ITRI – Un’altra iniziativa pubblica dell’Arcivescovo di Gaeta di vicinanza alle persone contagiate dal Coronavirus sul territorio del sud pontino e in memoria dei pazienti, ben 12, che hanno perso la vita sinora a causa del Covid 19 nell’intera provincia di Latina. Se Monsignor Luigi Vari venerdì, nonostante il tempo inclemente, si era raccolto in preghiera davanti la stele che nel cimitero di Castagneto a Formia ricorda tutti i defunti, lo stesso presule della chiesa del Golfo domenica mattina, nella quinta del periodo di Quaresima, ha deciso di celebrare messa presso il Santuario della Madonna della Civita ad Itri.
![Mons. Luigi Vari](https://i0.wp.com/www.temporeale.info/wp-content/uploads/2016/06/Mons.-Luigi-Vari-foto-Enzo-Topani-300x200.jpg?resize=300%2C200&ssl=1)
Un riferimento all’emergenza sanitaria in corso Monsignor Vari non poteva non farlo commentando nell’omelia il passaggio evangelico della resurrezione di Lazzaro: “Questa pagina del Vangelo ci dice di essere vivi in questo tempo in cui sentiamo numeri, grandi , di vite che finiscono, numeri che non ci fanno nemmeno reagire per quanto sono preoccupanti. Questo passo del vangelo ci suggerisce, in questo periodo in cui siamo provati, impauriti e ansiosi, ad riscoprire una nuova catechesi sulla vita. Dobbiamo fare tutti, nessuno escluso, fare un grande sforzo, a non lasciarci imprigionare dalla notte e non decide di mettersi in cammino ‘alla cieca”. Gesù, alla notizia della malattia dell’amico Lazzaro, non si lascia prendere dall’angoscia e dal panico ma rimane protagonista, detta i tempi, decide i passi, aiuta i suoi discepoli- ha aggiunto Monsignor Vari – a non essere schiacciati di fronte a questa dolorosa notizia prima della malattia e poi della morte di Lazzaro. In questo la Madonna ci è maestra. Era viva sotto la croce, era lì a mantenere il figlio in vita con gli occhi, a tenere in vita la speranza dei discepoli dopo la morte. Gesù ci insegna che essere vivi è essere capaci di fiducia, di credere in qualcosa di nuovo e di diverso, di credere che non tutto dipende da te ma c’è un Dio in cielo che capisce, sa e si prende cura di te.. Maria nello strazio, nel dolore e nella solitudine continua a credere e ci aiuta a credere. Essere vivi significa abbandonarsi al pianto, condividere il dolore degli altri. Non bisogna – ha aggiunto l’Arcivescovo di Gaeta nella sua omelia – scoraggiarsi da nessun sepolcro, da nessuna barriera, da nessuna lapide e considerazione.”
Monsignor Vari ha lanciato un inno alla speranza: “Quante preghiere in questi giorni, in diverse lingue e luoghi e al proprio Dio. Un mondo che prega è un mondo vivo”. L’Arcivescovo di Gaeta prima della benedizione finale si è rivolto in preghiera, come segno di speranza, davanti il dipinto che raffigura la vergine nera, la compatrona della Arcidiocesi di Gaeta, e le ha affidato i tanti operatori sanitari in prima persona per sconfiggere questa pandemia, i “fratelli e sorelle ammalate”, “quelli che vanno via a volte senza una carezza ed una lacrime dei propri cari e familiari”.
Saverio Forte
VIDEO Preghiera Monsignor Luigi Vari, Arcivescovo di Gaeta
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