Formia / “Mamurra”, “Tulliola” e “Mola”: tre abiti omaggio alla città sulla passerella di “Altaroma”

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FORMIA – Ha confezionato tre abiti ispirati alla Formia che fu pensando al mondo che sarà affinchè sfilassero sulla passerella dell’ “Altaroma” nella Capitale, donandogli dei nomi che altrettanto rimandassero alla città. E’ l’avventura sartoriale della formiana Amelia Filosa – allieva diplomata dell’Accademia “Mam, Maiani Moda” – che partendo dal tema “Smart Future” – gli abiti del futuro – ha evidentemente pensato che la migliore interpretazione dell’oggi e del domani non potesse prescindere dallo “ieri”.

Così è iniziata la ricerca della sua ispirazione e sfogliando le pagine di un libro che racchiude una piccola ricerca pittorica sui costumi tradizionali, donatole da Renato Marchese, ha trovato l’idea: “il mio imput – ci racconta Amelia Filosa – è nato da abiti tradizionali di contadini e pescatori di Formia, mescolando mare e terra, ma accostandomi anche ai costumi tradizionali africani, alla luce di una collaborazione con il Burkina Faso”.

E’ nato da qui il mood della stilista – che ha tratto forza sia dalla sua passione per la moda, ma anche per il costume – che ella stessa ha intitolato “Hormiae and Story” con il quale ha omaggiato la sua città celebrandola sulla passerella dell’alta moda. Ai tre abiti che ha realizzato per l’occasione ha dato i nomi di “Mamurra”, “Tulliola” e “Mola”, concretizzando anche in questa scelta un riconoscimento alla storia di Formia.

Mamurra”, come la villa del politico/cavaliere romano di orgine formiana, vissuto in età repubblicana, eficata intorno al 50 a.C. In quello che oggi è il promontorio di Gianola; “Tulliola” come la figlia del grande orator

e Cicerone il cui mausoleo torreggia sulla collina della zona Acerbara di fronte a quello del padre; e “Mola” come il quaritiere marinaro della città. “Mi ha emozionato molto questa intuizione – ci confida ancora Amelia Filosa – e la realizzazione di queste creazioni che in qualche modo valorizzassero la nostra cittadina”

La selezione dei disegni e delle stoffe tesa a declinare l’intento di far nascere abiti legati ai costumi tradizionali di Formia ma con suggestive e affascinanti contaminazioni della tradizione africana ha fatto sì che la stilista formiana potesse “raccontare la bellezza delle donne del posto del secolo scorso”.

La donna formiana che ho immaginato – conclude Amelia Filosa – è un’interpretazione del passato guardata con la creatività del futuro”.