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Gaeta / Lanciata petizione online contro il pontile petroli dell’Eni

GAETA – Sono già tante le adesioni che ha raccolto, soprattutto on line, la petizione promossa da un gruppo di associazioni e movimenti civici operanti sul territorio del sud-pontino contro quello che viene definito “l’ennesimo abuso ai danni di un ecosistema tanto bello quanto fragile”, il pontile petroli dell’Eni di Gaeta. La concessione dell’ex Autorità portuale del Lazio è scaduta nel 2017 e la società proprietaria, la multinazionale Eni, starebbe premendo per ottenere un rinnovo decennale, per l’ingrandimento della struttura e, addirittura, per un suo spostamento davanti la spiaggia di Vindicio a Formia.

Il sindaco di Gaeta, Cosmo Mitrano, su richiesta del consigliere comunale d’opposizione Emiliano Scinicariello, ha aperto da alcuni mesi un tavolo tecnico permanente con diversi enti preposti per tentare di delocalizzare fuori il Golfo il pontile ma le associazioni, i comitati e le forze politiche che hanno dato vita ad un’assemblea (Potere al Popolo Sud Pontino, Rifondazione Comunista circolo “Enzo Simeone”, Articolo 1 Mdp.Leo circoli di Formia e Minturno, Comitato “Polveri nel porto” di Gaeta, associazione dei cittadini per la tutela dei beni comuni di Formia, Sud Pontino Social Forum, Associazione Popolare del Golfo) non si fidano. Hanno approntato una serie di iniziative, oltre alla petizione on line e cartacea e all’adesione a “Foto Action (ciascuno può postare sul proprio profilo facebook o su altri social una propria foto con lo sfondo del nostro mare identificandola con gli #noalpontile e #golfodigaetaareaprotetta), che culmineranno con una manifestazione di protesta in programma a settembre nella zona della Peschiera.

“Se le richieste dell’Eni – si legge in una nota – venissero accolte i rischi legati alla sicurezza per la presenza di un sito tanto delicato e pericoloso nei pressi di un centro abitato, l’impatto fortemente negativo sull’ambiente, sulle attività turistiche e di pesca della zona sarebbero notevolmente ampliate. E’ inaccettabile che gli interessi economici di un’azienda prevarichino il diritto della cittadinanza all’integrità del paesaggio, alla sicurezza, alla salubrità dell’aria e dell’acqua, alla legittimità di preservare le proprie attività di pesca, turismo e agricoltura. Per questa ragione, riteniamo sia giunto il tempo di far sentire la nostra voce – dicono i promotori della petizione – Come cittadini del Golfo di Gaeta chiediamo che il pontile Eni venga dismesso con conseguente riqualificazione dell’area interessata e riallocazione dei lavoratori attualmente impiegati nella struttura petrolifera o, in extrema ratio, che si preveda una delocalizzazione della struttura off shore, con una concessione che riduca l’ipoteca decennale sul futuro delle nostre zone costiere”.

Saverio Forte

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