Formia / Centro trasfusionale dell’ospedale “D. Svizzero” senza “reperibilità notturna”, la denuncia della consigliera Villa

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FORMIA –  “Dallo scorso 8 novembre il Centro Trasfusionale dell’Ospedale Dono Svizzero di Formia chiude alle ore 20, eliminata la reperibilità notturna. Allo stato attuale, quindi, un cittadino del Distretto Sud LT-5 (che comprende i comuni di Formia, Gaeta, Minturno, Itri, Spigno Saturnia, Castelforte, Santi Cosma e Damiano, Ponza e Ventotene), che ha bisogno di una trasfusione dopo le ore 20, deve attendere che un’auto del servizio Trasporto sangue si rechi all’Ospedale Goretti di Latina per effettuare le cosiddette ‘prove crociate’ e dopo aver appurato la compatibilità, che ritorni a Formia con il plasma idoneo (solo le estreme urgenze vengono affrontate direttamente al Dono Svizzero con una riserva di sangue 0 negativo). Note sono poi, tutte le enormi difficoltà di viabilità della Pontina e dell’Appia, incidentalità e tempi di percorrenza del percorso”. La consigliera comunale del gruppo di opposizione “Un’altra città – Movimento cinque stelle” a Formia, Paola Villa, punta l’attenzione sulla situazione del centro trasfusionale dell’ospedale “Dono Svizzero” di Formia.

L’impellenza della conisgliera Villa di riaccendere i riflettori è certamente legato anche a quanto accaduto domenica scorsa nella vicina città di Minturno, dove – purtroppo ed è ella stessa a riferirlo – la raccolta di sangue è saltata “sempre per mancanza di personale”. Proprio una generale carenza di personale è stata oggetto dell’interesse di alcune sigle sindacali solo pochi giorni fa: la Fials (Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità) e Uil Fpl Latina –  che, scrivendo in merito all’argomento,  cercavano di mettere in evidenza rischi e possibilità di recupero alla questione. 

Per quanto riguarda il Centro Trasfusionale del Dono Svizzero di Formia è dal 2012 che si registrano criticità. Proprio in quell’anno una mobilitazione cittadina dell’intero Golfo di Gaeta permise di raccogliere 10811 firme per dare un segnale contro l’ipotesi di chiusura e trasformazione del centro trasfusionale. Lo ricorda la consigliera comunale Villa tra i promotori dell’iniziativa insieme al compianto Angelo Riccardelli,Presidente del Comitato Emotrasfusi Sud Pontino, e prosegue: “oggi, o meglio dall’8 novembre, ennesimo colpo, ennesima manovra per ridurre a lumicino un fondamentale e vitale servizio sanitario del territorio. Tutto avviene mentre si fanno conferenze stampa per presentare policlinici nuovi, tutto avviene in un silenzio assordante di Sindaci, Consiglieri regionali, Presidente di Regione e Direttore Generale della Asl di Latina”.

“La macchina – aggiunge ancora la consigliera Paola Villa – che viene impiegata ogni giorno dalle 20.00 alle 8.00 per fare da spola tra Formia e Latina fa parte di un servizio di trasporto sangue ed emoderivati, prelievi di laboratorio e trasporto di medicinali e macchinari che la Asl ha affidato con un appalto la cui base d’asta è di 1.500.000,00 euro. Il servizio di trasporto è utile perché riguarda realtà territoriali poco collegate della nostra provincia, forse non dovrebbe essere sovraccaricato da servizi aggiuntivi, ma soprattutto da servizi che devono necessariamente restare sul territorio, come la reperibilità del Centro Trasfusionale”.

E conclude: “La richiesta fatta alla direzione generale della Asl, ai Consiglieri regionali e al Presidente della Regione Lazio è chiara: ripristinare la reperibilità del Centro Trasfusionale di Formia, dotare il centro di numero di unità di personale idoneo e stabilizzato da consentire la ripresa a regime delle donazioni e delle prestazioni sanitarie. Si spera che la richiesta venga appoggiata dai Consigli comunali dei nove comuni del Distretto LT5 e dall’intera Conferenza Sanitaria provinciale. Ovviamente non ci fermeremo davanti a parole rassicuranti ma solo dopo risposte chiare, concrete e reali, fatte di fatti”.