Cassino / Delitto Mollicone, sullo sfondo della prossima udienza ancora la morte del brigadiere Tuzi

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CASSINO – Il misterioso suicidio di SantinoTuzi avvenuto l’11 aprile 2008nel piazzale della diga di Sant’Eleuterio di Arce sarà ancora sullo sfondo della nuova udienza del processo per la morte di Serena Mollicone in programma venerdì mattina davanti la Corte di assise del Tribunale di Cassino.

Se il luogotenente Gabriele Tersigni, il Comandante della stazione dei Carabinieri di Fontana Liri presso la quale lavorava Tuzi da un anno, ha confermato come il brigadiere di Sora temesse di essere arrestato preoccupato di un suo possibile coinvolgimento nel delitto avvenuto il 1 giugno 2001, queste perplessità dovrà ribadirle o meno in aula Annarita Torriero,la donna che all’epoca dei fatti aveva una relazione extraconiugale con il militare. La Torriero sarà sen’altro la teste più importante che sarà interrogata dai Sostituti procuratori Maria Beatrice Siravo e Carmen Fusco, i magistrati titolari del nuovo fascicolo di inchiesta sulla scomparsa prima e omicidio poi della 18enne studentessa di Arce.

Della relazione della Torriero con il brigadiere Tuzi ha già fornito importanti conferme la scorsa settimana nella sua drammatica audizione la vedova del carabiniere suicida Teresa Lupo. Ma la Procura intende chiarire due aspetti. Il primo riguarderebbe possibili confidenze che Tuzi avrebbe fatto nel corso del tempo all’amante – i due si frequentavano già nel 1998 – circa la presenza di Serena Mollicone la mattina del 1 giugno 2001 nella caserma dei Carabinieri di Arce dove – secondo la versione della Procura – la ragazza sarebbe stata uccisa dopo un’aggressione. Il secondo è relativo all’arrivo di un fascio di fiori alla Torriero la mattina del suicidio del brigadiere che, temendo la conclusione di questo rapporto extraconiugale, le avrebbe esternato tutto il suo dispiacere con la famosa scritta “Addio!”. Tuzi si è tolto la vita per questa possibile delusione sentimentale o perché non riusciva a gestire la forte pressione riguardante la decisione di collaborare con la Procura di Cassino su cose viste sette anni prima? Nell’elenco dei testi citati dai Pm Siravo e Fusco ci sono anche Giovanni Peruzzi, il figlio della signora Torriero,i marescialli dei Riis Luca Torresi e Flavio Baratta che eseguirono gli accertamenti nella Fiat Brava in cui Tuzi si sparò al cuore con la sua pistola d’ordinanza ed il medico legale Costantino Cialella che, per conto della stessa procura, eseguì l’autopsia sul cadavere del Carabiniere suicida