Cassino / Omicidio Serena Mollicone, la lunga deposizione del luogotenente Evangelista

Cassino Cronaca

CASSINO – Annotazioni dei servizi di quel primo giugno 2001 pieno di contraddizioni, un memoriale dei servizi interni che è sparito, un clima che, all’interno della caserma dei carabinieri di Arce, muta non appena arriva la sentenza di assoluzione per Carmine Belli. Il luogotenente Gaetano Evangelista, in qualità di chiave dell’accusa ha raccontato tutto questo nellla nuova udienza per l’omicidio di Serena Mollicone nell’aula della corte d’assise del tribunale di Cassino. E’ stata una deposizione importantissima quella dell’ufficiale che dal 2004 al 2020 ha guidato la stazione dei Carabinieri di Arce laddove – secondo la Procura – sarebbe avvenuto l’omicidio della 18enne studentessa di Arce.

Il luogotenente Evangelista è stato – come da previsione – un fiume in piena: ha parlato del suo arrivo nel 2004, del passaggio di consegne con il maresciallo Quatrale, che dirigeva la stazione in quel momento, di un sopralluogo all’interno del famoso appartamento libero della caserma fatto con Suprano, durante il quale notò una porta rotta, senza darci peso. Ha spiegato che in quasi tre anni ha lavorato per contrastare lo spaccio di droga, con tanti arresti, ha descritto un clima sereno, fino a quando il carrozziere Carmine Belli non venne assolto. Da qual momento – ha commentato – tutto cambiò, soprattutto negli atteggiamenti di Tuzi e Suprano, ha detto in aula. È in quel momento, alle fine del 2006, che l’appuntato Venticinque lo invitò ad iniziare ad indagare sulla morte di Serena, sulla caserma in particolare. Ne scaturirono due informative alla Procura di Cassino, nel febbraio e nell’ottobre del 2007: sono quelle che danno di nuovo il via alle indagini e che mettono al centro la caserma ed i carabinieri.

Evangelista ha parlato di evidenti incongruenze nelle note di servizio dei carabinieri di quel giorno, delle indagini che si riaprono improvvvisamentre, di Tuzi che viene ascoltato e dice di aver visto Serena entrare in caserma, della telefonata ricevuta il giorno in cui Tuzi si è suicidato. Una lunga giornata, terminata solo con l’esame da parte dei sostituti procuratore Beatrice Siravo e Carmen Fusco. Per il controesame bisognerà aspettare venerdì prossimo ma le difese ed il criminologo nominato da Annamaria, Franco e Marco Mottola, il professor Carmelo Lavorino, ma anche i legali difensore di Quatrale, gli avvocati Candido e D’Arpino, hanno definito la ricostruzione degli atti di indagine del luogotenente Evangelista “fondata su deduzioni personali ed illazioni non supportate da atti investigativi certi e oggettivi”.  Venerdì prossimo nella prossima udienza evidenzieremo tante ed evidenti contraddizioni.