GAETA – Finalmente viene detta ai cittadini la verità sul pontile petroli gestito dall’Eni in zona Porto Salvo. Nel corso di un lavoro 9 mesi fa e tuttora in corso, l’onorevole Raffaele Trano, Capogruppo in commissione finanze, ha incontrato nei giorni scorsi i vertici nazionali di Eni presso la Camera dei Deputati.
Non ritenendo esaustivo l’accesso agli atti, chiedevo un confronto presso la sede di Gaeta;
Durante il colloquio veniva mostrata l’esistenza dei manuali sulla sicurezza del pontile ma, adducendo che si trattava di copie “a rilascio controllato” si prometteva di metterle in visione presso la sede dell’autorità successivamente, per 30 giorni. L’invito a visionare i documenti è rimasto in realtà solo sulla carta perché l’autorità non vi ha mai dato seguito.
A quel punto ho preferito rivolgermi direttamente ad Eni Spa con la quale è in corso tuttora una interlocuzione e che ha visto tra l’altro un incontro con i dirigenti nazionali dell’azienda presso la Camera dei Deputati.
Pericolosità del pontile
Secondo quanto dichiarato dai rappresentanti dell’industria di idrocarburi, i lavori in corso sono dovuti al cedimento di una trave che poggiava sui “vaggioli” (piloni) ed è stata chiusa con un traliccio.
Da maggio partirà la sostituzione di tutte le travi. La prima serie tra maggio e giugno, la seconda serie tra settembre e novembre.
Saranno fatte linee antincendio nuove e verifiche sismiche in base alla direttiva Seveso 2. La classificazione sismica della zona è cambiata. Da quanto affermato dai responsabili Eni tuttavia i lavori in corso non sarebbero dovuti a problemi di staticità.
Sicurezza dello scarico.
Le operazioni di scarico avvengono solo in condizioni di vento ottimali. In qualche occasione sono state fermate.
Concessione
– La concessione è scaduta a fine 2016. Quindi per quanto riguarda il rinnovo quadriennale sono già trascorsi due anni e – La nuova scadenza si avrà solo a fine 2020.
– Il rinnovo si avvale del rapporto di sicurezza dei vigili del fuoco, in cui lo scenario peggiore è costituito dall’incendio di benzina in mare.
Osservazioni:
A questo punto coadiuvato dal mio staff ho osservato che in base ad un esposto presso la guardia di Finanza di Formia ed all’ordinanza della capitaneria di porto possono verificarsi condizioni limite non considerate e che la copertura sanitaria in caso del verificarsi di uno scenario negativo presenta lacune.
Per quanto riguarda invece il fantasmagorico tavolo tecnico in corso tra Eni, autorità portuale e comune di Gaeta per la delocalizzazione, è stato chiarito che:
– Non è mai stata fatta un’analisi tecnica sulla possibilità di delocalizzare, né uno studio. Sono state ventilate delle semplici ipotesi, una sorta di swot analysis con pro e contro.
– L’Eni afferma il permanere della rilevanza strategica dei depositi e dunque non prende in considerazione l’ipotesi di delocalizzare
– La delocalizzazione monoboa è considerata ad ogni modo molto rischiosa.
In conclusione:
Proprio ieri il presidente di Confcommercio Latina Giovanni Acampora aveva invitato consiglieri regionali e parlamentari europei a disquisire in materia di Pontile Petroli. All’incontro, a quanto è dato sapere, si sono accodati anche il sindaco di Formia ed un assessore di Gaeta. In molti si sono chiesti come mai non sia stata invitata l’unica figura istituzionale che in questo momento, stando appunto alla mole di lavoro prodotta, sta affrontando concretamente la problematica.
Foto di copertina: Lavori in corso presso il Pontile Eni di Gaeta