gli abitanti di Maranola immaginavano che anche le pietre del “tondo” di piazza Antonio Ricca avrebbero luccicato d’oro, la doccia fredda: il progetto presentato dal Comune di Formia si è classificato soltanto quinto in una classifica finale stilata con due defezioni. La prima del comune di San Biagio Saracinisco, in provincia di Frosinone, che non ha presentato più la sua candidatura, la seconda di quello di Arsoli, vicino Roma, non è stata definita ammissibile.

In questi giorni stanno effettuando salti di giubilo, invece, gli abitanti di Trevinano, è una delle frazioni di Acquapendente, comune in provincia di Viterbo che si aggiudicato il bando della Regione. Ha presentato il progetto “Trevinano Ri-Wind” che sarà sostenuto da un finanziamento di 19milioni e 996mila euro e qualche spicciolo. Per soli cinque punti (91 contro 86) ha battuto il progetto presentato dal comune di Castel di Tora, in provincia di Rieti, a favore dei Monti Antuni e quello di Capranica Prenestina, in provincia di Roma, per la rigenerazione urbana della frazione di Guadagnolo.

Solo quinto – come detto – il comune di Formia ma molto distanziato nella classifica finale. Il suo progetto ha ottenuto soltanto 75 punti che – magra consolazione tutta pontina – è servito per vincere la concorrenza interna (e politica) di San Felice Circeo e Monte San Biagio. Questa bocciatura purtroppo è figlia dei vuoti gestionali che, a livello dirigenziale, stanno condizionando l’operatività dell’apparato burocratico amministrativo del comune di Formia e, in testa, della ripartizione Lavori Pubblici. L’assessore al ramo, l’esperta e poliedrica Eleonora Zangrillo, lo sa ma, nonostante ciò, ha deciso di sfidare comuni (demograficamente) meno quotati di Formia ma politicamente più rappresentativi e protetti. Mentre il comune di Acquapendente è già impegnato a redigere lo studio di fattibilità entro il prossimo 15 marzo, questo sonoro schiaffo della Regione dovrebbe essere rivolto a chi ha deciso di chiamare in maniera quasi offensiva e folkloristica il progetto per il recupero di Maranola “Stiamo perdendo tempo” con un sottotitolo “Controcanto corale come cura per un borgo in abbandono”. I maranolesi sono offesi ma hanno una qualità e/o un difetto : non dimenticano.