Formia / Pedemontana, il Cisaf chiede l’intervento delle istituzioni

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FORMIA – Una grande incompiuta resta la strada Pedemontana di Formia che da troppi e svariati decenni è argomento d’infiniti interventi politici, inconcludenti studi e progettazioni, costosi espropri e repentini annullamenti, commistioni di competenze e rimpalli di responsabilità. I fondatori e dirigenti del “Cisaf”, il Comitato permanente per l’Incolumità Stradale degli Abitanti di Formia, l’ex assessore alla mobilità del comune di Formia Gaetano Quercia e l’ex consigliere comunale Gaetano Merenna, fanno sapere ora di essere “molto rassegnati” perché dallo scorso novembre non sono stati in grado “di ricostruire compiutamente tutti i vari passaggi tecnici e l’importo complessivo inutilmente bruciato a spese della collettività dall’inizio di questa “telenovela”, né di conoscere dettagliatamente il contenuto di tanti documenti legati alla strada che avrebbe dovuto by-passare a monte il centro abitato di Formia.

Sono le delibere e le determinazioni assunte “dagli anni ottanta ad oggi”, gli studi di fattibilità e gli incarichi progettuali effettuati con allegate le relative liquidazioni; l’approvazione con le eventuali liquidazioni di tutti i progetti preliminari, definitivi ed esecutivi e i bandi delle gare di appalto espletate con la descrizione dei lavori eseguiti e liquidati, come da capitolato generale d’appalto. Questo ‘silenzio’ i dirigenti del Cisaf” l’hanno esternato in una lettera aperta inviata, tra gli altri, al Prefetto di Latina Maurizio Falco, al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, ai parlamentari e ai consiglieri regionali in provincia di Latina e al presidente della Provincia Carlo Medici. Quercia e Merenna ricordano, innanzitutto, che la Pedemontana di Formia nel 2008 fu oggetto di una convenzione tra Anas e regione Lazio in base alla quest’ultima avrebbe provveduto alla redazione del progetto definitivo con un contributo di 3 milioni di euro, mentre l’Anas avrebbe provveduto all’iter autorizzativo con una contribuzione fino ad un massimo di 2 milioni di euro. Di questi complessivi 5 milioni di euro, già sono stati liquidati alla regione 2,4 milioni per le attività di progettazione e all’Associazione temporanea d’impresa oltre 1,341 milioni di euro per indagini, prove e monitoraggi per una faraonica Pedemontana di ben 760 milioni di euro “che il CIPE non ha mai approvato stante le ingenti e necessarie risorse richieste…”

Successivamente, il comune di Formia nel 2014, per contenere gli esorbitanti costi di quel irrealizzabile progetto, propose una riduzione di lunghezza viaria economicamente e tecnicamente più sostenibile, dagli 11 chilometri iniziali del precedente progetto, a 7,9 chilometri. Questa richiesta fu recepita come intervento Anas e fu poi successivamente inserita nell’ambito del contratto di programma 2016-2020 tra Anas e Ministero delle infrastrutture e trasporti. Ma, soltanto, nell’aggiornamento del contratto Anas-Regione del 2019 con l’approvazione del Cipe fu finalmente previsto che il costo dell’opera ridimensionata risultasse di 172 milioni (di cui già finanziati 79,25 milioni e già inutilmente spesi 3,741 milioni come in precedenza illustrato), quindi con un ulteriore fabbisogno residuo di 92,74 milioni di euro. L’Anas soltanto il 6 agosto 2020 ha stipulato il contratto quadro con il progettista aggiudicatario e “non ci è ancora dato sapere – rimarcano Quercia e Merenna – se si sia proceduto anche alla stipula del contratto applicativo”. Ma non è finita. Secondo quanto ha sempre sostenuto dall’Anas la progettazione “dovrà essere ancora potenziata da uno studio preliminare ambientale, da uno studio per la valutazione dell’interesse archeologico, da controlli di sicurezza e da autorizzazioni e pareri tecnici, urbanistici ed ambientali con una previsione di appaltabilità al 2024”.

Il “Cisaf” è stanco di questa confusa situazione e ha rivolto un appello al Prefetto di Latina ma anche alla politica, locale e provinciale, finalizzato ad istituire un tavolo permanente di confronto istituzionale “per imprimere una diversa, necessariamente unitaria attenzione e accelerazione per quest’opera indispensabile, da decenni demagogicamente e fumosamente promessa”. In mancanza “di confortanti e sollecite risposte questo Comitato, “sollecitato da una popolazione sempre più esausta e insofferente, andrà a perseguire diverse strade di civile mobilitazione e tensione, non disgiunte da conflittuali azioni legali”.