Minturno Cambia si esprime per il Sì al referendum costituzionale

Minturno Politica

MINTURNO – Gli assessori Daniele Sparagna ed Elisa Venturo e i consiglieri comunali Giuseppe Pensiero, Gennaro Orlandi e Ines Conte, tutti esponenti del movimento civico “Minturno Cambia”, insieme al segretario Nicola Martone, si sono espressi in favore del Sì al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Di seguito la nota con le loro ragioni.

“Si vota per ideale e si vota per consapevolezza di quel che sarà poi – si legge nella nota – Se fosse un referendum sul governo Renzi, il nostro non sarebbe un Sì così solido. Non lo sarebbe, ad esempio, perché non si è messo mano davvero alla spesa pubblica, nonostante le premesse e promesse, e perché non ci convince affatto la recente denuncia populista dell’Europa come alibi per la nostra scarsa incisività su temi fondamentali.

Il 4 dicembre non è però un referendum su Renzi, nonostante il madornale “peccato originario” del premier nel voler personalizzare la questione. Il 4 dicembre siamo chiamati a votare sulla revisione costituzionale richiesta da Giorgio Napolitano ad inizio legislatura, come conditio sine qua non per la sua rielezione a Presidente della Repubblica.
In quell’occasione, il nostro Presidente dichiarò che «Non si può più, in nessun campo, sottrarsi al dovere della proposta, alla ricerca della soluzione praticabile, alla decisione netta e tempestiva per le riforme di cui hanno bisogno improrogabile per sopravvivere e progredire la democrazia e la società italiana».

La riforma costituzionale oggi oggetto di referendum è proprio quella “soluzione praticabile” auspicata da Napolitano. Un testo scaturito da un accordo tra le due principali forze politiche, Partito Democratico e Forza Italia; discusso dal Parlamento per oltre 700 giorni, con 3 letture per Camera e 6 approvazioni.  Al suo primo passaggio in Senato, 8 aprile 2014, nessun parlamentare votò contro la riforma. Il 21 gennaio 2016, giorno del voto finale, oltre il 60% dei parlamentari votò a favore.

Perché hanno cambiato idea tante forze politiche? Domandina facile facile, ma per noi poco interessante. Ci interessa di più chiederci perché fino a qualche mese erano quasi tutti (M5S escluso) d’accordo sulla riforma. E la risposta che più ci convince è che quasi tutti fossero consapevoli che la riforma impatterebbe positivamente su due questioni cruciali relative al funzionamento delle istituzioni democratiche italiane: il bicameralismo paritario e il rapporto tra Stato e Regioni.

Mentre le forze politiche seguono i loro tortuosi e strumentali percorsi strategici, per noi il testo non è cambiato da gennaio, e riteniamo quindi che su entrambe le questioni la riforma sia davvero utile, sebbene non sufficiente a cambiare il “funzionamento” del nostro Paese.

Via da uno dei più assurdi e ingessanti bicameralismi occidentali; via da un regionalismo incompleto e nato per produrre spesa e catene di potere di sapore medievale. Tanto ci basta… una scelta naturale, logica e in piena consonanza con i valori “futuristi” in cui ci riconosciamo.