Formia / Processioni, chiese in rivolta

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FORMIA – Volete svolgere le processioni religiose? Nulla in contrario, ma d’ora innanzi dovete pensare voi a promuovere e finanziare le misure di sicurezza e la relativa assistenza sanitaria. Un altro muro contro muro si è creato tra l’amministrazione comunale e la Chiesa formiana. Non bastavano le critiche ricevute dai parroci per la persistente gestione idrica che il Comune di Formia ha alzato un altro muro. Lo si evince da una lettera che la dirigente della Polizia Locale Rosanna Picano ha inviato ai titolari delle dieci parrocchie cittadine, i quali sono invitati ad elaborare autonomamente le proprie misure di safety per lo svolgimento delle manifestazioni religiose all’aperto, le più note processioni.

Questo monito scaturisce da un incontro che il dirigente del commissariato di Polizia di Formia, il vice-questore Paolo Di Francia, e il comandante della locale Compagnia dei Carabinieri, David Pirrera, hanno tenuto sabato scorso con i rappresentanti delle polizie locali dei comuni di Formia, Minturno, Castelforte, Santi Cosma e Damiano. Chiaro il messaggio: le misure di sicurezza e l’assistenza sanitaria imposte dal decreto “Gabrielli” le paga ora chi organizza gli eventi, comprese le processioni religiosi. I comuni possono solo offrire assistenza per la viabilità. Stop.

La comandante Picano è stata chiara nella lettera ai dieci parroci di Formia: in assenza dei richiesti requisiti di sicurezza, la processione non potrà svolgersi. Senza “se” e senza “ma”.

Saverio Forte