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Latina / Voto di scambio politico-mafioso, avviso di garanzia per Matteo Adinolfi (Lega)

LATINA –Matteo Adinolfi, appena ha saputo di essere indagato dalla Dda capitolina per voto di scambio elettorale politico mafioso, ha preso il primo aereo utile a Bruxelles e si è precipitato a Roma per seguire personalmente la vicenda che lo vede coinvolto nella delicata inchiesta culminata con gli arresti domiciliari dell’imprenditore Raffaele Del Prete e di uno stretto collaboratore, Emanuele Forzan, quest’ultimo da tempo commissario della Lega al comune di Sezze.

Il deputato europeo della Lega, ex coordinatore provinciale del partito, ha fatto sapere di essere orientato a chiarire la portata della accuse che gli sono state avanzate dai pm della Capitale – dal procuratore aggiunto della Dda Ilaria Calò e dai sostituti procuratori Corrado Fasanelli e Luigia Spinelli – e cioè di essere stato aiutato dai 45 mila euro versati dall’imprenditore dei rifiuti di Cisterna al clan Di Silvio alle elezioni amministrative del comune di Latina di cinque anni fa per ottenere favori elettorali, almeno duecento voti. Il parlamentare europeo della Lega ha già dichiarato di essere assolutamente estraneo alle accuse che gli vengono mosse, una teoria accusatoria che – ha fatto sapere – di tanto rispunta dopo le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Agostino Riccardo e Renato Pugliese. Il parlamentare della Lega ha anche aggiunto che non appena avrà letto con i suoi avvocati l’ordinanza di custodia cautelare sollecitata dalla Dda chiederà di essere ascoltato dai pm inquirenti: “Vediamo cosa dicono le carte, io ho fiducia nella magistratura, ma io so che non ho fatto nulla”.

Intanto i Carabinieri del locale nucleo investigativo e del reparto territoriale di Aprilia, congiuntamente al personale della locale squadra mobile, hanno notificato ad Adinolfi l’avviso di garanzia invitandolo a nominare un difensore d’ufficio in vista dell’interrogatorio che ci sarà davanti i Pm inquirenti il 20 luglio prossimo. L’attività investigativa ha consentito di accertare che il pagamento dei 45 mila euro sarebbe avvenuto in tre tranche all’interno dell’azienda operante nel settore dei rifiuti e che, in base all’accordo illecito, nessuno degli appartenenti alla famiglia Di Silvio si sarebbe dovuto presentare presso la sede del partito, per evitare di apparire come ”collettore” di voti procurati da soggetto intraneo al Clan, ma che l’imprenditore avrebbe fatto avere le comunicazioni al clan esclusivamente tramite Agostino Riccardo.

Intanto – come da previsione – l’operazione di Carabinieri e Polizia è stata accompagnata da una valanga di commenti politici.

Per la delegazione del Movimento cinque stelle al Parlamento europeo “L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma sulle elezioni amministrative per il Comune di Latina dimostra quanto vivo e forte sia il pericolosissimo intreccio politica-mafia. L’accusa di scambio elettorale politico mafioso mossa all’europarlamentare della Lega Matteo Adinolfi è gravissima e va chiarita quanto prima. I tentacoli della criminalità organizzata sulla gestione dei rifiuti non sono nuovi e per questa ragione confidiamo nel lavoro prezioso della magistratura. Una cosa è certa: in attesa di chiarire la vicenda e in attesa degli sviluppi delle indagini, tutte le forze politiche devono prendere le distanze in maniera forte e convinta contro questa grave infiltrazione nella vita politica e democratica della Regione Lazio. Fuori la mafia dallo Stato“.

Duro anche il commento della senatrice del Pd Monica Cirinnà, componente della commissione Antimafia: “Quanto sta emergendo dall’inchiesta della Dda sulle elezioni amministrative per il Comune di Latina con i relativi arresti è un quadro preoccupante. Confidiamo nell’attento lavoro della magistratura, ma se le accuse venissero confermate ci troveremmo di fronte ad un pericoloso voto di scambio che vede coinvolti politici della Lega, imprenditori e mafiosi. In particolare, l’europarlamentare Matteo Adinolfi, tramite il pagamento di 45mila euro a un imprenditore, si sarebbe aggiudicato un pacchetto di voti grazie al clan Di Salvo. Il basso Lazio, come più volte sottolineato dalla commissione Antimafia, si dimostra un territorio ad altissimo rischio di infiltrazione criminale che può condizionarne la vita politica, economia e sociale. Mi auguro che si faccia luce al più presto per consentire ai cittadini di esprimere il loro diritto al riscatto e alla rinascita”.

Il deputato di Gaeta de “L’alternativa c’è”, Raffaele Trano ha sollecitato una verifica sugli appalti vinti dalla società vicina a Raffaele Del Prete e ha auspicato che la questione morale torni al centro politico.

 

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