Truffe all’Ospedale “Fucito” in provincia di Salerno, tra gli indagati anche Maurizio Costa

Cronaca Formia

FORMIA – E’ arrivata anche a Formia la delicatissima inchiesta – ancora nella fase embrionale – della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore che avrebbe smascherato una serie di favoritismi al’interno dell’ospedale e clinica universitaria “Gaetano Fucito” di Mercato San Severino, in provincia di Salerno. Tra i quattro indagati a piede libero c’è un volto noto della sanità privata della provincia di Latina e del mondo politico formiano. Maurizio Costa, 65 anni, amministratore della clinica privata “Casa del Sole-Tommaso Costa” di Formia, è indagato per falso nell’ambito di un’inchiesta che, coordinata dal sostituto procuratore Anna Chiara Fasano, è culminata con l’emissione di due ordinanze di custodia cautelare ai “domiciliari” emesse dal Gip del Tribunale di Nocera Inferiore Gustavo Danise.

Sono state notificate dai Nas dei Carabinieri del Comando provinciale di Salerno nei confronti del professor Francesco Antonio Salzano, di 64 anni, docente ordinario di Otorinolaringoiatria presso il dipartimento di medicina dell’Università di Salerno e primario del relativo reparto all’ospedale “Gaetano Fucito” di Mercato San Severino, e di Francesca D’Angelo, di 58 anni, di Castel San Giorgio, caposala in servizio nello stesso reparto di otorinolaringoiatria di cui il Salzano era il primario.

Le ipotesi accusatorie dei Nas dei Carabinieri sono davvero gravi se venisse confermate a livello processuale: i due arrestati, nel frattempo sospesi in via cautelativa dall’Asl di Salerno, avrebbero allestito un sistema di favoritismi nella gestione delle visite e degli interventi chirurgici ai pazienti, utilizzando la divisione ospedaliera in cui operavano “quasi come una clinica privata”. La posizione processuale del professor Salzano  è la più grave ed è legata seppur indirettamente a Costa – secondo la versione della Procura – che naturalmente ha preso nettamente le distanze da quanto asserito dal Gip Danise, pronto a chiarire tutto dopo averlo fatto davanti i Carabinieri dei Nas di Latina che l’avevano interrogato durante le indagini. Il professor Salzano, nome molto noto nell’ambiente universitario italiano, essendo stato, tra l’altro docente all’Università di Palermo, a quella del Molise e dal 2011 a Salerno, e membro della società italiana di Rinologia, è finito ai domiciliari per essersi impossessato più volte di un fibrolaringoscopio acquistato dall’Università di Salerno sia per fare lezione agli specializzandi in otorinolaringoiatria sia per visite ai pazienti in cura presso l’ospedale di Mercato San Severino. L’otorino napoletano, secondo l’accusa,  avrebbe portato con sé fuori dall’ospedale il fibrolaringoscopio per far sì delle visite, ma private o in Alpi (attività libero professionale intramuraria), non solo avendone un ingiusto profitto.

Questa vicenda ha registrato una svolta perché a collaborare con gli inquirenti sono stati, nel corso del tempo, alcuni collaboratori dell’accademico parlando di disservizi al reparto del “Fucito”, con visite mediche a pazienti rinviate per l’assenza dell’indispensabile apparecchiatura. Un dirigente medico in servizio nel reparto sanseverinese ai carabinieri dei Nas che lo interrogavano ha affermato che il professor Salzano aveva detto loro che quello strumento indispensabile per alcune visite era un “bene di sua proprietà”. Un altro collega del dirigente interrogato ha riferito ai militari dell’Arma di non conoscere il motivo dell’assenza del fibroendoscopio, ma la sua indisponibilità era legata all’assenza del professor Salzano. Ad un altro sanitario, il docente avrebbe detto che l’apparecchio serviva a scopo didattico. Gli stessi Carabinieri hanno sentito anche cinque specializzandi in otorinolaringoiatria. Uno di questi ha messo a verbale che aveva dovuto rinviare fibrolaringoscopie perché non era presente il docente e quindi non c’era neanche l’indispensabile strumentazione. Un altro specializzando ammise: “So che l’endoscopio lo porta il professor Salzano per cui quando lui è assente tale esame non si può fare”. E un altro ancora: “Nel corso dell’attività ambulatoriale abbiamo dovuto mandare via i pazienti prenotati per l’esame di fibrolaringoscopia perché l’endoscopio non era presente in ambulatorio… so che l’endoscopio lo custodisce il professore Salzano, per cui quando lui è assente tale esame non si può fare”.

Ulteriori ipotesi d’accusa riguardano le false attestazioni per il triennio 2017- 2019 necessarie al rilascio dell’esercizio in “Alpi”. Il professor Salzano – sempre quanto ha scritto il Gip Danise – avrebbe attestato all’Azienda ospedaliera universitaria di Salerno di eseguire le prestazioni in attività libera professionale intramuraria presso il suo studio privato, mentre, in realtà, le svolgeva in cliniche private convenzionate col Sistema sanitario nazionale. Altra ipotesi investigativa è il presunto peculato legato alle visite mediche sempre in Alpi: il docente avrebbe intascato i soldi pagati dai pazienti senza versare la quota parte all’Azienda ospedaliera universitaria. Visite che venivano effettuate anche presso cliniche e studi privati, grazie a contatti diretti con il docente o suoi collaboratori o attraverso i centralini telefonici delle strutture sanitarie, evitando così la prenotazione presso il Cup, con vantaggio economico per sé e il danno per l’Azienda “Ruggi”.

A questo punto della vicenda entrerebbe in scena l’imprenditore Maurizio Costa. L’amministratore della clinica polispecialistica “Casa del Sole- Tommaso Costa”, interrogato dei Nas di Latina circa le prestazioni eseguite dal professore Salzano nella clinica di via Giuseppe Paone, aveva dichiarato che tra la struttura sanitaria e il docente universitario non c’era mai stata alcun rapporto di lavoro o collaborazione. Costa in una breve dichiarazione ha detto di non “sapere e di non aver ricevuto nulla. Il professor Salzano visitava in uno studio fuori la clinica da circa 15 anni.” Insomma il dottor Costa è pronto a dimostrare che in questa brutta storia non c’entra assolutamente nulla e di averlo già detto ai Carabinieri dei Nas quando l’hanno sentito a verbale durante le indagini preliminari. Ma – a quanto pare – il Pm Anna Chiara Fasano non gli ha creduto al punto da indagare Costa per favoreggiamento nei confronti del professor Salzano unitamente ad altre tre persone. Si tratta di uno specializzando in otorinolaringoiatria di 34 anni di  Roma e di due addette delle pulizie, residenti a Calvanico e Baronissi, in provincia di Salerno,di 47 e 50 anni, in servizio presso lo stesso ospedale “Fucito”: sono entrambe accusate di furto per aver rubato medicinali dal reparto di otorinolaringoiatria.

Il ruolo della caposala Francesca D’Angelo. In stretto collegamento – ha scritto il Gip Danise nella sua ordinanza – con il primario avrebbe gestito l’accesso per le prenotazioni dei pazienti da sottoporre ad intervento chirurgico senza tener conto della lista d’attesa stilata dal Cup dello stesso ospedale. Come? Inserendo loro conoscenti in via prioritaria. La stessa coordinatrice infermieristica, inoltre, è indagata perché potendo gestire l’accesso delle visite dei pazienti nell’ambulatorio, avrebbe invitato alcuni di loro a farsi visitare prima della data indicata dal centro unico di prenotazione.

Maurizio Costa, non avendo ricevuto – come ha asserito – alcuna informazione di garanzia, non ha  nominato alcun legale difensore di fiducia. Il professor Salzano, in attesa di comparire per l’interrogatorio di garanzia davanti il Gip di Nocera Inferiore, ha dato incarico  al professore universitario Alfonso Furgiuele e l’avvocato Giuseppe Vitiello di seguire la sua difesa: “I fatti sono tutti da verificare sia dal punto di vista della veridicità sia sotto il profilo dell’antigiuridicità degli stessi – hanno commentato i due penalisti campano –  La vicenda sembra un po’ enfatizzata rispetto ai grossi scandali che hanno colpito la sanità italiana negli ultimi anni”.