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Sanità, mancata stabilizzazione di mille infermieri dall’Asl Latina: è polemica

LATINA – Il capogruppo consiliare della lista “Formia Vinci”, Antonio Capraro, ha avviato una “crociata”, politico-amministrativa ma anche personale, per chiedere la stabilizzazione di mille infermieri pontini che, dopo essere stati encomi abilmente e silenziosamente protagonisti della lotta nella lotta contro il Covid-19, sono sul piede di guerra nei confronti della Asl. Dopo anni di silenzi – e lo preannuncia Capraro che nella vita di tutti è un bravo infermiere professionale lontano dalla sua Formia, presso l’ospedale “Maggiore” di Bologna – sono pronti a farsi sentire per far valere i propri diritti, pronti ad intraprendere ogni via perseguibile.

I mille infermieri di cui fa riferimento Capraro sono coloro che hanno fatto domanda di mobilità volontaria extraregionale per la copertura di 50 posti di profilo professionale. Da ben 12 anni attendono pazientemente di poter rientrare a svolgere la propria professione nella loro terra. Le “1000 storie di vita” sono tutte mosse – scrive Capraro in una nota stampa – da un unico grande obiettivo che purtroppo ora rappresenta una chimera, ovvero “poter finalmente tornare a casa”.

Dal canto suo, l’Asl “con tutta nonchalance” assume a tempo indeterminato da un concorso di un’altra azienda, nonostante avesse indetto da tempo un concorso proprio: “Ma questa è solo l’ultima vessazione in ordine cronologico. Non si ha una data precisa dell’ultima graduatoria di concorso pubblico espletato per quanto sia datata”. L’ultimo avviso pubblico a tempo determinato è stato indetto nel 2014 e ad oggi la graduatoria è praticamente esaurita – secondo la versione del capogruppo di Formia Vinci” Coloro che sono stati assunti tramite questa graduatoria sono partiti con brevi sostituzioni di qualche settimana e sono arrivati ad ottenere fino a 36 mesi di contratto, il massimo consentito per legge. Oggi qualcuno di loro – osserva Capraro vorrebbe ancor di più e con la scusa dell’emergenza Covid-19 vorrebbe sforare questo limite per poi avanzare pretese di assunzione a tempo indeterminato senza aver vinto alcun concorso. Per Capraro si tratta di “un film già visto”.

Nel 2013 l’Asl di Latina procedeva ad assunzioni a tempo determinato di 38 infermieri per due mesi per “emergenza scabbia”: “Oggi coloro che vennero assunti inizialmente per pochi mesi ( durata, dell’ emergenza appunto) si trovano di ruolo grazie alla stabilizzazione dei contratti. Mentre l’Asl continua ad assumere attingendo da altre graduatorie o a stabilizzare personale con mille espedienti, ci sono mille persone, che hanno vinto uno o più concorsi pubblici fuori regione (poiché l’Asl di Latina non ne ha mai indetti) e che vogliono rientrare a casa tramite il bando di mobilità “che ricordiamo essere pre-concorsuale”. Oltre ad richiedere il rispetto della materia contrattuale, i mille infermieri della provincia di Latina ma in esilio apporterebbero tutte le professionalità e competenze acquisite nelle migliori aziende sanitarie italiane per poter arricchire, finalmente, anche l’ Asl Latina di queste risorse.

“Siamo stanchi di ricevere ulteriori umiliazioni dopo anni e anni di sacrifici fatti fuori Regione, lontano da casa e dai propri affetti e anche facendo sacrifici economici enormi – osserva Capraro – Richiediamo solo ciò che ci è dovuto, nulla più, ma non siamo più disposti a tollerare altro. Stiamo assistendo in questi giorni ad un ulteriore teatrino di qualche collega cui sta tirando per la giacchetta l’assessore alla Sanità e all’integrazione socio-sanitaria del Lazio Alessio D’amato e il Direttore Generale Giorgio Casati per ottenere ulteriori proroghe e stabilizzazioni contrattuali”.

Cosa potrebbe accadere ora ? Antonio Capraro si rifugia in una diplomatica cautela temporale ma arriva a rispondere esternando una legittima insofferenza: “Attenderemo ancora per qualche giorno una risposta dai vertici della Asl poi considereremo il da farsi. Il tempo di aspettare, dopo 15 anni, è finito”.

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