Formia / Fissata l’udienza del ricorso al Tar sull’esito del ballottaggio presentato da Amato La Mura

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FORMIA – Una sentenza – considerata rivoluzionaria del Consiglio di Stato del 14 ottobre – per chiedere la ripetizione del ballottaggio del 17 e 18 ottobre in almeno 18 dei 30 seggi del comune. L’ha allegata il candidato sindaco sconfitto Amato La Mura nel ricorso numero 794 del 18 novembre scorso con cui ha chiesto al Tar del Lazio –sezione di Latina di autorizzare un nuovo secondo turno delle elezioni amministrative che incoronarono per una manciata di voti, 37, Gianluca Taddeo quale neo sindaco di Formia. Il ricorso al Tar fa leva su una sentenza del Consiglio di Stato, di cui si chiede l’applicazione, emessa il 14 ottobre scorso, tre giorni del ballottaggio tra Taddeo e La Mura. I giudici di secondo grado della magistratura amministrativa avevano disposto la ripetizione del secondo turno relativamente ad una sezione nel comune di Postiglione, in provincia di Salerno, che elesse il proprio sindaco alle amministrative del settembre 2020.

La conclusione dei giudici del Consiglio di Stato, ora al vaglio del ricorso di La Mura presentato al Tar di Latina, è stata la seguente: “La violazione delle regole poste a presidio di legittimità, trasparenza e regolarità della votazione e dello scrutinio può implicare l’annullamento delle operazione di voto anche indipendente dalla circostanza che il ricorrente riesca a dare la prova che le irregolarità rilevate siano stati tali da aver effettivamente e concretamente inciso sul risultato elettorale finale”. In sintesi, davanti al più elementare dubbio, si torni dai cittadini. Alcuni di loro (Pietro Zerri, Antonio Bernardi, Francesco Paolo Conte, Enrico D’Angelis, Marilena Terreri, Giuseppe Racca e Giancarlo Asilo) ma anche un neo consigliere comunale di Formia, Francesco Di Nitto, hanno affiancato l’infettivologo La Mura a sottoscrivere il ricorso che, già dichiarato ammissibile, sarà discusso nel merito il 9 febbraio 2022.

Della decisione della Tar di pronunciarsi tra meno di due mesi soltanto sulla validità del secondo turno svolto il 17 ed il 18 ottobre scorsi l’hanno appreso venerdì scorso il sindaco Gianluca Taddeo e i 14 consiglieri eletti nella sua coalizione. Hanno ricevuto una Pec, una posta elettronica certificata in cui hanno appreso formalmente che il candidato sindaco La Mura vuole andare di nuovo a votare. In almeno in 18 dei 30 seggi del comune di Formia. Al termine del secondo turno il candidato sindaco di Forza Italia, di Fratelli d’Italia e di altre quattro liste civiche prevalse per 7497 voti, pari al 50,13%, contro i 7460 (49,87%) dell’infettivologo dell’Asl. La Mura, invece, sfiorò una miracolosa rimonta: recuperò 1833 preferenze a Taddeo che, rispetto al primo turno del 3 e 4 ottobre, non ottenne la riconferma elettorale di 47 cittadini.

Il Tar il 9 febbraio sarà chiamato a valutare la legittimità del verbale dell’ufficio centrale elettorale con cui furono proclamati, a seguito del ballottaggio, il neo sindaco di Formia e i neo 24 consiglieri comunali. E’ stato anche sollecitato l’annullamento dei verbali delle operazioni elettorali compiute – come detto – in 18 dei 30 seggi in cui i formiani si recarono per prendere parte al ballottaggio. Sono i numeri 3, 4, 5, 6, 8, 9, 10, 11, 13, 15, 17, 18, 19, 20, 22, 24, 25 e 30. Si trovano ubicate a macchia di leopardo sull’intero territorio comunale, dalla centralissima via Rubino alle frazioni di Maranola e Trivio (dove stravinse, a sorpresa, il sindaco Taddeo) passando per la scuola elementare De Amicis nel quartiere di Mola. Il firmatario del ricorso al Tar è l’avvocato Evaristo Maria Fabrizio, un amministrativista di Roma indicato al candidato sindaco La Mura dall’ex sottosegretario di Stato al Mef e coordinatore regionale della Lega Claudio Durigon. Semplicemente perché l’avvocato Fabrizio lavora e collabora con lo stesso studio legale dei Parioli di cui è (stato) titolare il successore al Mef dello stesso Durigon, Federico Freni.

L’avvocato Fabrizio contesta una serie di illegittimità nella procedure elettorali nel senso che – a suo dire – ci sarebbe stata, su tutte, un’incongruenza numerica tra il numero degli votanti e la differenza tra le schede votate e quelle autenticate in occasione dell’apertura dei seggi sabato 16 ottobre. Le considerazioni cui arriva l’avvocato Fabrizio nel chiedere al Tar la ripetizione del ballottaggio in 18 sezioni sono decisamente impegnative. Non esclude che la tornata elettorale di Formia possa essere stata “influenzata – dato l’alto numero di schede autenticate ma non utilizzate di cui non v’è traccia – dalla cosiddetta ‘scheda ballerina’”. Anche una sola, formalmente “è idonea a viziare, nell’arco di una giornata elettorale, anche più di una decina di voti …sì da ledere irrimediabilmente la genuinità del risultato elettorale”. Per il dottor La Mura il Tar dovrebbe entrare nel merito relativamente a quanto avvenuto la mattina del 18 ottobre presso la sezione numero 20, presso la scuola elementare nel quartiere di San Giulio. Il suo presidente, un avvocato di Formia, venne cautelativamente sospeso dopo essere stato sorpreso da un’agente di Polizia a ritirare una tessera elettorale (e non una scheda vera e propria) dal genitore di una candidata candidata nella coalizione di La Mura. Il presidente di sezione, assistito dall’avvocato Vincenzo Macari, aveva chiesto di essere interrogato spiegando al magistrato titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Alfredo Mattei, che la consegna di quella tessera fosse finalizzata soltanto a verificare una circostanza. E cioè se il suo titolare, una persona anziana, ospite di un fratello con il quale non intratteneva alcun tipo di rapporto, avesse o meno esercitato il diritto al voto. Nulla di più.

Da questo momento – secondo il ricorso al Tar – le operazioni elettorali sull’intero territorio del comune di Formia sarebbe state condizionate negativamente da una illegittimità prevista dalla normativa vigente: la violazione – o meglio – l’interruzione del silenzio elettorale. Nel ricorso al Tar sono stati allegati alcuni post facebook e messaggi whatsapp audio (con le relative trascrizioni avallate da un perito fonico) di varie persone che asseriscono che “la Polizia ha arrestato in flagranza il candidato sindaco La Mura e Antonio Di Rocco” (capogruppo uscente della Lega, ndr). Queste informazioni naturalmente non veritiere – secondo i ricorrenti – avrebbero condizionato la parte conclusiva del ballottaggio disorientando l’elettorato facendogli cambiare idea su chi votare o disertando le urne. Fu una strategia studiata a tavolino, “una campagna denigratoria – lo scrive l’avvocato Fabrizio – per bloccare la ventilata rimonta di La Mura”. Ancora il legale dell’infettivologo dell’Asl: “Questa palese azione di disturbo fu posta essere dalla coalizione di controparte e ha condizionato il voto di una buona parte del corpo elettorale. E’ stata montata proprio per arginare il trend che vedeva il ricorrente (Amato La Mura, ndr) in netto recupero rispetto al contro interessato, poi eletto”. La Mura si è dichiarato sereno ma anche pronto a presentare, se necessario, tutte le prove “possibili ed immaginabili”.

L’entourage del sindaco Taddeo ostenta serenità e tranquillità. Il Comune di Formia, di fatto, si costituirà al Tar con la propria avvocatura interna. Nei prossimi giorni assumeranno eventualmente un’analoga decisione l’ufficio centrale presso il Tribunale di Latina, la commissione elettorale di Latina e la stessa Prefettura del capoluogo pontino. Il ricorso al Tar di La Mura cita anche il commissario Prefettizio all’epoca in servizio al comune di Formia, Silvana Tizzano. Il 18 ottobre, a seggi aperti, tenne una conferenza stampa di commiato che iniziò con un’ora di ritardo, alle 13 circa. E, incalzata dai cronisti che l’attendevano, dichiarò in diretta facebook della decisione di sospendere cautelativamente il presidente della sezione numero 20. In effetti ogni consultazione elettorale propone vizi procedurali che la giurisprudenza considera “risolvibili” con la cosiddetta prova di resistenza. A Formia – secondo l’avvocato Fabrizio – sarebbe avvenuto qualcosa di più grave. O almeno a suo dire. Ha chiesto ora al Tar l’applicazione della sentenza del Consiglio Stato del 14 ottobre scorso che davanti anche alla minima perplessità circa il legittimo, trasparente e regolare svolgimento delle operazioni elettorali impone il ricorso di nuovo ai cittadini. A deciderlo ora saranno ed esclusivamente i giudici del Tar di Latina.