Gaeta / “Visit India”, proiezione e incontro con la regista del documentario sui migranti indiani dell’agro pontino

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visit india 1GAETA – Venerdì 15 Maggio alle ore 20:00 in Via Indipendenza 262 presso la sede del circolo PRC “Mariano Mandolesi di Gaeta, si terrà la proiezione del documentario “Visit India” che concluderà il ciclo di film “Cenaforum Resistente 2015” organizzato dai Giovani Comunisti di Gaeta.
Per l’occasione ci sarà un incontro con la regista Patrizia Santangeli che ci introduce così il suo lavoro:  “Visit India è un viaggio nato per caso tre anni fa percorrendo la strada che costeggia il Parco Nazionale del Circeo e porta al mare di Sabaudia. Vedevo sempre più di frequente indiani in bicicletta con il turbante colorato ed era come se il paesaggio che avevo sempre frequentato prendesse una connotazione diversa da solito, soprattutto nuova. Allora ho iniziato a chiedere chi fossero e nessuno sapeva rispondere se non dicendo che erano indiani impiegati in agricoltura. A quel punto ho deciso di partire per l’India e la cosa incredibile è che sono bastati 100 chilometri da Roma per arrivare. Sopralluoghi e riprese sono stati un ottimo pretesto per sentirsi stranieri vicino casa e riscoprire quanto sia bello essere ospitati”.
Patrizia Santangeli
Patrizia Santangeli

Il documentario ha il merito di fare conoscere una realtà molto particolare con estrema semplicità: l’importanza del lavoro, la famiglia, le aspettative, la grande capacità di ospitalità e accoglienza. I migranti indiani di religione sikh che popolano l’agro pontino, costituiscono la seconda comunità più grande d’Italia.

Locandina Visit India
Locandina Visit India
Migliaia di uomini e donne che hanno tirato su famiglia qui in Italia mantenendo uno stretto legame con la cultura d’origine. Il legame garantisce il conforto e rimedia in parte al trauma del distacco dalle famiglie e dalle proprie radici, queste persone partecipano alla vita della società con la caparbia volontà di occupare il giusto posto al suo interno. Molti sono in Italia dagli anni Ottanta, hanno figli, lavorano come braccianti o mungitori.

Inevitabilmente perciò si attraversano anche le grandi e imbarazzanti questioni dello sfruttamento sul lavoro e del razzismo. Ancora una volta la conoscenza risulta l’antidoto più efficace contro intolleranza e la guerra tra poveri, che qualcuno cerca con impegno crescente di istillare anche nel nostro territorio.

Si racconta una normalità che sembra eccezionalità ma che a dire il vero ci riporta alla giusta dimensione umana, allo spirito puro che dovrebbe farci accogliere così come ci piace essere accolti.