Gaeta / Videomapping sulla Chiesa di San Francesco, monta la polemica

Attualità Gaeta

GAETA – L’inaugurazione delle “Favole delle luci”, le tradizionali luminarie Natalizie che richiameranno già da domenica 3 novembre sino al prossimo gennaio migliaia e migliaia di turisti, è funestata da una polemica. Al comitato denominato “Gaeta Storia e bellezza” non è piaciuta per niente l’idea del comune di installare una luminaria, un videomapping, sulla facciata della chiesa trecentesca di San Francesco nel quartiere storico della città. L’Arcidiocesi ha gradito questa soluzione scenografica? La risposta potrebbe arrivare da una garbata ma severa lettera che il comitato ha inviato all’Arcivescovo di Gaeta, Monsignor Luigi Vari.

A ‘don Gigi’ viene chiesto di esprimersi sul problema della comunicazione e del messaggio che “da questi colori violenti e psichedelici viene… Ci auguriamo che possa darci ascolto se ci chiediamo se un videomapping su una Chiesa – molto identitaria per la cultura di una Città e di Gaeta Vecchia – e comunque un luogo per cui il Natale è ben altro, possa e debba diffondere nei giorni che celebrano questa festa cristiana, anche umanamente sentita, la sensazione di essere davanti all’ingresso a Las Vegas”. Insomma viene chiesto il personale intervento del presule della Chiesa del Golfo a “sostenerci nel chiedere un videomapping più adeguato al luogo e al messaggio di un Natale festoso.

Le chiediamo – si legge nella lettera aperta del comitato postata su facebook – che questa illuminazione sia invece occasione di portare messaggi sicuramente più consoni a questa amata Chiesa e alla città. Grazie don Gigi se vorrà spendere un’autorevole parola che ci aiuti tutti sulla strada della Bellezza”. La considerazione a cui arriva, concludendo, il comitato “Gaeta storia e bellezza” è ancor più severa nella scelta del comune: “Ci sono luoghi e siti e persino piccoli angoli delle città d’arte e cultura che, nella memoria e nella vita di ciascuno, rappresentano un pezzo indelebile di se stessi e nello stesso tempo un “essere” collettivo, anche religioso, persino per chi non è credente.

Ma soprattutto hanno il valore dell’eredità, della spiritualità, del riconoscersi nel riconoscerli, nel fare di quel luogo di pietra, terra e acqua sapientemente impastati una Città di Cultura. C’è storia e Storia, non si comprende quale Natale possa illuminare questa storia”.

Saverio Forte