Formia Servizi, gli ex assessori si oppongono alla diffida del sindaco Villa

Formia Politica

FORMIA – Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Archiviata definitivamente la pausa estiva, l’argomento amministrativo che l’ha vivacizzata dall’8 agosto, torna ad essere materia scontro, questa volta attraverso una contro diffida legale l’atto di intimazione e costituzione di messa in mora – previsti dagli articolo 1219 e 2943 del Codice Civile – con cui il sindaco Paola Villa ha chiesto la restituzione nelle casse del comune dell’importo, quattro milioni e 300 mila euro, che sarebbe stato il motivo scatenante la sentenza di fallimento avvenuta il 23 settembre di nove anni fa della Formia servizi spa, la società mista pubblico privata creata dal comune il 15 luglio 1996 per la gestione dei parcheggi a pagamento e di alcuni servizi turistico-portuali. Lo scorso giugno il curatore fallimentare, l’avvocato romano Gianmarco Navarra, aveva chiesto al comune, in qualità di ex socio di maggioranza della Formia servizi, di voler recuperare il credito per il quale fu “inadempiente rispetto agli obblighi di garanzia assunti all’epoca con la banca Biis, l’istituto di credito, del gruppo San Paolo Intesa, che concesse il mutuo alla Formia servizi) per la realizzazione del parcheggio multipiano di piazzale Aldo Moro”.

Dopo una delibera quadro dello scorso giugno la Giunta, sulla scorta di un parere pro veritate del dirigente della propria avvocatura, Domenico Di Russo, ha deciso di rivalersi con chi ebbe a che fare, sul piano procedurale ed amministrativa, con il default della Formia servizi. Tra i destinatari dell’atto di mesa in mora i componenti della vecchia giunta Forte in carica dieci anni fa (gli ex assessori Benedetto Assaiante, Raffaele Manna, Amato La Mura, Erasmo Ciccolella, Giuseppe Treglia, Aldo Zangrillo, Giovanni Carpinelli), hanno deciso di passare al contrattacco (tranne Assaiante). L’hanno fatto firmando quello che definiscono un riscontro alla messa in mora notificata loro l’8 agosto scorso. E’ una richiesta, più o meno formale, di revoca del provvedimento deliberato dalla Giunta partendo da un presupposto tecnico-amministrativo: ad emettere un parere di legittimità alla delibera numero 127 del 12 giugno 2009 è stato lo stesso dirigente dell’avvocatura interna, Domenico Di Russo, lo stesso che con parere pro veritate ha autorizzato ora la Giunta Villa a chiedere il conto agli assessori in carica nell’ultima amministrazione Forte.

La lettera inviata dai legali degli assessori Manna, La Mura, Ciccolella, Treglia, Zangrillo e Carpinelli al sindaco Villa, al segretario generale Izzi e ai dirigenti dell’avvocatura e del settore economico-finanziario, Di Russo e Rossi, si conclude, di fatto, in questo modo: “L’agire dei nostri patrocinanti nelle vicende del fallimento della Formia servizi – osservano gli avvocati Luca Scipione e Giuseppe Masiello – è stato sempre assistito legalmente dal dirigente dell’avvocatura comunale che non ha mai rappresentato e rilevato la sussistenza di un’obbligazione del comune di Formia che, quale soggetto terzo, avrebbe permesso di evitare, secondo la nota del curatore fallimentare, il fallimento con tutte le sue conseguenze”. Nello specifico gli ex componenti della Giunta di centrodestra definiscono, poi, “completamente generica e, come tale, destituita di ogni fondamento e pretestuosa, la nostra paventata condotta inadempiente” in relazione – scrivono gli ex assessori Manna, La Mura, Ciccolella, Treglia, Zangrillo e Carpinelli – all’adozione della delibera di Giunta Municipale numero 127 del 12 giugno 2009. Sul piano formale la messa in mora viene contestata su più fronti. Non competono alla Giunta , ai sensi dell’articolo 48 del testo unici sugli enti locali, competenze riguardanti sia l’adozione di atti deliberativi concernenti la contrazione di mutui, aperture di credito, l’emissione di prestiti obbligazionari, l’adozione di atti gestionali e l’attuazione degli obiettivi e dei programmi definiti con gli atti deliberativi e di indirizzo adottati dall’organo esecutivo.

In più – ricordano nella lettera gli avvocati Scipione e Masiello – l’oggetto adottato con la deliberazione numero 127 del 12 giugno di dieci anni fa “non ha costituito e non ha integrato certamente nessuna fidejussione o obbligazione in capo al comune di Formia trattandosi di un atto deliberativo di mero carattere informativo riferito al finanziamento di 4 milioni e 372 mila euro già concesso il 18 ottobre 2005 dalla Banca Biis alla società mista Formia servizi. Il carattere meramente informativo è comprovato dalla mancata acquisizione del parere di contabilità contabile e anche dalla mancata assunzione dell’impegno previsto dall’articolo 191 del testo unico degli enti locali. E poi gli ex assessori della Giunta Forte avanzano un altro interrogativo: “E’ vero o no che dopo la delibera di Giunta numero 127 del 2009 non c’è stato da parte degli altri organi comunali nessun adempimento (rectius, atto amministrativo) conseguente al mancato assolvimento da parte della Formia servizi spa all’obbligo del pagamento del mutuo, causa del fallimento dichiarato dal Tribunale di Latina il 23 settembre 2010?”. La Giunta del sindaco Paola Villa ha avviato il procedimento della messa in mora nei confronti degli ex assessori in carica dieci anni fa ma anche nei riguardi dell’ex segretario generale Pasquale Russo, dell’allora dirigente del settore economico Giuseppe Manzi e dei tre revisori dei conti sempre dell’epoca, Francesco Traversi, Lucia Macera e Dante De Filippis affermando un concetto assai grave: provocando il fallimento della Formia servizi, hanno determinato l’interruzione dell’attività d’impresa della stessa società mista con il “deprezzamento dei beni costituenti (il solo parcheggio multipiano di piazzale Aldo Moro) il patrimonio della fallita per effetto della procedura fallimentare”.

Queste invettive sono state respinte al mittente in questo modo: “L’attuale amministrazione comunale non può omettere assolutamente di considerare di aver destinato ad altro, nel corso dell’attuale gestione, i fondi accantonati in bilancio per consentire al comune di Formia di concorrere nella vendita concorsuale; ha deciso di non concorrere all’asta fallimentare per aggiudicarsi in bene in parola rinunciando completamente a porre in essere qualsiasi attività amministrativa volta a recuperare il patrimonio comunale costituito, al momento della sentenza dichiarativa dei fallimento, dall’ingente pacchetto azionario (pari al 64%) della società con indubbio danno erariale dell’amministrazione comunale”. Gli ex assessori Manna, La Mura, Ciccolella, Treglia, Zangrillo e Carpinelli, che nel frattempo hanno formalizzato una richiesta di accesso agli atti, attaccano frontalmente il sindaco Paola Villa e la sua amministrazione comunale di “aver consentito l’acquisto da parte di terzi privati (la società di costruzioni “Edificanda srl” dell’imprenditore privernate Pierantonio Palluzzi) di una parte – piano zero – del parcheggio multipiano con l’effetto di deprezzare il valore della restante struttura non aggiudicata – i due piani sotterranei e ben 109 box – con conseguente minor introito ai danni del comitato dei creditori”.

E chi fa parte? Non c’è solo la società che la realizzato l’opera, la “Multipiano del Golfo scarl” ma ”per oltre un milione di euro” anche il comune di Formia. Ma questo aspetto è passato inosservato all’attenta avvocatura comunale, all’irreprensibile Giunta municipale in carica e alla zelante professoressa Paola Villa. Capita…

Saverio Forte