Cassino / Delitto Serena Mollicone, nuova udienza in programma per domani

Cassino Cronaca

CASSINO  – Qual era il clima venutosi a creare e che si respirava nella stazione dei Carabinieri della Stazione di Arce negli anni successivi al delitto di Serena Mollicone nel luogo in cui sarebbe avvenuto l’omicidio? Ci fu un eventuale depistaggio o, addirittura, un tentativo di non collaborare affatto con l’autorità giudiziaria? A questi ed altri interrogativi dei sostituti procuratori Beatrice Siravo e Carmen Fusco venerdì 1 ottobre alle 9.30 dovrà rispondere nell’udienza molto attesa del processo per la studentessa 18enne di Arce il Maresciallo Gaetano Evangelista.

E’ un personaggio molto importante secondo la Procura della Repubblica di Cassino per tentare di venire a capo, a distanza ormai di 20anni ormai, di questo delitto irrisolto. Il maresciallo Evangelista ha guidato la stazione dell’Arma di Arce dal 2004 – tre anni dopo l’omicidio di Serena – sino al 2020 prendendo il posto di Franco Mottola che, insieme al figlio Marco e alla moglie Annamaria,al Maresciallo Vincenzo Quatrale e all’appuntato Francesco Suprano,è il principale indagato, a varo titolo, dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Serena Mollicone. Il Maresciallo Evangelista è considerato con i suoi interrogatori l’artefice del cambio di direzione delle indagini della Procura di Cassino culminato con il rinvio a giudizio dei nuovi quattro indagati e l’inizio del processo davanti la Corte d’assise del Tribunale di piazza Labriola.

Il programma dell’udienza di venerdì sarà arricchito dalla deposizione di altri tre testi citati nel suo chilometrico elenco da parte della Procura di Cassino. Si tratta sempre di amici e conoscenti di Serena ma anche di Marco Mottola i cui ultimi interrogatori sono stati sempre caratterizzati da “non ricordo” o da contraddizioni più o meno palesi che potrebbero permettere alla stessa Procura di aprire ulteriori fascicoli con l’ipotesi accusatoria di falsa testimonianza.

Nella drammatica udienza di venerdì è emerso, per esempio, che Serena Mollicone due giorni prima che facesse perdere le proprie tracce era molto preoccupata e turbata. L’aveva dichiarato la cugina della studentessa di Arce, Alessandra Fraioli. Nel mirino dei sostituti procuratori Beatrice Siravo e Carmen Fusco era finito anche il contenuto di Elisa Santopadre. Ora fa l’avvocato e all’epoca dei fatti frequentava la comitiva di Serena e di Marco Mottola. Ha raccontato come trascorse la mattina del giorno in cui scomparse la studendessa di Arce: c’era il mercato e andò con una sua amica nei giardinetti dove arrivarono Marco Mottola e Davide Bove. Per la difesa questa è una ricostruzione importante perchè nell’ora presunta del delitto il figlio dell’ex comandante dei Carabinieri di Arce si trovasse in piazza in compagnia di amici.

Un altro teste, Giuseppe Dal Masso, nel 2018 aveva dichiarato di aver visto nei giorni della festa patronale di S.Eleuterio del 2001 Serena e Marco gesticolare, nei pressi del Bar “Ceccacci”, come se stessero litigando. L’uomo non ha saputo confermare questa ricostruzione e i Pm Siravo e Fusco ha chiesto al Tribunale di trasmettere alla stessa Procura gli atti sempre per falsa testimonianza

Sicuramente rilevante era stata all’inizio dell’udienza la testimonianza di Laura Ricci, ex fidanzatina all’epoca di 16 anni di Marco Mottola. L’attenzione è stata focalizza su telefonata che Marco fece a Laura. Durate la conversazione le disse che, ascoltato dalla polizia a Frosinone, aveva riferito che la mattina della scomparsa di Serena, non si ricordava i suoi movimenti, ma si che sicuramente si trovavano insieme al bar Della Valle. L’ex fidanzatina ha chiarito di non essere al bar Della Valle, semplicemente perché era a scuola”, ha riferito la donna e la Procura ha prodotto il certificato di presenza a scuole.

Secondo la Procura di Cassino Marco e Franco Mottola e la signora Annamaria sarebbero stati loro ad uccidere Serena e ad occultare il cadavere. Secondo la perizia medico legale del perito della Procura, la dottoressa Cristina Cattaneo, Serena sarebbe stata aggredita, picchiata e sbattuta con la testa contro la porta dell’alloggio della caserma di Arce in uso alla famiglia Mottola. La studentessa liceale poteva essere salvata. La Procura insegue una risposta a questi tre quesiti: chi massacrò Serena, l’ha lasciata morire soffocata opo averle inserito un sacchetto di plastica sulla testa. Fu una lenta e crudele agonia conclusa nel boschetto di Anitrella dove il corpo venne trovato il 3 giugno di 20 anni fa. Ma quanti errori e colpi di scena hanno fatto registrare le indagini su questo grave e misterioso episodio. Nel 2003 del delitto viene accusato il carrozziere di Arce Carmine Belli, in possesso di un biglietto scritto da Serena. Ma l’uomo sarà assolto in tutti i gradi di giudizio. Nel 2008 un brigadiere dei carabinieri, Santino Tuzzi, all’epoca del delitto in servizio alla stazione di Arce, si suicidò sparandosi al petto. Quattro giorni prima era stato interrogato come testimone e aveva rivelato che il giorno in cui Serena scomparve la vide entrare in caserma. La giovane potrebbe aver scoperto qualcosa di losco e sarebbe andata dai carabinieri per denunciarla. Il mistero continua.

30/09/2021 Saverio