Rifiuti, la Regione Lazio impone il conferimento della frazione secca nella Tuscia: rischio aumento dei costi

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CASTELFORTE – L’emergenza rifiuti sul territorio laziale è stata scongiurata sino al 21 aprile ma non ci potrà essere un aggravio dei costi ai danni dei comuni e dei contribuenti del sud pontino. L’ha voluto puntualizzare in una lettera alla Regione Lazio il Centro servizi ambientali di Castelforte, destinataria giovedì sera dell’ordinanza del presidente Nicola Zingaretti che ha ufficializzato una serie di disposizioni in materia e gestione dei rifiuti urbani per evitare l’interruzione del pubblico servizio dopo l’esaurimento di alcuni invasi presso la Mad di Roccasecca.

La Regione ha investito del problema anche il Csa di Castelforte che dovrà conferire dal 6 aprile in poi la frazione secca della raccolta differenziata prodotta dai comuni del sud pontino presso gli impianti dell’Ecologia Viterbo e di Fosso Crepacuore di Civitavecchia. L’amministratore del Csa di Castelforte Enrico Giuliano ha preso carta e penna e ha scritto alla Regione ricordando che le spetta sì l’onere di stabilire le tariffe ma ora dovrà tenere in considerazione il luogo assai decentrato, Castelforte per l’appunto, da cui arriveranno , da martedì prossimo, i rifiuti destinati ai due impianti della Tuscia e di Civitavecchia. L’ordinanza del presidente Zingaretti ha previsto che i costi di smaltimento dovranno essere quelli sinora praticati dalla Mad di Roccasecca ma il Csa di Castelforte ha previsto che si sarà un aggravio di “almeno il 30%” degli oneri per quanto riguarda il trasporto dei rifiuti.

Giuliano si dichiara perplesso sulla fattibilità dell’ipotesi della Regione Lazio e, cioè, che la Provincia di Latina abbia ora un mese di tempo per realizzare un proprio ed autonomo impianto per soddisfare la propria autosufficienza nel trattamento, trasferimento e smaltimento dei rifiuti e per realizzare una rete integrata e adeguata di impianti, come previsto dal decreto legislativo 152/2006. Questo è un onere che spetta alla politica – ha concluso l’amministratore del Csa nella lettera alla Regione – ma ha specificato, concludendo, che l’impianto industriale di Castelforte prima e i comuni serviti poi non potranno accollarsi ulteriori ed ingiustificati costi prodotti dall’atteggiamento “irresponsabile” della stessa politica.