Politica

Coronavirus, al via 300mila test per indagine sierologica nella Regione Lazio

ROMA – Sono 300mila i test sierologici che saranno avviati da lunedì prossimo nella Regione Lazio, ben 10mila al giorno. “Una nuova fase nello sviluppo delle strategie di contrasto al Coronavirus con una indagine attraverso i test sierologici che servirà per aprire una stagione in sicurezza”: così l’ha definita il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, nel corso di una videoconferenza dall’Istituto Spallanzani spiegando le modalità di avvio di 300mila test sierologici nel Lazio. Alla conferenza erano presenti anche l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato e il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito.Questi test sierologici porteranno ad una mappatura importante – ha spiegato Zingaretti – facilitando anche l’individuazione di eventuali contagi nel più breve tempo possibile potendo così intervenire con più rapidità”.

Oltre all’indagine con i test sierologici, “sarà obbligatorio il vaccino antinfluenzale per i cittadini over 65 – ha ricordato Zingaretti – una scelta sempre per garantire il contrasto al virus e all’insegna della sicurezza per i cittadini più a rischio”.

10MILA TEST AL GIORNO – Questo test è rivolto innanzitutto ai soggetti maggiormente esposti nella battaglia contro il coronavirus. Oggi sono 100 giorni da quando questa battaglia è iniziata” ha detto l’assessore D’Amato, parlando dei dettagli della maxi indagine di sieroprevalenza. “Partiremo lunedì e l’attività durerà almeno 30 giorni. Noi abbiamo una capacità produttiva dei nostri laboratori nel processare i test sierologici di 10mila unità al giorno. E contiamo già intorno al 25 di questo mese di avere i primi risultati”, ha evidenziato D’Amato.

Un secondo step partirà invece una settimana dopo “e riguarderà i laboratori autorizzati, sono 172 a livello regionale, con la stessa tecnica del prelievo venoso”, ha aggiunto. Il cittadino potrà accedervi “con la prescrizione del medico curante. Ci si potrà recare in questi laboratori e ci sarà l’esecuzione del test”. Verrà fatto il test sierologico “che sarà in prevalenza venoso, ma in particolari circostanze come gli istituti penitenziari avverrà con modalità di prelievo capillare – ha proseguito l’assessore – In caso di positività il soggetto verrà sottoposto immediatamente a tampone nasofaringeo. Se l’esito del tampone è negativo, vorrà dire che il contatto con il virus è avvenuto in passato. In caso sia positivo, il soggetto va posto in isolamento dal medico curante”.

SANITARI E FORZE DELL’ORDINE – D’Amato ha spiegato che “questo test di sieroprevalenza è rivolto innanzitutto a sanitari e forze dell’ordine. Riguarderà tutti gli operatori sanitari – medici di medicina generale, pediatri, specialisti, farmacisti e anche gli operatori di tutte le strutture private accreditate al Servizio sanitario regionale – e coinvolgerà anche chi si occupa della pulizia, di fornire servizi anche esternalizzati, gli Oss (Operatori sociosanitari), così come gli operatori delle Rsa, che sono state uno degli elementi maggiormente significativi a livello nazionale” nell’epidemia di Covid-19. “Questa platea è di circa 100mila operatori. Poi il test riguarderà le forze dell’ordine, una platea di oltre 60mila operatori“.

LA PROCEDURA – L’assessore ha riferito le modalità con cui si procederà, a partire da lunedì, giorno in cui si comincerà “con gli operatori della Guardia di finanza”. “Vi è un’adesione individuale e volontaria e un consenso informato che verrà sottoposto ai diretti interessati, e ci sarà un tracciamento e raccolta di dati attraverso il codice fiscale. Il coordinamento scientifico è a cura dell’Istituto Spallanzani di Roma e del Seresmi”, Servizio regionale per l’epidemiologia, sorveglianza e controllo delle malattie infettive.

Per la realizzazione degli esami, “ci saranno delle nostre squadre che sottoporranno sia al test di sieroprevalenza e, in caso di positività, immediatamente al tampone. I flussi dei referti arriveranno nella gestione del sistema sanitario regionale e verranno usati allo Spallanzani, che sarà garante di tutte le procedure. Nei casi di positività verranno date notizie sia ai Sispe, servizi di igiene e prevenzione delle nostre Asl, poiché la notifica è obbligatoria in caso di infezioni in corso, e anche al medico di medicina generale tramite la piattaforma LazioDoctor Covid, perché il medico di medicina generale deve essere a conoscenza se il suo assistito è in una fase di circolazione del virus”.

“Cosa ci aspettiamo da questa indagine? Pensiamo che si confermerà il tasso di circolazione” del coronavirus Sars-CoV-2 “basso in regione e contiamo di stare intorno al 3%, se quanto abbiamo visto finora sarà confermato da questo test. Ci attendiamo anche un 1% di soggetti asintomatici” ha spiegato D’Amato.

L’aspettativa dell’assessore è quella di riuscire a intercettare una fetta di asintomatici, “e su questi la somministrazione del test molecolare ci consentirà di anticipare e cogliere in maniera prematura l’attività virale in corso. Questo test avrà dunque una doppia connotazione: da un lato una grande indagine epidemiologica per verificare la circolazione del virus, dall’altro anche un’attività di individuazione precoce di soggetti asintomatici che stanno sviluppando il virus”. E’ “una metodologia che abbiamo sperimentato in alcuni focolai e in ambienti ospedalieri”, ha spiegato. Con i numeri programmati “ci aspettiamo un dato di qualità”.

Comunque, ha puntualizzato, “questa indagine non attribuisce nessuna patente di immunità, ma può consentire con l’individuazione degli anticorpi IgG e IgM la rilevazione dell’incontro” con il coronavirus Sars-CoV-2 e per coloro che avranno dei target di alert “la successiva esigenza di effettuare il test molecolare”. “Va dunque sempre prestata la massima attenzione – ha sottolineato l’assessore – nell’uso dei dispositivi di protezione individuale e anche la stretta osservanza delle misure di prevenzione per Sars-CoV-2”.

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