Politica

Formia / Il sindaco Villa pronta al rimpasto di giunta

FORMIA – L’annuncio è scaturito da una riunione “tecnica”, nella tarda mattinata di sabato, dei capigruppo di maggioranza: “Sto pensando di dar vita ad un rimpasto di Giunta”. Naturalmente l’obiettivo del sindaco di Formia Paola Villa è di rilanciare l’azione amministrativa della sua coalizione ma anche di tener conto dei nuovi equilibri venutisi a creare al suo interno dove si è registrata nei giorni scorsi di una mini ‘transumanza ‘politica da una lista (“Formia città in comune”) ad un’altra (“Un’altra città”). Dell’incontro molti rappresentanti della maggioranza consiliare – vuoi anche la giornata semifestiva – erano decisamente ignari ma all’appuntamento con il sindaco si sono presentati, invece, il presidente del consiglio comunale Pasquale Di Gabriele (rappresentante di primissimo piano della lista “Formia città in comune”) e i capogruppo di “Un’altra città”, l’avvocato Christian Lombardi”, e di “Formia Vinci”, Antonio Capraro, oltre al capogabinetto del comune di Formia Armando Russo. Ma il plenum non era completo: risultava assente, per seri motivi di famiglia, Dario Colella, il medico chirurgo capogruppo della lista “Ripartiamo con voi”, formazione che dovrebbe lamentare – quando sarà formalizzato il rimpasto – la fuoriuscita del suo rappresentante più importante in Giunta, il delegato alle Opere Pubbliche Pasqualino Forte.

L’incontro di sabato, tuttavia, è stato il primo di un ciclo di “faccia a faccia” che ne prevede ora diversi altri, chiamati a definire la metodologia che dovrà caratterizzare lo svolgimento di questo primo vero “tagliando”. E i primi mugugni non sono tardati ad arrivare perché – dalle sommarie dichiarazioni informali del sindaco di Formia – non si tratterà di un rimpasto ma soltanto di un mero avvicendamento di alcuni assessori e la contestuale conferma di altri. Ma l’ostacolo, al momento, più alto da superare è stato rappresentato dall’annuncio della professoressa di scienze naturali che ha fatto calare nella stanza del palazzo municipale un gelido freddo siberiano nonostante la piacevole giornata di fine estate. “Gli assessori li nomino io” – è stata la sintesi dell’intervento del sindaco di Formia, ineccepibile sul piano formale e procedurale, non po’ meno sotto il profilo politico. Ma la politica – nel senso più tradizionale del termine – non alberga da anni nel palazzo municipale di Formia ed il sindaco, eletta da un’eterogenea formazione civica, sa di poter dettare le sue regole in maniera autonoma. Come e quando vuole. Questo compito non le riesce completamente con chi, dialetticamente e anche politicamente, sta cercando da 15 mesi di diventare un contrappeso istituzionale, il presidente del consiglio comunale Pasquale Di Gabriele che dialoga (e tanto) con pezzi di centro destra, soprattutto con la Lega, e con lo stesso Partito Democratico. L’avvocato è stato molto attento ad evitare una prima e drastica rottura e, sapendo che la trattativa è soltanto alle fasi iniziali, ha avanzato una soluzione di compromesso di questo tipo: mezza Giunta sarà nominata direttamente dal sindaco, a comporre la parte rimanente ci penseranno le liste di maggioranza che nomineranno un proprio designato nell’esecutivo. Di Gabriele se ha pensato questo, una ragione (forse) c’è: il sindaco Villa nella sua nuova squadra di governo vorrebbe confermare, pare senza titubanze, dai tre ai quattro assessori in carica. Si tratta del vice sindaco e delegata alla cultura Carmina Trillino, del responsabile all’ambiente Orlando Giovannone (in Giunta da poco di due mesi) e soprattutto del potente assessore al turismo e ai grandi eventi, Kristian Franzini, il vero ideologo della nascita dell’amministrazione civica di Formia. Se così fosse, resterebbero le briciole che non sarebbero sufficienti per soddisfare gli appetiti di tutti gli alleati. Ma il nodo cruciale riguarda la futura guida del settore Opere Pubbliche.

Tutti danno in “uscita” l’assessore Pasqualino Forte e la consigliera comunale di riferimento, Ida Brongo, pone un pesante interrogativo al resto della maggioranza e alla stessa stampa: “Ma siete convinti della veridicità di quello che si scrive?”. E poi un’altra incognita riguarda “L’altra città” che, dopo l’arrivo dalla sua lista gemella “Formia città in comune” di due consiglieri comunali – Daniele Nardella e Giovanni Costa – e di Valentina Forcina da “Ripartiamo insieme” può vantare di un gruppo consiliare molto robusto, formato da ben sette esponenti. E’ stata questa la ragione “politica” a motivare il sindaco Villa nell’annunciare il rimpasto in Giunta? Non è un caso che il capogruppo di “Un’altra città”, l’avvocato Christian Lombardi, dopo essere uscito dal comune e aver pranzato accendeva il suo pc e scriveva un comunicato stampa che era tutto un programma: “Dall’inizio dell’amministrazione Villa, ‘Un’Altra Città’ ha sempre mantenuto vivo il confronto con i gruppi consiliari e diverse sono state le idee che ci hanno visto assieme nel corso di questa avventura politica e sociale. Non possiamo che accogliere con gratitudine chi per affinità ideologiche e di metodo sceglie di perseguire i nostri propositi per Formia e i formiani indossando i colori della nostra “Maglia”. È sicuramente rilevante come l’eterogeneità politica dei tre consiglieri sia un arricchimento per il gruppo, che non ha mai perso il “vizio del confronto”.

Da ora, ‘Un’Altra Città porta con sé sicuramente l’onore di vedersi rappresentata da 7 consiglieri di maggioranza, ma contemporaneamente sente la responsabilità di dover dare agli stessi il supporto politico necessario per una rinnovata azione politica e di chiedere agli stessi una ancor più forte incisività nell’azione di governo della città. Tante, infatti, sono le sfide ed i progetti da condurre alla meta – concludeva la nota di Lombardi tante sono le azioni di risposta alla città da mettere in campo”. Un altro di motivo di scontro dal…confronto inaugurato dal sindaco di Formia potrebbe essere rappresentato dalla lista-cenerentola della sua maggioranza, “Formia Vinci”. Esprime un solo consigliere comunale, Antonio Capraro che, complice il fine settimana, è giunto appositamente da Bologna (dove lavora) per partecipare alla riunione dei capigruppo di maggioranza. Il presidente della commissione consiliare sport ricopre l’unica investitura amministrativa beneficiata all’indomani del successo elettorale di 15 mesi fa e sembra ricorrere al suo consolidato self control: “Vedremo quale tipo di modalità caratterizzerà questo rimpasto dalla sindaca Villa – ha osservato Capraro – e poi faremo anche noi le nostre valutazioni”.

Intanto di un contatto con la maggioranza consiliare al comune di Formia è stato promotore nelle scorse settimane, sino all’ultima, niente meno che l’Onorevole Gianfranco Conte, il cinque volte parlamentare di Forza Italia ed ex sottosegretario di Stato ai rapporti con il Parlamento che dal giugno 2018 siede in consiglio comunale dopo essere stato eletto quale candidato a sindaco sconfitto della lista civica che porta il suo nome “Formia Con te”. Il presidente della commissione trasparenza ha avviato, infatti, un giro d’orizzonte con una serie di consiglieri di maggioranza con i quali avrebbe voluto dar vita una sorta di gruppo di “responsabili” in consiglio. L’opera di persuasione dell’ex deputato azzurro stava per conoscere un esito positivo ma il cambio di casacca, rimasto a lungo in naftalina durante l’estate, di tre esponenti di “Formia città in comune” ha fatto saltare il banco. A Conte – come ha ammesso l’interessato – interessava avere un sostegno, una sorta di mandato consiliare per “andare a Roma e perorare alcune iniziative per la mia città che tanto mi ha dato, in termini elettorali, dal 1994 al 2013”. Conte aveva chiesto un appuntamento, infatti, con il neo ministro Pd alle infrastrutture De Micheli (“conosco Paola da tanti anni e ci siamo trovati sempre molto d’accordo”) per parlare dei problemi legati alla grande viabilità che condiziona da sempre lo sviluppo di Formia. Un contatto era stato avviato anche con il Prefetto Bruno Frattasi, l’ex commissario Prefettizio di Gaeta e Prefetto di Latina che Conte conosce da quando aveva inviato la commissione d’accesso al comune di Fondi (località d’origine del suo acerrimo avversario in Forza Italia, il Senatore ed attuale coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone) e aveva chiesto al governo Berlusconi – il Ministro degli Interni era il leghista Roberto Maroni – di sciogliere quell’amministrazione comunale “per mafia”. Frattasi è stato interpellato in qualità di nuovo responsabile (dallo scorso gennaio) dell’agenzia per i beni confiscati alla criminalità organizzata per chiedere “una mano” sull’assegnazione al comune di Formia dell’ex discoteca “Marina di Castellone” che, un tempo di proprietà dell’avvocato Cipriano Chianese (“la longa manus” del clan dei Casalesi per la gestione illecita del ciclo dei rifiuti e sperimentatore delle ecomafie), potrebbe diventare il punto di riferimento per la realizzazione di un parco archeologico.

“Quando avevo chiesto agli amici consiglieri comunali di maggioranza una sorta di investitura, nessuno più mi ha risposto” – è stata la seccata risposta di Conte. Ma aveva capito tutto il sindaco Paola Villa. Se quella manovra doveva essere un tentativo di assaltare (dall’interno) la diligenza come lo è stato Troia, attraverso il mitologico cavallo, per gli odiati Achei? La maggioranza questa volta avrebbe avuto fiuto. Le aspirazioni di Conte di diventare (un giorno) sindaco di Formia sono note e, non avendo rapporti idilliaci con le altre forze di minoranze di centro destra (Lega, Udc, Fratelli d’Italia e soprattutto l’odiato gruppo consiliare di Forza Italia di derivazione fazzoniana), ha cercato di minare la stabilità nella già precaria maggioranza Villa. Il sindaco di Formia non ha detto di no a questa forma di collaborazione interistituzionale ma quando, qualcuno dei suoi consiglieri le avrebbe prospettato di conferire a Conte un incarico “pesante” come quello di assessore ai Lavori Pubblici, il primo cittadino si è chiuso a riccio: “Vediamo..vediamo..è ancora prematuro”. Conte da par suo ha archiviato la cosa con una battuta: “Ma se io a malapena prendevo ordini dal presidente Silvio Berlusconi?”

Saverio Forte

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