Attualità

Due esemplari di testuggine ritrovati tra Minturno e Spigno Saturnia

SUD PONTINO – Continua in modo incessante l’attività di osservazione e ricerca da parte dell’Associazione Culturale Naturalistica Ambiente Natura e Vita. Lo scorso 18 aprile sono stati osservati, dal team di naturalisti e biologi – Matteo De Santis, Marco Del Bene, Pierluigi Di Tano, Giovanni Purificato – due esemplari che a prima vista potevano essere attribuiti alla specie Testuggine palustre europea (Emys orbicularis). Gli individui si trovavano in termoregolazione sulle sponde di aree umide, nel comprensorio dei comuni di Minturno e Spigno Saturnia, in provincia di Latina.

I siti presentano un certo grado di naturalità, sebbene nell’area circostante siano presenti rifiuti di vario tipo. Gli esemplari in questione sono stati osservati per circa due ore tramite l’ausilio di un cannocchiale, ad ingrandimento 20-60X e binocolo 10X42. Le testuggini si trovavano su alcuni lembi di canneto piegati sulla superficie dell’area umida. La distanza dell’osservazione non ha potuto permettere la distinzione del sesso tra i due individui. Sono state comunque scattate alcune foto documentative dei due esemplari.

Successivamente, con cadenza settimanale, il sito di osservazione è stato monitorato e si è potuto constatare individui di Testuggine palustre in termoregolazione sempre su lembi di canneto abbattuti sulla superficie dell’acqua e sulla vegetazione acquatica circostante.

Il ritrovamento di questa specie assume notevole importanza scientifica. Infatti, per ciò che riguarda lo stato di protezione, la Testuggine palustre è specie di interesse comunitario essendo inserita negli allegati II e IV della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE, inclusa nell’allegato II della Convenzione di Berna (1979), che ne vieta la detenzione e la vendita. Inoltre, nella lista Rossa della Fauna Italiana (Rondinini et al., 2013) è inserita come specie “a minor rischio” (LR); è protetta nel Lazio dalla Legge Regionale n.18/1988 (Tutela di alcune specie della fauna minore).

“Un ritrovamento che accende i riflettori sulla particolarità dell’area, ritenuta di forte interesse naturalistico, dunque un bene da preservare, tutelare e valorizzare”, commentano gli esperti dell’Associazione Culturale Naturalistica Ambiente Natura e Vita.

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