Formia / Bartolomeo, dimissioni irrevocabili: “Questa esperienza doveva finire prima o poi” (video)

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FORMIA – Sereno al punto giusto, si è commosso solo in una circostanza quando, al termine del suo lungo intervento riepilogativo di ben quattro mandati amministrativi, ha dichiarato che Formia resta, nonostante le infondate critiche di una parte dell’opposizione centrista (soprattutto dei “Centristi per Formia” e di “Generazione Formia”), una città magica e si è definito “orgoglioso e fiero” di aver servita con la massima responsabilità. Si è poi sintetizzare così la lunga conferenza stampa di commiato del dimissionario sindaco Sandro Bartolomeo che, affiancato dalla Giunta e dagli ultimi consiglieri comunali rimastigli fedeli, ha sottolineato che cesserà il suo incarico dalla serata del prossimo 17 dicembre.

L’interessato non lo dirà mai, neanche sotto tortura, ma l’ultimo incontro con i cronisti dovrebbe essere stato un ultimo adempimento prima di tornare a vivere come un cittadino normale – padre di tre figli, una della quale, in tenera età, obbligata a frequentare parchi gioco e strutture similari – dopo tanto tempo, forse troppo, trascorso all’interno delle quattro mura del palazzo municipale di Formia.

Intervista audio a Sandro Bartolomeo

“Questa esperienza si doveva, prima o poi, chiudere” si è lasciato andare il dimissionario sindaco Bartolomeo, convinto – secondo molti – di farlo autonomamente con uno scarno rigo su carta intestata piuttosto che subire l’onta della sfiducia politica in consiglio comunale o quella tecnica in uno dei tanti studi notarili della città. L’ex sindaco Bartolomeo è apparso, per certi versi, nostalgico, a volte ripetitivo quando ha sottolineato tutte quelle iniziative che, promosse sin dal primo mandato nel lontano 1993 (un’altra era glaciale), hanno evitato che Formia diventasse una “provincia di Casal di Principe”. Bartolomeo, dopo le note vicende giudiziarie legate a tangentopoli, è stato necessario per Formia, una terapia fondamentale per ripartire la città e far affermare una sorta di doveroso “Rinascimento morale e culturale” ma questa spinta si è affievolita col passare dei mandati amministrativi.

E correttamente l’ex sindaco ha ammesso i suoi errori quando ha deciso di dar vita alle liste che lo hanno sostenuto nei vari appuntamenti elettorali con superficialità e scarsa lungimiranza. Il riferimento – l’ultimo in ordine cronologico – è andato alle amministrative del 2013 quando ha promosso una civica “Ripartiamo Insieme con Bartolomeo sindaco” i cui consiglieri eletti hanno determinato una biblica fuga dalla sua maggioranza e, di conseguenza, hanno rimpinguato un’opposizione inizialmente lacerata dopo il divorzio politico tra Forza Italia e l’ex Udc. L’ex sindaco di Formia si è guardato bene di assumersi le proprie responsabilità: ha soltanto accusato di autoreferenzialità i componenti di questa lista civica che,abbandonando a turno l’ex maggioranza, hanno provocato un ribaltone nell’aria da tempo.

In sintesi chi è andato via – a differenza del gruppo consiliare di Sinistra Ecologia e Libertà, ora Sinistra Italia, che ha abbandonato la nave per una diversa piattaforma politica derivante dai nuovi scenari maturatisi a livello nazionale – l’ha fatto per mire personali e di poltrone formalizzando richieste “inverosimili” che non potevano essere accolte. Altro che. Bartolomeo si è guardato bene dal fare nomi e cognomi dei suoi ex consiglieri così come ha definito – ed è stato questo l’unico vero affondo polemico della conferenza stampa – la minoranza Centrista erede di quel partito che ha “cementato Formia e fatto crescere la città senza servizi”. Ci mancava soltanto che dalla bocca uscisse il nome dell’ex sindaco Michele Forte ma, intelligentemente, per una questione di eleganza e rispetto nei confronti di chi non c’è più si è trattenuto in tempo.

In effetti i Centristi dall’inizio del mandato sono rimasti gli unici inchiodati ai loro posti: opposizione dura e tanto pedalare in attesa del traguardo che ora è arrivato… Critiche più velate sono arrivate invece al gruppo di Forza Italia che, in maggioranza dallo scorso aprile nell’ambito di un programma di fine consiliatura per il “bene di Formia” (quanti e quali punti di quell’agenda siano stati realizzati e compiuti nessuno osa saperlo), ha rimpinguato le file della minoranze. Lo “schiaffo” di tre dei quattro consiglieri azzurri Bartolomeo non lo aveva messo in conto ma a marzo ci sono le elezioni regionali, ciascuno deve avere margine di manovra e Bartolomeo, senza polemizzare, l’ha capito e ha incassato il colpo.

All’interno di Forza Italia si è registrata una faida la cui unica vittima è rimasta il consigliere comunale più Bartolomeiano di sempre, l’ex candidato a sindaco degli azzurri…Erasmo Picano che la sua fedeltà a sinistra potrebbe essere ripagata in primavera chissà con la candidatura a sindaco per il Pd. Il tempo rimasto a disposizione a Bartolomeo sino al 17 dicembre servirà per raccogliere in alcuni scatoloni i propri oggetti personali (iniziativa già avviata) e per gestire l’ordinaria amministrazione. Bartolomeo testardamente vi ha inserito la programmazione Natalizia per il cui finanziamento la sempre più folta opposizione e (appunto) tre dei quattro consiglieri di Forza Italia – sinora in maggioranza – hanno votato contro una maxi variazione di bilancio – oltre 200mila euro – deliberata dalla Giunta.

Bartolomeo, alla noia, ha ripetuto che non si ricandiderà alle prossime amministrative. Lusingato dai complimenti dei cronisti che l’hanno etichettato come il padre nobile della sinistra formiana, è arrivato a dire che… “quasi quasi faccio come Romano Prodi: metterò una tenda vicino al Pd di Formia. Mi mobiliterò – ha concluso – per la necessaria rielezione del presidente Nicola Zingaretti alla Regione”. Ma qualcuno immagina Sandro Bartolomeo il 18 dicembre passeggiare con la sua famiglia nella villa comunale di via Vitruvio? Una candidatura alla Camera o al Senato si può mai negare dopo di 25 anni ad un protagonista di un “servizio generoso e responsabile”?

Saverio Forte

La conferenza stampa di Sandro Bartolomeo