Omicidio del piccolo Gabriel Feroleto, la seconda udienza del processo

Cassino Cronaca

PIEDIMONTE SAN GERMANO – Con la deposizione dei primi testi citati dai sostituti Procuratori Roberto Nomi Bulgarini e Valentina Maisto è entrato nel vivo, dopo l’udienza inaugurale del 22 maggio scorso, il processo davanti la Corte d’Assise del Tribunale di Cassino per la morte di Gabriel Feroleto, il bambino di soli 28 mesi che – secondo la tesi della Procura della città martire – sarebbe stato ucciso dai suoi genitori nel primo pomeriggio del 17 aprile 2019 nelle campagne in località “Volla” a Piedimonte San Germano solo perchè, piangendo, avrebbe interrotto un loro rapporto intimo in macchina.

Era regolarmente presente in aula il papà della vittima, il 50enne Nicola Feroleto – la compagna Donatella, di 28 anni, ha chiesto di essere giudicata con il rito abbreviato condizionato allo svolgimento, in corso, della perizia psichiatrica – davanti al quale è comparso per prima il medico legale nominato dalla Procura, Stefano Manciocchi. Eseguì l’esame autoptico sul cadavere del bambino, deceduto per asfissia meccanica, soffocato con una mano che gli avrebbe ostruito il naso e la bocca. Gabriel non morì subito ma dopo una lenta agonia durata dieci minuti. Secondo Manciocchi la morte di Gabriel poteva essere evitata se fosse dato l’allarme in tempo. In più sarebbe avvenuta tra le ore 13 e le 16 e questa ricostruzione oraria è stata contestata dalla difesa di Feroleto. Il suo difensore, l’avvocato Luigi D’Anna, nel durissimo botta e risposta con il perito della Procura, ha detto che il 50enne ha un alibi: alle 15.15 di quel giorno si trovava già presso la sua abitazione di Villa Santa Lucia che, vista la distanza da Piedimonte e in considerazione dell’auto su cui si trovava, una Fiat Punto, non avrebbe potuto raggiungere in un lasso di tempo di cinque-sei minuti.

Una freccia che la difesa è pronta a scoccare è un’altra: alle 15.40 una donna residente nella zona, in località Ruscito, aveva messo a verbale di non aver visto “nulla di anomalo” nel luogo del delitto. Questa super testimone fa parte dell’elenco dei venti testimoni citati dalla difesa di Nicola Feroleto. E poi l’ecchimosi rinvenuta sulla testa del bambino. L’avvocato D’Anna ha chiamato in causa Donatella Di Bona: l’avrebbe causata con la nocca di una mano mentre con l’altra soffocava il bambino. Impassibile è apparso comunque Feroleto, senza un minimo cenno di cedimento, alla vista delle immagini dell’autopsia mentre cercavano il suo sguardo la nonna della vittima, Rocca “Antonia” Di Branco e gli zii materni, Pio Francesco e Luciano Di Bona, che si erano costituiti pare civile a maggio attraverso gli avvocati Alberto Scerbo e Giancarlo Corsetti. Nel corso di questa seconda udienza è stato sentito anche il medico legale dell’Asl di Frosinone, Giuseppe Tronchi. che alle 17.30 del 17 aprile di un anno fa accertò il decesso del bambino. Ha dichiarato che il bambino non presentò alcun graffio sul volto, ricostruzione un pò diversa da quella del consulente di fiducia dei Pm.

Agli atti del processo è stata ammessa, inoltre, la perizia della tossicologa Chiara David: sono state trovate tracce di droga e di alcool nelle urine e nel sangue della vittima e dei suoi genitori. Il processo proseguirà il 10 luglio con l’audizione dell’agronoma forense Eva Sacchi,di quattro Carabinieri dei Riis e di due infermieri del 118 che prestarono i primi soccorsi all’agonizzante Gabriel. Due ore e mezzo il 21 maggio era durata la prima parte della perizia psichiatrica cui è stata sottoposta presso la sala avvocati del carcere romano di Rebibbia Donatella Di Bona,la ragazza di 28 anni di Piedimonte San Germano,accusata di aver materialmente soffocato e strangolato Gabriel. La donna ha chiesto ed ottenuto, attraverso i suoi legali, gli avvocati Chiara Cucchi e Lorenzo Prospero, di essere processata con il rito abbreviato condizionato allo svolgimento di una perizia psichiatrica per dimostrare che al momento del soffocamento del piccolo non fosse capace di intendere e di volere.

E così che il consulente nominato dal Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce, il professor Gabriele Mandarelli, ha iniziato le operazioni peritali che,in considerazione della loro complessità, sono proseguite e concluse negli ultimi giorni. Vi hanno partecipato anche altri consulenti: si tratta del professor Stefano Ferracuti, nominato dai sostituti procuratori Valentina Maisto e Roberto Nomi Bulgarini, e del dottor Federico Trobia indicato dal collegio difensivo della donna che attende ora di conoscere il contenuto della perizia disposta dal Gip del Tribunale di Cassino.