Sezze / Inchiesta “Omnia 2”, martedì gli interrogatori di garanzia sullo scandalo del cimitero

Cronaca Sezze

SEZZE – Inizieranno martedì prossimo in video conferenza gli interrogatori di garanzia per due delle undici persone finite in carcere a Sezze nell’ambito di “Omnia 2”, la delicata inchiesta che, promossa dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale e coordinata dai sostituti procuratori Carlo Lasperanza e Valerio De Luca, avrebbe accertato un’illegittima gestione del cimitero del centro lepino. Compariranno davanti il Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario l’ex custode del cimitero Franco Castaldi ed il funzionario comunale Maurizio Panfilio, sono gli unici due indagati per i quali si sono aperte le porte del carcere sulla scorta di un castello accusatorio davvero pesante che ora i rispettivi legali, gli avvocati Cesare Castaldi e Renato Archidiacomo proveranno a ridimensionare.

L’ex custode del cimitero ed il funzionario del competente settore del comune sono accusati, di fatto, di gestire in maniera illegale l’attività del camposanto del centro lepino dietro il pagamento di corrispettive somme di danaro: dalla vendita di tombe e loculi alla loro ristrutturazione e traslazione delle salme, dalla rivendita dei fiori utilizzati il giorno prima in occasione dei funerali delle persone scomparse alle minacce nei confronti di quei cittadini e operai del comune di Sezze che avevano espresso l’orientamento di far ristrutturare la propria tomba di famiglia attraverso ditte edili esterne e non facendo ricorso alla ditta del figlio di Franco Castaldi, Antonio. L’inchiesta “Omnia 2″, che si è concretizzata anche con la notifica di 15 avvisi di garanzia tra cui ad un ex Maresciallo dei Carabinieri, di un assessore in carica, di un ex consigliere comunale e un funzionario della polizia locale, è scaturita da una precedente e delicata indagine che nel febbraio 2019 aveva accertato un clamoroso giro di festini a luci rosse e di prostituzione minorile che vide coinvolti Franco Castaldi presso la sua abitazione all’interno del camposanto di Sezze.

I Carabinieri intervennero dopo le segnalazioni di un genitore di un’adolescente e per un continuo andirivieni di auto e persone soprattutto nelle ore serali. I militari del comando provinciale incapparono in un computer in cui erano sintetizzate sia l’attività legata alla baby prostituzione che quella dell’illegale gestione del cimitero, avvenuta con la compiacenza di importanti esponenti dell’apparato tecnico ed amministrativo del comune. Lo ribadisce il Gip Cario a margine delle 61 pagine della sua ordinanza. Stigmatizza…”l’attività permanente e spregiudicata di una banda che si appropria dei servizi cimiteriali in modo sistematico, sostituendosi in ogni modo all’ente comunale depredando l’ente pubblico e i privati bisognosi di sepolture”.