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Coronavirus, medico militare di Minturno in supporto all’Ospedale di Lodi

MINTURNO – All’Ospedale Maggiore di Lodi, città che è uno dei focolai del Coronavirus in Italia, è in servizio anche il personale sanitario della Marina Militare, che ha messo a disposizione proprie risorse, umane e infrastrutturali, a supporto del Sistema Sanitario Nazionale. Dallo scorso 5 marzo, nel pieno dell’epidemia, è impegnata una task force composta da due ufficiali medici, un anestesista e un gastroenterologo specializzato in medicina interna, con al seguito sei sottufficiali infermieri. Uno dei due ufficiali medici in prima linea per la lotta al Covid-19 è il dottor Riccardo Graziosetto, 49 anni, di Minturno, di stanza presso l’Infermeria Presidiaria Marittima (Mariferm) di Roma. E’ figlio dell’ex dirigente scolastico del Liceo “Leon Battista Alberti” Michele Graziosetto, oggi scrittore e poeta. La notizia è riportata sul sito della Marina Militare.

Riccardo Graziosetto

“Contribuiamo – spiega il medico militare – a quelle che sono le attività di reparto, quali il trattamento nella gestione dei pazienti, le applicazioni terapeutiche e il supporto all’attività critica, seguendo quelle che sono ormai le linee guida per il trattamento di questa patologia. Si tratta di un virus influenzale, ma molto più aggressivo. La sua virulenza colpisce in particolar modo i soggetti anziani, ma mostra un’infettività importante anche in quei soggetti in fasce di età centrali, quindi dai 40 ai 60 anni, che possono avere gravi complicanze e quindi poi necessitare di una terapia intensiva a seconda del grado di presentazione ed evoluzione della malattia”.

Una situazione che continua ad essere critica in tutta Italia ma il dottor Graziosetto si dice fiducioso su come si sta affrontando la situazione: “Alla luce delle molte terapie si guarda con cauto ottimismo al futuro. Sappiamo come aggredire la malattia sin dalle sue fasi iniziali. E quindi, conoscendo l’evoluzione, si riesce ad essere più resilienti a quelli che sono gli effetti della patologia sull’organismo. Sebbene ogni paziente presenti un quadro clinico diverso dall’altro, la standardizzazione dei trattamenti ci sta permettendo di avere effetti più efficaci nel tempo”.

Ma come ogni battaglia sanitaria, anche per questo virus la migliore cura resta sempre quella della prevenzione: “Le disposizioni impartite dalle istituzioni centrali – rimarca l’ufficiale medico – sono fondamentali e puntuali. Il rispetto delle norme igieniche e di quelle che sono le distanze da tenere, consentono di fare la differenza: evitare i contatti per evitare i contagi. Resta dunque l’invito a lavarsi spesso le mani e ridurre allo stretto necessario i contatti sociali. Semplici raccomandazioni – conclude il dottor Graziosetto – che possono realmente fare la differenza nell’arginare il virus”.

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