Sanità, Latina penultima in graduatoria, insufficienti 39 passaggi per la risonanza

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LATINA – La bocciatura della sanità in provincia di Latina è conclamata da una serie di statistiche, articoli ed accessi agli atti. Lo dicono a chiare lettere il consigliere regionale Loreto Marcelli (Vice Presidente della commissione Sanità) e il deputato Raffaele Trano (Capogruppo Commissione Finanze) che in una nota dipingono un quadro sconfortante, partendo dai flussi migratori a cui sono costretti i pazienti, passando per i Ppi, fino alla diagnostica, di cui è simbolo, purtroppo, la risonanza magnetica (presso l’ospedale Dono Svizzero di Formia), ancora non attivata dopo sei anni ed un numero corposo di documenti che rimbalzano da una amministrazione pubblica all’altra. Di seguito riportiamo integralmente il pensiero dei due portavoce.

“Come da tradizione novembre è tempo di bilanci per le amministrazioni pubbliche. Grazie al lavoro dei quotidiani “Il Sole 24Ore” ed “Italia Oggi”, abbiamo anche quest’anno un quadro dei principali indicatori della qualità della vita e del posizionamento economico delle realtà della nostra provincia. Nei giorni scorsi la provincia di Latina era stata dipinta come una provincia povera, tanto da essere destinata ad usufruire, secondo proiezioni credibili, di quote di reddito di cittadinanza nettamente superiori alle altre province laziali. Una statistica che la dice lunga su una qualità della vita non proprio eccellente (settantunesimo posto) anche se il posizionamento è migliore dello scorso anno. Ma il dato davvero preoccupante, sul quale invitiamo a riflettere, è lo stato della sanità. Nella graduatoria stilata da “Italia Oggi ” la provincia di Latina è al penultimo posto, davanti solo ad Agrigento. Da cinque anni, ormai, Nicola Zingaretti governa la Regione Lazio e contestualmente ricopre l’incarico di commissario ad acta alla sanità.

Rafaele Trano, Capogruppo commissione Finanze M5s

In tale lasso di tempo di novità nella provincia di Latina se ne sono viste molto poche a fronte, invece, di molti tagli imputati sempre alla gestione precedente (Polverini). Nella parte meridionale della provincia, alla chiusura di reparti e talvolta di interi ospedali, non ha corrisposto la realizzazione del Policlinico del Golfo od il potenziamento dei nosocomi superstiti.

Questo la dice lunga sullo stato di prostrazione di tanti malati, costretti a recarsi presso cliniche private e ospedali romani, campani o del Molise con notevole aggravio della mobilità passiva intra ed extraregionale. A cui si sommano i tanti disagi arrecati alle famiglie dei pazienti per garantire loro il dovuto conforto e la doverosa assistenza. Inoltre, secondo una ricerca pubblicata recentemente dalla Rivista “MicroMega” è piuttosto evidente lo sbilanciamento dei finanziamenti in favore della sanità privata. L’adozione del modello delle macroaree ha devastato l’offerta sanitaria nelle province periferiche, riducendo fortemente i “L.E.A.”, ed ha accentrato molte specialità nei capoluoghi, affidando la gestione dell’emergenza al volo degli elicotteri. 

L’ultima beffa si chiama “superamento” dei “Punti di Primo intervento”, sette in provincia di Latina, al centro di un assurdo balletto generato dalle disposizioni riportate nel DM 70/2015 del ministro Lorenzin, che ha raccolto la volontà dello stesso presidente Zingaretti espressa nel corso della conferenza Stato – Regioni.

Il manager di Asl latina Giorgio Casati si affanna a dire che saranno trasformati mentre in realtà, da quanto è dato sapere, saranno tuttalpiù snaturati e depotenziati riducendoli alla stregua di poliambulatori, come da prima proposta avanzata da egli ai sindaci della Conferenza Locale.

Non va meglio la diagnostica. In un recente articolo, apparso sul quotidiano “Latina Editoriale Oggi”, si stigmatizza come il centro di prenotazione (Cup) non sia stato in grado di fissare una data certa per un esame collegato tipicamente a patologie tumorali, il che è tutto dire sulla gravità della situazione.

Ma ci sono casi ancora più gravi. Ci riferiamo ad apparecchiature previste e non funzionanti come a Formia e Ventotene. Esattamente sei anni fa partiva l’iter per la progettazione, acquisto ed installazione di una risonanza magnetica all’interno dell’ospedale Dono Svizzero di Formia. La mancata messa in funzione è stata oggetto di una visita conoscitiva effettuata presso il nosocomio nel mese di giugno.

Dall’accesso agli atti, effettuato nelle scorse settimane presso la sede di Asl Latina, è risultato che dalla delibera di acquisto n. 647 firmata dall’allora direttore generale Renato Sponzilli il 21 novembre 2012 ad oggi, il fascicolo è rimbalzato per 39 volte tra Regione Lazio, Comune di Formia ed Asl Latina. Risultato? Chi ne aveva bisogno si è dovuto rivolgere al privato. È questo il modello di sanità pubblica che si vuole perseguire? Nell’ultima missiva il direttore facente funzione dell’accreditamento chiede, tra le altre documentazioni, “la dotazione organica del personale medico sanitario” che dovrà occuparsi del macchinario. Ci auguriamo che si sia già provveduto ad individuarlo per non perdere altro prezioso tempo.

Non ci sorprende il comportamento di chi, nella corsa spasmodica verso altri incarichi, lascia gli abitanti di questa provincia tra le macerie. È in buona compagnia.

Noi invece rimaniamo qui, per ridare una speranza a questo territorio che hanno condannato all’isolamento. Per questo ad ottobre siamo scesi in piazza al fianco dei nostri attivisti e faremo altrettanto a dicembre a Minturno. Nessuno deve rimanere indietro.”