Formia / Il riassetto del waterfront della città in un convegno alla Sala Ribaud

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FORMIA – Finita in naftalina l’ipotesi progettuale per la realizzazione del tanto atteso e reclamizzato porto turistico “Marina di Cicerone”, a Formia si torna a parlare di riassetto del waterfront della città. Il merito è di una neonata realtà associativa, “Marina Club”, che, presieduta da apprezzato ex imprenditore del settore nautico e cantieristico, Giovanni Di Russo, ha organizzato per il prossimo 14 dicembre, alle ore 17.30, presso la sala Ribaud del palazzo municipale un atteso convegno d’esordio il cui nome e tema è tutto un programma “Dal Formianum Sinus all’attuale linea di costa verso un nuovo waterfront che dia sviluppo alla città”.

Nel corso degli ultimi anni si sono succedute varie ipotesi per ridisegnare la linea di costa di Formia, ma tutte offrivano l’immagine approssimativa del “vorrei ma non posso”. Per esaminare a fondo la progettualità di questo intervento, “vanno analizzate ed approfondite le iniziative che città costiere simili a Formia hanno adottato; e a quale città possiamo accostarci se non a Genova. Genova come Formia – esordisce il presidente Di Russo – ha una striscia di terreno molto contenuta, soprattutto nel centro città è racchiusa e stretta fra i monti alle spalle ed il mare davanti.

Riusciamo ad immaginare Genova senza aeroporto, senza porto commerciale, senza quartiere fieristico, senza l’acquario, senza la zona di Porto Antico? L’assenza di tutte queste strutture l’avrebbero resa una comunità completamente morta. Risulta essere invece una città attiva e con un discreto tenore di vita. Formia invece ci appare come una città in decadenza ed ormai destinata ad una lenta e soffocante agonia. Se analizziamo in quali spazi i cittadini formiani svolgono quel minimo di vita collettiva, ci accorgiamo che sono solo in aree conquistate al mare: basti pensare alla pineta di Vindicio (ormai inadeguata e di dimensioni ristrette per l’esigenze dei formiani), Piazza del mercato (largo Paone), il piazzale del Caposele, il porto commerciale ed il suo piazzale (da qualche sindaco definito “campo di patate” e questo solo per evidenziare la lungimiranza del personaggio). Nonostante questi interventi siano stati realizzati senza una omogenea programmazione, essi – aggiunge il presidente del “Marina Club” – risultano oggi essere la parte vitale della città.

Per questo, senza più consumare territorio cittadino và progettato e realizzato con determinazione un vero waterfront che ridia fiato e vivibilità alla città”. Di Russo rimarca l’aggettivo ‘vero’ perché soluzioni come la passeggiata di Cicerone o piste ciclopedonali “realizzate su passerelle di legno sostenute da pali infisse nell’acqua” ipotizzate dalle ultime Amministrazioni, “sono veramente ridicole e fanno sorridere, soprattutto a chi sa’ di cosa è capace il mare”. Il “Marina Club” di Formia propone, invece, l’imbonimento di tre zone che sono dislocate lungo la costa formiana: la zona di mare a destra del molo di levante del porto commerciale; quella dei Cantieri Navali (largo Marina) ed il tratto di mare antistante la Pineta di Vindicio. L’imbonimento di queste tre aree – aggiunge Di Russo – farebbe “finalmente tramontare quel tormentone che ci perseguita ormai da 40 anni: il porto Turistico. Non c’è scelta più scellerata e distruttiva per la città di Formia: la città non ha bisogno di operazioni immobiliari marittime ma di beni comuni”.

Infatti questi tre imbonimenti, oltre a ridare il mare alla città, permetterebbe la creazione di tre darsene in cui realizzare approdi diportistici gestiti da operatori locali in collaborazione con il Comune; attrarrebbe insediamenti produttivi, portuali e turistico-commerciali; permetterebbe, ora si, la realizzazione di una passeggiata sicura e suggestiva che vada dalla spiaggia di Vindicio a quella della “Salute” (il tratto di mare sottostante la caserma dei Carabinieri) e non su ridicole palafitte. In pratica si otterrebbero un’insediamento della attività cantieristica su zona predisposta tale attività con pieno rispetto della salute, un cospicuo centro nautico con le tre darsene/approdi che diventerebbero ben presto base per la navigazione per le isole pontine e del Golfo di Napoli; la creazione di un quartiere fieristico che sia punto vitale, di sviluppo e di vetrina per la città; la creazione di una vera passeggiata turistica che unisca la Riviera di ponente con quella di levante con relativa sistemazione e valorizzazione delle antichità presenti sul lato ovest del percorso.

“Questi sono solo alcuni punti di questo progetto che è scaturito e maturato anche attraverso il confronto con operatori del settore, ma soprattutto girando in lungo ed in largo il Mediterraneo, ormai da anni a seguito della mia attività – conclude il presidente Di Russo – E’ evidente che questa iniziativa porterebbe a sviluppare ed ad approfondire tematiche quali la valorizzazione dei siti archeologici, lo studio delle correnti marine (ormai con tanti studi effettuati fino ad oggi, materia molto conosciuta), in un quadro di armonizzazione urbanistica in rapporto e collegamento anche sullo sviluppo della fascia collinare. Ma và evidenziato l’aspetto forse pìù importante di questa pianificazione, ovvero il beneficio che questa realizzazione porterebbe all’occupazione, problema primario per le per le famiglie formiane. Anch’io sono un nostalgico della vecchia Formia, della Formia pre-guerra, delle belle foto ed acquerelli di luoghi veramente incantevoli e suggestivi che tutti conosciamo, ma ormai è stata rovinata ripetutamente da interventi dissennati e scellerati che si sono succeduti nel corso degli anni. L’unico lustro che possiamo dare a Formia è ridisegnarla daccapo nella sua linea costiera con un intervento armonizzato e complessivo che ridia fiato, prospettiva e soprattutto lavoro alla città tutta”.

Saverio Forte