GAETA – Tornano nella disponibilità dell’ex presidente della Confcommercio Lazio e della Camera di Commercio di Latina, l’imprenditore di Gaeta Vincenzo Zottola, i beni personali per un valore 676mila euro sequestrati a metà luglio dal Gip del Tribunale di Roma Massimo Di Lauro su richiesta dal sostituto procuratore Laura Condemi. Il presidente del Tribunale del Riesame, Bruno Azzolini, dopo quasi una settimana, ha sciolto la riserva dopo la discussione del ricorso presentato dal legale di Zottola, l’avvocato Vincenzo Macari, e ha pertanto annullato l’ordinanza del Gip Di Lauro notificata all’epoca all’ex presidente della Camera di Commercio di Latina dagli agenti del nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma. Zottola era accusato di aver contribuito, insieme ad altri 11 indagati, a far lievitare i costi dei corsi di formazione che, autorizzati con un decreto del Ministero del Lavoro, erano destinati ai dirigenti e ai manager della stessa Confcommercio laziale e a quelli delle aziende consorziate.
Se la Procura ipotizzava una truffa aggravata per un importo di cinque milioni e 100mila euro che avrebbe avuto Zottola come regista, il Riesame ha condiviso la tesi dell’avvocato Macari che nel ricorso ha specificato come la gran parte dei contributi statali per l’organizzazione di alcuni corsi di formazione siano stati erogati nel 2010 quando Zottola è stato il massimo dirigente della Confcommercio regionale dal 20 giugno 2012 al 15 marzo 2014. Zottola in questa vicenda non ha svolto alcun incarico decisionale sulla destinazione dei fondi erogati all’importante associazione di categoria di cui ha diretto le redini anche in provincia di Latina. L’ha dimostrato affermando che la carta elettronica fosse nell’esclusiva disponibilità del diretto generale e di una dirigente. Secondo le risultanze investigative del Pm Condemi, invece, a fare la differenza sarebbero state le spese fittizie dei rendiconti finanziari presentati dalla Confcommercio regionale tali da far aumentare i costi e trarre in inganno l’ente erogatore, il Ministero del Lavoro. Con un decreto “ad hoc” creò il fondo paritetico interprofessionale nazionale “For.te.” per la formazione continua nel settore terziario.
Sarebbero state inserite attività formative svolte solo in parte o, addirittura, mai realizzate, le cui prestazioni, a volta inesistenti, – hanno accertato gli agenti della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza della capitale – sono state fatturate a favore della “Promo. Ter Roma”, un ente di formazione accreditato presso la Regione Lazio. L’inchiesta avrebbe anche accertato come alcuni finanziamenti erogati dal Ministero del Lavoro siano serviti per finanziare altre attività associative della Confcommercio laziale e anche qui – ed è un’altra ipotesi tutta da vagliare – effettuate parzialmente o, peggio ancora, mai svolte. Ma la difesa di Zottola è convinta che il procedimento penale risentirà del pronunciamento del Riesame anche perché tra le 4600 pagine del voluminoso fasciolo nessuna intercettazione ha riguardato, direttamente o indirettamente, l’ex presidente della Camera di Commercio di Latina.
Saverio Forte