Formia / Cani randagi, l’Asl vanta un credito di un milione di euro dal Comune

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FORMIA – E non bastavano i debiti fuori bilancio e le spese “maggiorate” mai pagate e onorate. Che il nuovo corso finanziario al comune di Formia sia davvero una strada in salita e irta d’insidie la conferma anche dagli… animali randagi. Ammonta a poco più di un milione di euro il credito che l’Asl di Latina vanta nei riguardi del Comune di Formia che dal 2008 al giugno scorso non avrebbe provveduto ad onorare parte delle disposizioni normative contenute dalla legge regionale numero 34 del 21 ottobre 1997 che disciplinava la lotta al fenomeno al randagismo secondo quanto mutuato dalla normativa nazionale di riferimento, la legge quadro numero 281 del 1991.

La Regione già 21 anni era stata chiara. Un ruolo devono esercitarlo i servizi sanitari delle Asl e, in periferia, i comuni. Se le aziende sanitarie locali sono deputate a gestire le prestazioni sanitarie di primo soccorso, all’installazione dei microchip e alla sterilizzazioni degli “amici a quattro zampe” in difficoltà – interventi come i progetti di costruzione e risanamento dei canili finanziati indirettamente dalla stessa Regione – i Comuni sono tenuti a mettere a disposizione dell’Asl le strutture da utilizzare come canili sanitari e a dotarsi di strutture, anche in convenzione, per accogliere i cani provenienti da canili sanitari. Insomma il comune di Formia questo onere finanziario dal 2008 sino a poche settimane non l’ha mai coperto sul piano economico demandando all’Asl di Latina di provvedere. Ma poichè i nodi vengono sempre al pettine e il servizio veterinario dell’Asl, per non incorrere negli strali della Corte dei Conti, ha chiesto in una lettera alla neonata amministrazione comunale di Formia normalizzare la sua posizione: “Mi devi rimborsare – è la sintesi della lettera dell’Asl – quanto ti abbiamo anticipato in questi dieci anni”. Il calcolo forfettario ma è comunque pesante per le casse del comune di Formia alla luce dei debiti fuori bilancio e delle spese “pazze” che il fiuto investigativo del sindaco Paola Villa e dello zelante assessore al bilancio Fulvio Spertini hanno accertato in poco meno di 40 giorni di mandato amministrativo: poco più di un milione di euro che deve essere bonificate all’Asl di Latina.

Il neo sindaco di Formia ha voluto subito chiarire che la richiesta dell’Azienda sanitaria pontina “non costituisce affatto un debito fuori bilancio” ma la situazione va sanata ed è una necessità a cui va posto rimedio subito. In quest’ottica la professoressa Villa ha convocato una riunione per il prossimo 6 agosto con i dirigenti del competente settore dell’Asl, con la Provincia di Latina e con gli altri comuni perché – ha detto – la questione è comprensoriale e, proporzionalmente sul piano economico-finanziario, riguarda gli altri comuni. Naturalmente l’amministrazione comunale di Formia deve onorare con effetto retroattivo gli impegni affrontati in questi anni dall’Asl di Latina per la degenza dei canali randagi feriti o colpiti dalle più disparate patologie alla luce di una nota chiarificatrice della stessa Regione e del contenuto di una sentenza del Consiglio di Stato che hanno avanzato questa tesi: i comuni inadempienti alle disposizioni della legge regionale numero 34/1997 devono provvedere e dal 1 luglio 2018 agire autonomamente.

Intanto divampa ancora la polemica politica sull’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio e sulle presunte responsabilità, politico-amministrative, relativamente all’esistenza dei debiti fuori bilancio – uno del 1990 e i rimanenti provocati dal 2014 al 2017 – e delle spese maggiorate. La precedente amministrazione comunale di centro sinistra, attraverso l’ex assessore e ora neo capogruppo del Pd Claudio Marciano, ha già difeso il proprio operato affermando che i “conti del comune di Formia – come sentenziato dall’ex commissario Prefettizio Maurizio Valiante – sono in regola”. Ora si è aggiunto un post, pubblicato sul suo profilo facebook, dal coordinatore del primo circolo dello stesso Partito Democratico Francesco Carta che ha ricordato la gag di Totò che mima i fuochi d’artificio col botto finale. “Ora ci siamo. A giugno 2017, a causa di una sentenza della Cassazione, il Comune di Formia ha dovuto sborsare (inaspettatamente ed in una botta sola) 500 mila euro a ristoro dell’esproprio del terreno avvenuto nel 1985 ad opera dell’ex Consorzio acquedotti Riuniti degli Aurunci per realizzarvi il serbatoio sulla collina di Sant’Antonio, struttura che oltretutto perde. Eppure l’amministrazione onerò quella sentenza senza profferire parola e -puntualizza Carta – non si trattò di un debito extrabilancio creato dalla Giunta di Sandro Bartolomeo. La gravità del fatto non e’ il bilancio in rosso (che non c’è) ma la sceneggiata annessa e connessa, messa in scena l’altra sera nel consiglio comunale di Formia”.

Saverio Forte