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Formia / Bocciati quattro debiti fuori bilancio: li dovranno pagare i dipendenti comunali

FORMIA – Le casse del Comune di Formia sono sempre più vuote e se sulla valanga di debiti fuori bilancio emersi sinora e riconosciuti dal consiglio comunale è opportuno che venga individuate le dovute responsabilità, sia nella parte apicale dell’ente che in quella politica. Al neo segretario generale Alessandro Izzi non piace per niente l’etichetta di essere uno “sceriffo” o un investigatore privato prescelto da parte di chi l’ha nominato, il sindaco Paola Villa, ma l’alto dirigente comunale non può sfuggire a questa considerazione dopo aver inviato una precisa lettera, anche in qualità di responsabile del “sistema integrato del controllo interno, della prevenzione della corruzione e per la trasparenza”, al dirigente dell’avvocatura interna Domenico Di Russo. Izzi però ha scritto a mezzo mondo (al sindaco, al capogabinetto Russo, alla Giunta, all’intero consiglio comunale, al presidente del nucleo di valutazione e, soprattutto, ai dirigenti) per lanciare un segnale “politico” sulle responsabilità, dirigenziali e amministrative, che hanno provocato tanti debiti fuori bilancio, il principale tallone d’Achille delle casse del comune di Formia.

Il segretario comunale Alessandro Izzi

L’avvocato Izzi non scrive giusto per scrivere, prende in considerazione quattro delibere approvate dal consiglio comunale lo scorso 26 ottobre perché accompagnate da altrettante sentenze passate in giudicato. Il segretario generale del comune di Formia comunica che il collegio dei revisori nel previsto parere obbligatorio richiesto per queste quattro deliberazioni ha espresso parere contrario per la parte delle spese relative “agli oneri, interessi e sanzioni”. In sintesi il ragionamento che fa il collegio dei revisori del comune è chiaro: il debito va pagato dall’ente (anche se la delibera di riconoscimento finisce dritto dritto ai magistrati della Procura regionale della Corte dei Conti) ma gli “oneri, gli interessi e le sanzioni” no. Da qui la richiesta del segretario Izzi inviata al suo “vice” e dirigente dell’avvocatura comunale Di Russo di “provvedere, senza indugio, nelle forme e nei termini di legge, al recupero forzoso di queste somme, non addebitabili legittimamente all’ente, ponendole a carico di quanti, legati da un rapporto di dipendenza lavorativa-funzionale-gestionale all’amministrazione, ne abbiano consentito l’illegittima maturazione consentendo un pari danno all’erario dell’ente”.

Il collegio dei revisori dei conti era stato chiaro invitando il comune a “procedere al recupero delle somme (diverse per ciascuna delle quattro delibere) nei confronti dei responsabili dei servizi trattandosi di interessi e di oneri aggiuntivi”. Tradotto, il danno prodotto deve essere pagato da ogni singolo dipendente comunali che lo ha prodotto. Lo “Sherlock Holmes” Alessandro Izzi ha confermato di aver scovato altri debiti bilancio che, “maturati nel corso delle precedenti amministrazioni”, arriveranno in consiglio comunale dopo aver trovato la necessaria copertura finanziaria, probabilmente dal prossimo bilancio di previsione. Quelli accertati sinora ammontano a ben 876mila euro, ai quali si aggiungo altri 800mila euro circa di spese aggiuntive (tra cui oltre 200mila euro di bollette dell’energia elettrica), per una cifra totale di un milione e 642 mila euro. Questa enorme massa passiva aveva costretto agli straordinario l’assessore al bilancio Fulvio Spertini (che si era occupato – ironia della sorte – delle casse del comune durante l’ultima amministrazione di Sandro Bartolomeo ma il rapporto di collaborazione, chissà per quali ragioni, non è stato così duraturo) che aveva dovuto svuotare alcuni capitoli di bilancio per far quadrare i conti.

Il segretario comunale Izzi esclude categoricamente di aver scritto questa lettera al dirigente dell’avvocatura per difendersi dalle severissime censure piovutegli nei giorni scorsi dalla rete per aver legittimato quella che era stata definita una truffa. “Questa lettera – ha osservato Izzi – è stata scritta la scorsa settimana primancora che qualcuno scrivesse autentiche sciocchezze per le quali risponderà in Tribunale” I fatti. Sotto la lente d’ingrandimento era finita la determinazione numero 1412 del 5 dicembre del dirigente del settore servizi sociali Italo La Rocca sulla quale è stato apposta, soltanto il 5 febbraio 2019, dunque dopo 43 giorni, l’attestazione di copertura finanziaria da parte del neo dirigente dell’omonimo settore Daniele Rossi. L’avvocato Izzi considera questa procedura “normalissima” ma è andato su tutte le furie dopo le accuse piovutegli di aver avallato “un illecito, anzi, in questo caso, una palese illegalità”. Ora ha confermato che ricorrerà alle carte bollate soprattutto dopo aver letto di indicibili accuse di natura di personale (“represso tiellaro sborone e fallito”) e di aver mascherato – come detto – “una vera e propria truffa, orami consolidata, possibile grazie alla copertura di un segretario generale che dovrebbe sovraintendere alla correttezza e alla regolarità degli atti amministrativi”.

Saverio Forte

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