GAETA – La luce si vede in fondo al tunnel ma, in considerazione dell’emergenza Covid, il peggio non è ancora passato per i tre principali porti del Lazio: Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. Quest’ultimo scalo è cresciuto del 15% rispetto al 2020 ma c’è ancora tanto da fare sul piano infrastrutturale e viaria per consegnare e ricevere in tempi celeri e puntuali le merci sui territori delle province di Latina e Frosinone.
La politica intervenga prima che non sia troppo tardi. Il presidente dell’Autorità di sistema del Mar Tirreno centrale settentrionale Pino Musolino ha convocato venerdì mattina una conferenza stampa per illustrare i dati riguardanti l’attività svolta nel corso del 2021 nei porti ricadenti sotto l’ex Authority del Lazio. Una lieve inversione di tendenza c’è stata ma – ha fatto sapere il presidente – ci potrebbero essere nel 2022 dei riflessi negativi quest’anno sul bilancio dell’ente che non ha conosciuto contraccolpi solo grazie all’arrivo dei ristori deliberati dal governo nazionale per far fronte alle perdite provocate dall’emergenza sanitaria. Un dato su tutti.
Nel 2021 il porto di Civitavecchia è stato il primo a livello mondiale per la ripartenza delle crociere, chiudendo con 519mila passeggeri, rispetto ai 205mila del 2020. Ma per tornare ai numeri del 2019- ha subito osservato il numero uno di Molo Vespucci – mancano ancora 2,1 milioni di crocieristi e circa mezzo milione di passeggeri delle autostrade del mare. Sul fronte delle merci, invece, Civitavecchia negli ultimi dodici mesi è cresciuta del 20,2% rispetto al 2020 e di quasi l’1% anche rispetto al 2019, Gaeta ha segnato un più 19% rispetto al 2020 ed un più 15% in rapporto a 2 anni fa, mentre il porto di Fiumicino risente della drastica riduzione del traffico aereo nel vicino aeroporto internazionale. I dati sulle autostrade del mare, poi, confermano il porto di Civitavecchia come uno dei principali hub del settore, che in prospettiva, è quello su cui si intende puntare per diventare il riferimento del mercato nord-africano che in futuro è senza dubbio quello che avrà maggiori margini di crescita.
In dettaglio, il traffico complessivo di merci nei porti dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale si è attestata nell’ultimo anno ad oltre 13,3 milioni di tonnellate, in crescita di circa il 18%, (pari a oltre 2 milioni di tonnellate) rispetto al 2020. A recitare un ruolo da protagonista con il 72% del traffico, pari a oltre 9,5 milioni di tonnellate (+20%; +1,6 di tonnellate), è stato ancora una volta il porto di Civitavecchia. A fare il resto con 13 ed il 14% ciascuno rispettivamente sono stati i porti di Gaeta con quasi 1,8 milioni di tonnellate movimentate (+19%; +0,3 rispetto al 2020) e quasi 2 milioni di tonnellate nel porto di Fiumicino (+10%; +0,2 in rapporto a due anni fa).
Nel porto di Gaeta lo scorso anno l’incremento del traffico complessivo è stato pari a quasi 1,8 milioni di tonnellate così articolate: oltre 1,1 milioni di tonnellate di merci liquide, +9%, e circa 630 mila tonnellate di merci solide. In particolare, il traffico di merci solide ha conosciuto un’impennata del 45% rispetto al 2020 e di oltre il 47% rispetto al 2019, pari a circa 200 mila tonnellate in più movimentate rispetto agli anni precedenti. Tra le rinfuse solide risultano in crescita tutte le principali tipologie merceologiche, mentre fanno registrare una flessione i traffici minori di fertilizzanti e prodotti chimici. Il traffico di carbone, pari a oltre 155 mila tonnellate, è cresciuto nel 2021 del 51% rispetto al 2020 ed è raddoppia rispetto al 2019. La categoria minerali grezzi, cementi e calci, pari a circa 280 mila tonnellate, ha subito un’impennata di oltre il 56% rispetto al 2020 e di oltre l’87% rispetto al 2019, i prodotti metallurgici e minerali, pari a 72 mila tonnellate complessive, del 5%, mentre la categoria altre rinfuse solide, pari a circa 50 mila tonnellate, è cresciuta del 68%. In sensibile aumento anche le altre merci movimentate in colli (big-bags) pari a oltre 30 mila tonnellate
“Apriamo l’anno – ha dichiarato nel corso della conferenza stampa il presidente dell’AdSP Pino Musolino – con un sano ottimismo, unito alla piena consapevolezza delle questioni che restano sul tappeto, a partire da quelle occupazionali per arrivare a quelle di bilancio, e del fatto che soltanto portando a termine il lavoro di riorganizzazione, riequilibrio e ristrutturazione dell’ente si potranno dare le risposte necessarie al rilancio di tutto il Network, ricreando le condizioni necessarie per creare nuovi posti di lavoro, riassorbendo quelli oggi messi a rischio dalla crisi pandemica”.