Politica

Minturno / Comandante dei vigili urbani sospeso dal servizio, scoppia il caso

MINTURNO – E’ stato sospeso dal servizio per dieci giorni il comandante della polizia locale, Antonio Di Nardo, che ricopre da novembre scorso la dirigenza a comando al Comune di Minturno. La ragione riguarda un provvedimento disciplinare aperto nei suoi confronti presso il Comune di Mondragone, dove è titolare, che è stato emesso giovedì scorso.

IL PROVVEDIMENTO DISCIPLINARE. Le ragioni della sospensione si ascrivono ad alcuni provvedimenti disciplinari che Di Nardo ha preso contro gli agenti della polizia locale di Mondragone e anche in merito alle disposizioni di servizio sugli orari di servizio dei turni. Nei mesi scorsi è nata una vera e propria guerra con i sindacati, in particolare la Cgil, per difendere i diritti dei lavoratori, e ne sono nati una serie di contenziosi nei confronti del dirigente. E sembrerebbe essere proprio questa la ragione per cui il comandante Di Nardo avrebbe deciso di lasciare Mondragone dopo appena due anni di servizio per giungere nella vicina Minturno, dove è andato a sostituire l’altro comandante Mario Vento, il quale a sua volta non ha voluto proseguire il proprio servizio, sempre a comando essendo titolare a Velletri.

RISERBO DA PARTE DELL’AMMINISTRAZIONE. Da parte dell’amministrazione comunale di Minturno vige il più stretto riserbo sulla vicenda. Il sindaco Gerardo Stefanelli si è limitato a dire che “sono vicende personali che non riguardano la nostra amministrazione”. Eppure qualche problema questa situazione l’ha creato: innanzitutto, gli agenti della polizia locale di Minturno sono in fermento perché nei giorni scorsi non hanno più avuto notizie del loro comandante, assente sul posto di lavoro, senza aver ricevuto alcuna comunicazione; in più all’ultimo consiglio comunale ben sei punti all’ordine del giorno, relativi ai regolamenti della polizia locale, sono stati rinviati proprio a causa dell’assenza del comandante Di Nardo, quindi intralciando il regolare lavoro dell’assise civica chiamata a decidere.

LE CRITICHE DEL M5S. Sul caso è intervenuta anche Lara Capuano, militante del locale meetup 5 stelle, che punta il dito sulla scelta politica della giunta Stefanelli di avvalersi di un comandante che ha tali procedimenti in corso. “In un comune del sud pontino – dichiara l’esponente grillina – attualmente, c’è un dirigente in comando (quindi, titolare su un altro comune e “prestato” al comune del sud pontino) che giovedì è stato sospeso dal servizio per 10 giorni a causa di un provvedimento disciplinare aperto presso il comune in cui è titolare. Vox populi vuole che, nonostante la sospensione, questo dirigente sia comunque fisicamente spesso presente in ufficio: l’unica certezza, dato che vox populi è pur sempre vox, è che se si telefona in ufficio chiedendo di parlargli, la risposta è che non c’è, bisogna riprovare tra un’oretta, però, considerando l’orario, se non è arrivato finora è difficile che arrivi oggi, per cui è meglio provare domattina (qualcuno dirà che non sono certo tenuti a dirmi che è sospeso dal servizio, ed è ovvio, ma sarebbe corretto semplicemente rispondere che rientra in servizio tra una settimana – che sia assente per ferie, per malattia, per qualunque altro motivo non sarebbero fatti miei). Da fonti del comune di provenienza, questo provvedimento non è il primo (ce n’è stato almeno un altro di tre mesi, non è chiaro se di sospensione dal servizio o dallo stipendio) e si rischia che non sia neanche l’ultimo, poiché pare che il dirigente in questione sia particolarmente bersagliato dall’amministrazione d’origine (anche se altra vox afferma che tutto ciò sia conseguenza di suoi bersagliamenti, anche attraverso denunce e querele, nei confronti di dirigenti e dipendenti comunali). Personalmente, le vicende giuridiche mi interessano relativamente: ho imparato che una richiesta di archiviazione può, semplicemente, voler dire che il fatto non è sufficientemente supportato da evidenze, non che non sia reale, così come ho visto diversi rinvii a giudizio finiti poi nel nulla: allo stesso modo mi dicono poco i provvedimenti disciplinari, che spesso hanno nascosto e nascondono vessazioni e mobbing, per cui non sto facendo valutazioni sul dirigente in questione (il quale, peraltro, l’unica volta che ho avuto bisogno di contattarlo, ha risposto prontamente, con professionalità e con gentilezza). Quello che mi interessa, invece, sono la politica e le scelte di indirizzo politico-amministrativo di un comune: mi domando, infatti, quali valutazioni hanno spinto il comune a scegliere una persona che (forse suo malgrado e anche del tutto innocente, chissà) rischia di non poter garantire il servizio, invece di indire un concorso e/o un altro tipo di procedura di assunzione. Se fossi un consigliere di opposizione, una questione del genere la porrei, chissà se quelli di questo comune lo faranno”.

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