Minturno / Ex Lsu, la Corte d’Appello rigetta il ricorso del Comune

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MINTURNO – Il dato è carente per difetto ma ammonta a poco più di 500mila euro il nuovo impegno economico che dovrà sostenere l’amministrazione comunale di Minturno dopo alcune sentenze della sezione controversie in materia di lavoro e previdenza della Corte d’Appello sull’annosa querelle relativa alla gestione di alcuni ex lavoratori socialmente utili. La sentenza di secondo grado, se la Giunta Stefanelli dovesse rinunciare a ricorrere in Cassazione, dovrebbe sancire l’epilogo di un’aspra controversia sindacale iniziata nel 1998 quando un gruppo di 35 ex disoccupati, provenienti dal fallimento dell’ex stabilimento Blue Fish di Formia, colmò una serie di carenze nell’organico del comune, soprattutto nella gestione di prioritari servizi pubblici, soprattutto scuole e verde pubblico.

Una situazione si è protratta sino al 2011 quando la Regione revocò i finanziamenti europei che non potevano essere utilizzati per stabilizzare questi trentacinque Lsu in quanto stanziati solo per la loro formazione. La Giunta dell’epoca, guidata dal sindaco Aristide Galasso, stipulò il protocollo d’intesa con la Pisana per la loro assunzione a tempo indeterminato. Nel 2015 l’allora amministrazione comunale guidata dal sindaco Paolo Graziano “tagliò” l’utilizzo di queste maestranze per non incorrere nei fulmini della Corte dei Conti ma il provvedimento fu ribaltato da una sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Cassino.

Il commissario straordinario Bruno Strati riassunse i lavoratori ma impugnò , attraverso l’avvocato Gianfranco Galella, la sentenza di primo grado. I giudici di appello hanno accolto ora le istanze dei legali, gli avvocati Loredana D’Urso Carlo Bassoli, degli ex Lsu. Il comune deve riconoscere loro 12 mensilità e altre indennità che diventeranno un altro “buco nero” nei bilanci del palazzo di piazza Portanova.

Saverio Forte