Coronavirus e l’esposizione mediatica del sindaco di Gaeta Cosimino Mitrano

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GAETA – I tamponi e le mascherine “brandizzate” con il logo e la dicitura della “città di Gaeta” da distribuire come i pani e i pesci dopo la pesca miracolosa in riva al lago di Galilea, i sei milioni “del Comune” a favore delle imprese, delle micro imprese e delle partite Iva “che devono ripartire” dopo questa Apocalisse di inizio terzo millennio e, ancor prima, la richiesta “accolta” dall’Asl di Latina di riattivare dopo anni di chiusura il reparto di Malattie infettive dell’Ospedale “Monsignor Di Liegro” e la decisione di blindare (apparentemente) la città.

Che il sindaco di Gaeta Cosimino Mitrano sia uno degli amministratori più bravi, capaci e lungimiranti – se non il migliore – del panorama politico della provincia di Latina (e non solo) è un fatto risaputo. Ma le drammatiche vicende legate al Coronavirus hanno dimostrato, ponendo un legittimo interrogativo, quanto la sfera amministrativa di un Comune diventato locomotore di un comprensorio abbia “invaso” (per fortuna non completamente) quella della stampa o se quest’ultima si sia lasciata usare da uno dei sindaci più dinamici e concreti che la storia politico-amministrativa di Gaeta e del Golfo ricordi.

La mascherina “brandizzata”

Le cronache di questi giorni hanno evidenziato come questo tradizionale equilibrio, che deve essere sacro come il Santo Graal, sia saltato con pochi motivi di preoccupazione. Lo hanno capito tanti colleghi sindaci di Mitrano che, di fronte all’aumentato numero di contagi provocati dal Covid 19, di deceduti, di attività economiche prossime a chiudere le proprie saracinesche e di famiglie chiuse in casa come topi in trappola, continuano a dare risposte in rigoroso e religioso silenzio – per quanto possono grazie alle reali e rispettive capacità di spesa – alle proprie comunità ma senza quella fastidiosa sovraesposizione mediatica cercata e inseguita dal sindaco Mitrano. E se sono chiamati a pronunciarsi sulle gesta mediatiche del primo cittadino gaetano lo fanno utilizzando toni e commenti negativi che, essendo privati, non sono pubblicabili.

Il sindaco di Gaeta è da sempre storicamente bravo ad interloquire grazia ad un rapporto amicale con i cronisti – non ha mai alzato la voce e minacciato ricorso alle carte bollate quando avrebbe anche potuto – ma la bufera epidemiologica in corso richiede equilibrio e cautela perché lo stato di salute dei conti del comune di Gaeta, come quelli del circondario, non è assolutamente idilliaco. Gaeta e l’intero sud-pontino sono attesi quanto prima da una stagione “tutta lacrime e sangue” ed il sindaco Mitrano, che i bilanci li sa scrivere e decifrare, lo sa. Lo sa perché prima di essere un bravo amministratore è di professione un “profetico” dirigente di un Comune (“che ci posso fare se ho doti alla Nostradamus?” ha scherzato un giorno) capace di anticipare i numerosi provvedimenti restrittivi del governo nazionale e della stessa Regione Lazio. Ma quando l’ha fatto aveva sempre accesa di fronte e 24 ore al giorno la compiacente telecamera, una situazione che qualche imbarazzo l’ha creata nella stessa Giunta, nella maggioranza di governo e nella città che solo tre anni fa gli ha rinnovato la fiducia al primo tempo con consensi tipici della Bulgaria pre-caduta del Muro.

Mitrano ha manipolato il suo rapporto con gli organi di informazione? Se sì, l’ha fatto al punto da arrivare ad un limite di cui non sono stati capaci i vertici delle nostre autorità sanitarie e di protezione civile e lo stesso il premier Giuseppe Conte. Da giorni interloquiscono con i giornalisti in video conferenza, invece “Cosimino” quelli locali li ha invitati l’altra mattina in Comune violando – forse inconsciamente – le disposizioni dello stesso Governo e del Comune di Gaeta (di lui medesimo, dunque) circa la chiusura del Palazzo municipale e l’impossibilità (sulla carta) di tanti cronisti residenti fuori Gaeta in arrivare in piazza XIX Maggio.

Il sindaco Cosmo Mitrano davanti all’Ospedale “Di Liegro” per la riapertura del reparto di Malattie infettive

Ma su, sono due particolari di poco conto… Se Conte da palazzo Chigi è stato costretto ad interloquire con i potenti d’Europa e del mondo in “video conference”, il sindaco di Gaeta ha voluto a tutti i costi il contatto personale con la stampa quando la stessa doveva rimanere a casa e ricevere semmai attraverso la rete internet – come stanno facendo da tempo il più corretto Prefetto di Latina Maria Rosa Trio o lo stesso Direttore generale dell’Asl Giorgio Casati – le indicazioni e gli annunci “rivoluzionari” di Mitrano. Uno di questi ha riguardato finanche l’uso di due droni, “regolarmente autorizzati” quando la Polizia di Stato e il Viminale li hanno vietati per queste finalità, per monitorare la presenza “senza alcuna giustificazione” di cittadini sulle spiagge cittadine, nell’area del Parco urbano di Monte Orlando e ai varchi stradali provenienti da Formia, Sperlonga ed Itri. Peccato che questi droni si siano alzati a 15 metri da terra tardivamente quando a Gaeta erano aperti diversi cantieri, pubblici e privati, contrariamente a quanto stabilito sabato 21 marzo dall’ultimo Dpcm del presidente del consiglio Conte.

Ha impiegato diversi giorni, infatti, l’associazione temporanea d’impresa aggiudicataria dell’appalto (vi partecipa l’impresa riconducibile al presidente del Gaeta Marco Crocco, marito dell’iperattiva consigliera comunale di maggioranza Gianna Conte e stretta collaboratrice nella distribuzione urbi et orbi delle mascherine anti Covid 19) per il rifacimento dei marciapiedi sul lato monte del Lungomare Caboto tra Villa delle Sirene e l’incrocio con Corso Cavour per mettere in sicurezza il proprio cantiere come prevede la norma. E invece gli operai erano tranquillamente al lavoro, a piastrellare il pavimento, e nel cielo di Gaeta non era attiva alcuna telecamera volante. Capita anche nelle migliori città.

La pubblicità dei 6 milioni per le aziende di Gaeta

E poi l’overdose mediatica del sindaco Mitrano non poteva non pubblicizzare lo stanziamento di ben sei milioni di euro con il quale il Comune, generoso, come quello di Gaeta, ha annunciato di accollarsi gli oneri d’istruttoria e soprattutto gli interessi derivanti dai prestiti che intende concedere un noto istituto di credito del basso Lazio.

Mitrano – come detto – ha avuto sempre un buon feeling con la stampa e la capacità di “silenziare” le minoranze consiliari. Due loro rappresentanti, i consiglieri Emiliano Scinicariello (“Una Nuova Stagione”) e Franco De Angelis (“Il Veliero”), hanno capito che forse era arrivato il momento che la sovraesposizione mediatica del sindaco avrebbe potuto illuminare anche la loro azione politica. Su facebook hanno censurato, soprattutto nella sostanza, le iniziative dell’amministrazione comunale a favore delle categorie imprenditoriali e delle famiglie in difficoltà a causa del Coronavirus. Di fronte alle loro perplessità e dubbi il sindaco ha esternato un ingiustificato nervosismo che la telecamera, con l’obiettivo fisso, non ha potuto eludere al punto che Mitrano, apostrofando Sciniscariello e De Angelis con apprezzamenti poco eleganti, li ha invitati ad “venire in Comune e a dare una mano. Sempre che abbiano qualche idea”.

La replica dei due rappresentanti dell’opposizione non è tardata ad arrivare e Mitrano è stato accusato, in occasione dei “suoi show quotidiani, di negare la verità dei fatti pur di assicurarsi, ancora una volta, in questo terribile momento di sofferenza e disagio generale, un gratificante plauso, la quotidiana standing ovation da parte dei “suoi fans”. Scinicariello e D’Angelis non vogliono passare come dei “pochi di buono e rivelano di aver proposto di sospendere il pagamento degli abbonamenti Soes, di intervenire in maniera decisa su Acqualatina per la riduzione delle bollette, limitando la fatturazione alla sola voce “consumo”, con la cancellazione di tutte le altre voci; di mettere a disposizione, presso qualche struttura alberghiera, alcune stanze nelle quali i marittimi, sbarcati all’estero e impossibilitati a rientrare in città, potessero osservare il prescritto periodo di quarantena, non avendo seconde case ove farlo e di offrire un concreto aiuto a tutti quei giovani che non potranno svolgere la loro attività lavorativa, pur precaria, presso ristoranti e strutture ricettive o stabilimenti balneari.

“A tutto ciò abbiamo non abbiamo ricevuto risposte, o sono state negative! Allora ci chiediamo: qual è la collaborazione che chiede il Sindaco? Forse quella di dichiarare la sua infallibilità? Di accettare, plaudenti, le sue decisioni ed evitare di segnalare sgradevoli criticità? Quella di farle da “codazzo” senza chiedere troppi confronti e chiarimenti? Ci dispiace signor Sindaco, ma Gaeta da tempo non è più un Ducato, e lei è tutt’altro che infallibile. Le piaccia o no, noi continueremo a fare i Consiglieri Comunali fino a fine mandato, con umiltà e determinazione, ma non faremo certo i paggetti o i “rider” della sua propaganda”.

Scinicariello e D’Angelis hanno chiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario (utilizzando lo strumento della video conferenza) ma con Mitrano non vogliono avere a che fare: “Gli chiediamo di avere soltanto rispetto del nostro ruolo”. Ma la risposta che si danno i due esponenti della minoranza è disarmante: “Da chi usa quei toni e quel linguaggio, che sono in sé qualificanti, cosa ci si può aspettare?” Scinicariello e D’Angelis hanno sfiorato, seppur marginalmente, un nervo politicamente scottante: perché la comunicazione di Mitrano è così iperattiva arrivando a toccare un punto (forse) di non ritorno? Ma il sindaco, dall’alta della sua capacità e bravura, sta lanciando messaggi i cui destinatari sono dirigenti di partito (Forza Italia) che dovranno decidere il suo futuro politico dopo la scadenza del doppio amministrativo tra due anni?

Il Covid 19, di certo, restituirà una Gaeta e un sud pontino diversi, più deboli e sfiancati sul piano sociale ed economico e per il loro rilancio c’è bisogno di tutti. Ma a telecamere spente. Almeno.

Saverio Forte