Castelforte / Morte di Edoardo Di Pastena, fissata l’autopsia

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CASTELFORTE – Soltanto nel pomeriggio di mercoledì si svolgerà presso l’obitorio del cimitero monumentale del Verano a Roma l’autopsia sul cadavere di Edoardo Di Pastena, il disoccupato di 50 anni di Castelforte che ha cessato di vivere il giorno di Capodanno presso il Policlinico Gemelli dopo un’agonia che, durata quasi sei, era iniziata la sera del 3 giugno scorso nei pressi del bar “Novecento” in via Alfredo Fusco a Castelforte quando fu coinvolto in una rissa scoppiata per futili motivi. A decidere lo svolgimento dell’esame medico legale è stato il giudice del Tribunale di Cassino, Donatella Perna, nel corso della terza udienza del giudizio immediato chiesto ed ottenuto con l’ipotesi di reato di lesioni aggravate dal sostituto procuratore Alfredo Mattei nei confronti dell’unico imputato, l’autotrasportatore di 42 anni di Antonio Mendico, tuttora agli arresti domiciliari.

L’autopsia, dopo il decesso di Di Pastena, era stata sollecitata proprio dal magistrato titolare delle indagini, interessato a capire, più che mai, se esista un nesso di casualità tra la rissa in cui è stato coinvolto Di Pastena e la morte sopraggiunta il 1 gennaio o se esistano eventualmente concause che hanno peggiorato, nel corso degli ultimi mesi, il quadro clinico della vittima durante la sua personale e drammatica “via crucis” presso il “Dono Svizzero” di Formia, l’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina, il “Neuromed” di Pozzilli e, infine, il Policlinico “Gemelli” di Roma dove è morto per un vastissimo trauma cranico. Ad eseguire l’esame sarà, per conto del Tribunale di Cassino, il professore universitario Vittorio Fineschi ma sia la difesa, attraverso gli avvocati Alfredo D’Onofrio e Pasqualino Santamaria, che la parte civile, assistita dall’avvocato Antonio Giuliano Russo, hanno innanzitutto condiviso l’istanza della Procura per fare “definitivamente chiarezza” e, con l’occasione, hanno preannunciato la nomina dei rispettivi periti di parte che per la difesa sarà il dottor Filippo Marini di Pontecorvo.

Eduardo Di Pastena

Intanto il processo, che sino all’esito dell’esame autoptico proseguirà il 12 febbraio con la sola ipotesi di reato di lesioni gravi per Mendico, è entrato nel vivo con l’audizione di tre testi citati dalla Procura che parteciparono e assistettero ad un’altra rissa, quella che, scoppiata ora prima nello stesso locale di Castelforte tra un 36enne e il fratello minore di Antonio Mendico, Pierluigi, di 25 anni, avrebbe provocato poi il presunto scontro tra Di Pastena e l’indagato. Ma le versioni rese in Tribunale dai testimoni si sono rivelate assai discordanti l’una dall’altra. Il 36enne, cugino della vittima, ha confermato quanto ha reso a verbale ai Carabinieri e, cioè, di aver avuto un alterco con Mendico junior perché, dopo avergli richiesto una consumazione, lo ha accusato di aver preteso un saluto alla presenza di altre persone. Di contenuto opposto la dichiarazione resa in Tribunale da un altro cliente del bar “Novecento”, Giulio Vezza, che ha sostenuto come Pierluigi Mendico, sopraggiunto nel locale, si sia reso disponibile ad offrire da bere agli amici presenti ma non al 36enne per la semplice considerazione di averlo visto parzialmente ubriaco.

Quello che si sarebbe verificato più tardi è noto, o quasi. Pierluigi Mendico andò via da quel bar per tornare a casa quando incontrò nella vicina Santi Cosma e Damiano il fratello maggiore Antonio che, insieme alla sua rispettiva famiglia, stava facendo altrettanto ma nella direzione opposta: via Alfredo Fusco a Castelforte. Di Pastena quando lo vide nella sua auto pensò (forse erroneamente) che l’autotrasportatore fosse giunto davanti al bar per vendicare il fratello e, ubriaco, sarebbe andato incontro alla sua auto ancora in movimento.

Avv. Pasqualino Santamaria

Il giudizio immediato dovrà stabilire la causa della caduta a terra (“come un peso morto”) del disoccupato che sarebbe stato colpito da Mendico quando questi si trovava ancora all’interno dell’abitacolo della sua auto. L’avvocato Santamaria difende questa che è la versione ribadita durante le indagini dai Carabinieri e avvalorata dal contenuto del sistema di video sorveglianza delle attività commerciali della zona.

L’autopsia di mercoledì non servirà solo ad accertare la causa o le cause medico-legali del decesso di Di Pastena ma anche ad iniziare a fare chiarezza sull’iter autorizzativo dei continui trasferimenti, da un ospedale ad un altro, di cui è stato beneficiario Di Pastena nel tentativo, sacrosanto e legittimo, della sua famiglia di salvargli la vita. Le direzioni sanitarie delle strutture in cui è stato assistito erano a conoscenza della decisione di curarlo altrove? La stessa Procura è stata,indirettamente, informata su quanto avveniva in quattro nosocomi di due regioni quando era già in corso un processo penale per lesioni gravissime? E se per Di Pastena fosse sopraggiunto dell’altro tale da richiedere prima di Natale il quarto e urgente ricovero al Policlinico Gemelli di Roma? Tutti interrogativi sui quali l’autopsia e – come detto – il processo in corso dovranno dare immediate e urgenti risposte. Il dibattimento proseguirà – come detto – il 12 febbraio con l’audizione di due dei quattro testi della difesa, altrettanti saranno sentiti nella successiva udienza del 5 marzo quando saranno resi noti dell’esame autoptico disposto dal Tribunale di piazza Labriola.

Saverio Forte