Resta in carcere la tutor degli jihadisti, il Tribunale conferma la custodia cautelare

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Latina – E’ stato convalidato l’arresto in carcere per la 35enne tunisina, fermata lo scorso 18 dicembre (clicca qui per l’articolo) in un appartamento di via Nervi al termine di una complessa indagine portata avanti dal Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno della Dcpp/Ucigos e dalla Digos di Latina, su coordinamento della Procura della Repubblica di Roma. Per lei l’accusa è di associazione con finalità di terrorismo, anche internazionale, addestramento e istigazione a commettere delitti di terrorismo.

Secondo quanto riportato nell’ordinanza con la quale il Gip del Tribunale di Roma, Nicolò Marino, ne ha disposto la custodia cautelare in carcere, la donna “incitava a compiere atti terroristici inneggiando alla jihad e sostenendo come necessario il martirio e l’uso indiscriminato della violenza”.

Dalle indagini e dal materiale informatico reperito dagli investigatori della Polizia di Stato, infatti, sarebbero emersi diversi elementi probatori, in particolar modo video che la donna diffondeva su canali social e gruppi chiusi di messaggistica relativi alla creazione e preparazione di esplosivi e veleni. “Con la sua condotta – è riportato nell’ordinanza – incitava a compiere atti terroristici inneggiando alla Jihad e sostenendo come necessario il martirio e l’uso indiscriminato della violenza istigando a compiere delitti di natura terroristica e fornendo istruzioni sull’uso di materiale esplodente, armi da fuoco e altre armi, di sostanze chimiche batteriologiche nocive o pericolose”.

Un quadro sconcertante quello emerso dai primi risvolti investigativi e sul quale sta ora lavorando la Procura di Roma per ricostruire l’intera rete di contatti della 35enne.  “Dalla ricostruzione degli accadimenti, dagli esiti dell’interrogatorio dell’indagata, dei collegamenti internazionali di cui ha dimostrato di poter disporre, concreto – è riportato ancora nell’ordinanza di convalida del fermo – il pericolo di inquinamento delle investigazioni preliminari finalizzate a individuare altri pericolosi sodali. Concreto e attuale e il pericolo di recidiva palesato dal lungo periodo in cui è risultata in contatto con strutture perseguenti finalità terroristiche”.