Omicidio Serena Mollicone: la vittima e il locale giro di spaccio, ascoltati altri tre teste

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CASSINO – “Serena mi confidò che Marco Mottola fumava spinelli e spacciava. Dovevamo andare io e Serena quel giorno a Sora ma non vedendola arrivare, andai da solo. Chiamai Guglielmo nel pomeriggio per capire cosa fosse avvenuto e mi disse che la figlia non era tornata a casa”. Sono stati questi alcuni dei punti salienti della deposizione di Michele Fioretti, il fidanzato di Serena Mollicone ascoltato per oltre un’ora dal sostituito procuratore Beatrice Siravo nel corso di un’altra udienza del processo per la morte della 18enne studentessa di Arce.

Fioretti ha ripercorso la drammatica giornata del 1 giugno 2001 quando la ragazza, che avrebbe dovuto effettuare un’ortopanoramica a Sora, fece perdere le proprie tracce. L’ex fidanzato ha ripercorso in aula le fasi della denuncia di scomparsa di Serena da parte di papà Guglielmo e delle prime ricerche cui egli stesso partecipò sino al 3 giugno quando venne rinvenuto il corpo incaprettato della ragazza in un bosco in località Anitrella. I rapporti tra Serena e Michele, poi, erano buoni – ha ricordato il teste della Procura – e, relativamente all’attività di Marco Mottola, Serena confidò sempre a Michele che il figlio del Comandante della stazione dei Carabinieri fumasse spinelli e consumasse altri tipi di sostanze stupefacenti.

Tanti ‘non ricordo’ hanno caratterizzato, invece la deposizione di Luigi Germani. Ora è un 41enne maresciallo dei Carabinieri, presta servizio presso la stazione dell’Arma di Capriate al Volturno, in provincia di Caserta. All’epoca dei fatti, per sua stessa ammissione, frequentava la comitiva di Marco Mottola, la cui ex fidanzata è diventata subito dopo sua moglie. Germani ha confermato come ad Arce ci fosse un giro di spaccio al quale era assolutamente estranea Serena e di cui la stessa studentessa prossima al diploma era a conoscenza dell’esistenza. Una ricostruzione, questa, rigettata dalla difesa di Marco Mottola che invece ha sollecitanto soltanto il ripristino della verità, di una sola verità.

La personalità della vittima è stata ricostruita in aula da Valentina Sacco. All’epoca era compagna di scuola di Serena, frequentavano entrambe il liceo pedagogico di Sora, e tra le prime cose che ha confermato in aula c’è l’esistenza di  un diario segreto su cui Serena appuntava tutto. La loro era una conoscenza di natura scolastica: “Vidi per l’ultima volta Serena il giorno prima della sua scomparsa nei giardinetti di Arce in occasione della festa patronale di S.Eleuterio. Tornavamo a casa da scuola sullo stesso pullmam, cosa non avveniva spesso la mattina. Serena chiedeva un passaggio ad un uomo sposato di San Giovanni Incarico. Aveva capito che fosse sposato dall’anello nuziale”. Valentina Sacco ha definito normali i rapporti tra Serena ed il suo fidanzato: “Andavano d’accordo e ricordo che ascoltavano la musica nei pub della zona. Serena frequentava, a differenza mia, la comitiva di cui faceva parte Marco Mottola. Ma conoscevo i suoi componenti, gli stessi che hanno partecipato ai funerali e si sono stretti al feretro di Serena”.

La teste ha smentito invece che Mottola fumasse hashish. Ha invece confermato, incalzata dall’avvocato Marsella, che Serena da un viaggio ad Erba era tornata ad Arce con tre grammi di hashish che le erano stati consegnati da una cugina cui era molto legata. Serena non era preoccupata del suo futuro ma “non frequentava ragazzi tossicodipendenti di Arce”.

Il processo per la morte di Serena Mollicone riprenderà, dopo la pausa estiva, il 10 settembre con l’audizione di ulteriori 6 testi della procura. Sinora ne sono stati sentiti solo 17 a fronte di una lista testi di 250 persone che, secondo il presidente della corte d’assise del Tribunale di Cassino Massimo Capurso, dovrebbe essere esaurita entro la fine dell’anno, entro l’udienza programmata per il 17 dicembre. Il processo si terrà ogni venerdì. Le udienze calendarizzate sono tre a settembre, cinque ad ottobre, quattro a novembre ed altre tre a dicembre ma è assai probabile che l’elenco dei testimoni venga scremata se non ridotta

Durissimo il commento, a conclusione dell’ultima udienza, del criminologo e portavoce della famiglia Mottola (sono indagati per omicidio volontario Franco e Marco e la madre di quest’ultimo Annamaria) Carmelo Lavorino: “Questo processo è basato sulle forzature prodotte dagli innamoramenti del sospetto, dell’intuizione e delle ipotesi di alcuni ‘geni’, che poi hanno coinvolto nell’errore di equipe e di casta. Il dibattimento non doveva nemmeno cominciare”. 

Lavorino ha chiesto poi l’intervento dell’ordine dei giornalisti per stigmatizzare “alcune falsità spacciate per verità” in ordine la notizia “propagata da disinformatori professionali in base alla quale il signor Michele Fioretti ha dichiarato che Serena Mollicone gli confidò che voleva denunciare Marco Mottola per attività di spaccio di stupefacenti. Si tratta dei soliti schizzi di fango contro la famiglia Mottola prodotti per depistare l’opinione pubblica e portare acqua sporca al proprio mulino. I Mottola attiveranno tutte le iniziative del caso”.