Elezioni Provincia di Latina, vince Carlo Medici sindaco di Pontinia

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LATINA – Il suo nome è Carlo Medici e nella vita esercita due mestieri: l’ingegnere e, in politica, il sindaco del Partito Democratico di Pontinia. Ma a gioire più tutti sono i due “Claudio” della politica pontina, il rieletto Senatore Fazzone di Forza Italia e chi ha occupato uno scranno a Palazzo Madama sino al gennaio scorso per conto del Partito Democratico, l’avvocato Moscardelli. Grazie alla loro riproposizione sullo scacchiere pontino di una nuova formula del patto del Nazareno Carlo Medici è diventato il nuovo presidente dell’amministrazione provinciale di Latina. Il sindaco di Pontinia, vincendo le elezioni di secondo livello previste dalla contestatissima riforma Del Rio, succede al vice presidente facente funzioni Giovanni Bernasconi, anch’egli del Pd ma di Sezze, che, a sua volta, aveva sostituito in gennaio la dimissionaria sindaco di Cisterna Eleonora Della Penna.

Quella di Medici non è stata passeggiata di salute. Grazie all’accordo tra il Pd, Forza Italia e la lista “Idea” di Enrico Tiero, l’esponente Dem ha ottenuto il 36,57% delle preferenze dei 460 tra sindaci e consiglieri dei 31 Comuni aventi diritto al voto, dopo essere stati esclusi i rappresentanti dei comuni di Cisterna e Formia commissariati all’indomani delle dimissioni (appunto) di Eleonora Della Penna e di Sandro Bartolomeo. Chi ha sperato in un’affermazione in ricorsa è stato il primo cittadino di Latina, Damiano Coletta, che si è dovuto accontentare del 34,07% grazie ai voti “pesantissimi” di Latina Bene comune mentre soltanto terza si è piazzata, staccatissima, il sindaco di Sabaudia Giada Gervasi: 20,24% il suo score elettorale frutto dei voti dei consiglieri delle Civiche pontine. L’elezione di Carlo Medici è scaturita da un panorama politico ulteriormente frammentato dopo l’esito, il 4 marzo, delle elezioni regionali e politiche.

Il neo inquilino del palazzo di via Costa, che resterà in carica per due anni (in autunno sarà rinnovato invece il consiglio provinciale) è stato votato compattamente da Forza Italia (che non potuto indicare un proprio candidato) ma non dal suo partito d’appartenenza. Lo ha sostenuto la componente guidata dall’ex Senatore Claudio Moscardelli ma non quelle di cui sono ispiratori il rieletto consigliere regionale Enrico Forte e la sottosegretaria uscente Sesa Amici che hanno deciso di appoggiare la sfida di Damiano Coletta. Queste elezioni provinciali a due mesi dal voto politico hanno dimostrato come il centro destra pontino sia sempre più simile ad una pallina di un flipper: la Lega ha appoggiato la Gervasi mentre Fratelli d’Italia ha lasciato libertà di voto. Non lo si saprà mai ma a far pendere l’ago della bilancia a favore di Medici potrebbe essere stata proprio Fdi, la cui roccaforte, in termini di voti consiliari, è Terracina, comune di seconda fase e dunque capace di esprimere un quoziente numerico molto pesante. E se si avviasse, dopo questo voto in Provincia, un’operazione di riappacificazione che potrebbe avvicinare le posizioni di Forza Italia (dunque del senatore Claudio Fazzone) a quelle del sindaco Nicola Procaccini? I prossimi giorni saranno determinanti, a tal riguardo.

Intanto il neo presidente della Provincia, festeggiato tra gli altri dall’ex Senatore Moscardelli, dal consigliere regionale azzurro Pino Simeone, dal presidente provinciale del Pd Mauro Visari e dal coordinatore provinciale di “Idea” Enrico Tiero, ha preannunciato che svolgerà questo ruolo con la massima garanzia: “Sarò il presidente di tutti – ha detto dopo la sua proclamazione – il lavoro da fare è tanto e c’è bisogno del ruolo di tutti. Credo molto nella condivisione per dare risposte immediate alle tante emergenze sul tappeto da tempo”. La delusione per la mancata vittoria era stampata, invece, sul volto del sindaco di Latina che ha attaccato soprattutto parte del Pd e Forza Italia per aver operato – ha osservato – “la solita fusione a freddo che di politica non ha nulla”. Naturalmente a queste elezioni di secondo livello il voto di un consigliere comunale di Latina non aveva lo stesso peso di quello di Ventotene o Campodimele. Una diversità stabilita dalla Riforma dell’ex Ministro Del Rio che aveva diviso i 33 comuni pontini in sei apposite fasce demografiche: dalla più piccola in cui rientrano i municipi fino a 3 mila abitanti, alla più grande (Latina) che ingloba le città tra i 100mila e i 250mila abitanti. Una curiosità. Un consigliere comunale del capuologo pontino ha espresso un peso ponderato pari a 756, il collega di Campodimele pari a 29… Ma non sono eletti, entrambi, dai cittadini?

Saverio Forte