Formia / Pronto soccorso “Dono Svizzero”, Un’altra città: “isituire le Unità territoriali di assistenza primaria”

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FORMIA – “In questo periodo estivo recarsi al Pronto Soccorso di un ospedale come il Dono Svizzero diventa una impresa ardua, ore ed ore di attesa per qualsiasi tipo di emergenza e tanti tempi che potrebbero, se tagliati, migliorare la qualità della vita e salvare delle vite. Ebbene crediamo che sia opportuno rivedere una vecchia, ma attualissima proposta, avanzata alcuni anni fa dal Ministero della Salute: istituire le UTAP (Unità Territoriali di Assistenza Primaria) che trovarono solo parziale applicazione in Italia”.  A parlarne è il movimento “Un’altra città” alla luce di una questione ciclicamente – o per meglio dire stagionalmente – si ripropone, essendo quello del “Dono Svizzero” un presidio a serivizio di una porzione territoriale ampia e, nei mesi estivi, a più alta densità di persone, per via dell’utenza vacanziera.
“Un’alta città” in campo a supporto della candidatura a Sindaco di Formia di Paola Villa alle prossime amministrative di ottobre, supporto l’idea dell’istituzione dell’ “Unità territoriale di assistenza primaria” e lascia che a spiegarne i contorni sia il dottor Montella, già dirigente medico dell’unità operativa  di Nefrologia e dialisi del “Dono Svizzero”, indicandone così i punti di forza. “L’Utap  – si legge – è una unità formata dall’associazione di più medici convenzionati (Medici di Base), che operano in una sede comune – messa a disposizione dai Comuni aderenti- , è punto di riferimento e coordinamento delle attività di alcuni specialisti, si integra al servizio di continuità assistenziale – Guarda Medica e Cad, Centro di Assistenza domiciliare –  per garantire alla comunità una presa in carico nelle 24 ore, dotata di personale infermieristico e tecnico, oltre che amministrativo e di supporto”.
“In sintesi – spiega il movimento politico nella nota –  le UTAP hanno lo scopo di: riunire in un’unica unità informatica i dati dei cittadini residenti in quel territorio; garantire interventi di primo soccorso (Visite mediche, piccola chirurgia, medicazioni, prelievi ed esami ematochimici urgenti) che alleggerirebbero e non di poco i presidi ospedalieri; attivare percorsi assistenziali (Guardia Medica, Assistenza domiciliare integrata, Visite e consulenze specialistiche domiciliari, etc.);  coordinare ed organizzare i ricoveri (riduzione dei ricoveri impropri e conseguente maggiore disponibilità di posti per ricoveri programmati ed urgenti in ospedale) e fare attività di promozione e di educazione alla salute”.
“L’intervento del Comune – si legge ancora –  comporterebbe: messa a disposizione per le UTAP delle sedi previste; aumento del numero e della prestazione oraria degli Assistenti Sociali e loro integrazione con i servizi delle UTAP anche mediante il coinvolgimento del Distretto Socio-Sanitario ed il suo personale finanziato dalla regione Lazio; intervento per rendere possibile la messa in rete telematica di tutti gli ambulatori medici coinvolti e questi con le sedi delle ASL competenti; organizzazione delle assemblee cittadine per far conoscere alla popolazione il nuovo modello organizzativo dei servizi socio-sanitari del territorio, agevolando la conoscenza dei percorsi più idonei da seguire”.
E prosegue: “La realizzazione di questo progetto comporterebbe una serie di vantaggi per l’utenza facilmente comprensibili con qualche esempio: qualunque medico di Guardia Medica, anche al primo servizio di guardia attiva, avrebbe a disposizione i dati di tutti i pazienti iscritti presso la propria UTAP, grazie all’accesso al database dei Medici di Base aderenti all’iniziativa. L’intervento sarebbe così più celere ma anche più mirato poiché il medico sarebbe a conoscenza di tutte le patologie, delle indagini già eseguite e delle terapia in corso. Il vantaggio è ancora più evidente se pensiamo alla necessità di avere informazioni sanitarie per un paziente residente in una città ma ricoverato altrove, importante soprattutto per località turistiche o ad accoglienza turistica come il nostro territorio, magari in urgenza. Interventi di piccola chirurgia (punti per ferite non complicate, medicazioni per ferite superficiali, ecc.) troverebbero soluzione presso l’UTAP, senza ingolfare il Pronto Soccorso ospedaliero, accorciando tempi di attesa e soprattutto aumentando la qualità del servizio”.
E conclude: “E’ ovvio che tale percorso andrebbe sollecitato nelle sedi ministeriali opportune, ma anche importante che in sede di Conferenza Provinciale Sanitaria il Comune di Formia si possa fare portatore di tale proposta e soprattutto lavorare con una Commissione Consiliare apposita, che già abbiamo istituito nel precedente mandato e pertanto è importante che venga confermata, affinchè lavori e spinga tale proposta a tutti i livelli coinvolgendo gli altri comuni della nostra provincia. Il problema dell’assistenza sanitaria, che oggi sembra dimenticato, deve diventare un focus importante per i comuni del nostro comprensorio, non dimenticando che l’unico presidio ospedaliero è il Dono Svizzero, e che su di esso va concentrata un’attività politica di concerto per migliorare le sue prestazioni, al netto di patti scellerati per alterare concorsi e piazzare ‘amici di partito o loro figli’ come le cronache di questi ultimi mesi ci stanno documentando”.