L'ex Pastificio Paone

Formia / Ex Pastificio Paone, procedura corretta secondo il parere pro veritate

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FORMIA – Il Comune di Formia seguì una corretta procedura per la riqualificazione e riconversione in un centro commerciale dell’ex pastificio Paone. A dirlo, o meglio, a scriverlo in quattro cartelle è uno dei più insigni amministrativisti italiani, soprattutto in campo urbanistico, il professor Paolo Stella Richter. Il suo parere pro veritate fa parte ora della voluminosa documentazione del processo, denominato “Sistema Formia”, in cui sono imputati, davanti il Gup del Tribunale di Latina, diversi imprenditori, politici e funzionari del comune relativamente alla gestione di importanti appalti, incarichi e lottizzazioni edilizie.

Una di queste era la trasformazione dello storico pastificio formiano, sequestrato il 10 marzo 2012 dai Carabinieri e dal Nipaf della Forestale su ordine del Procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e dei Sostituti procuratori Giuseppe Miliano e Olimpia Monaco. Avevano indagato, a vario titolo, per abusivismo edilizio, lottizzazione abusiva, falso in atto pubblico commesso da Pubblico Ufficiale e falso ideologico quattro persone: Stefano Paone (amministratore della ditta proprietaria – la “Domenico Paone fu Erasmo Spa” – dell’ex pastificio), Agostino Di Mille (progettista e direttore dei lavori del permesso a costruire n° 182/2008), Erasmo Picano (progettista e direttore dei lavori della variante architettonica – Dia n° 6539/2011), e, soprattutto, Stefania Della Notte, la responsabile della sezione urbanistica che, difesa ora dall’avvocato Andrea Di Croce, rilasciò il permesso a costruire numero 182 del 2008. Il professor Richter definisce sì “pesante” la ristrutturazione dell’ex pastificio per la quale il decreto legge numero 133 del 12 settembre 2014, conosciuto ai più come “Sblocca Italia”, ha pesantemente circoscritto i casi di obbligatorietà del permesso a costruire, rilasciato dalla Della Notte “ solo per eccesso di zelo o forse dettato dall’opportunità di disporre di un titolo abilitativo documentale da esibire ad un istituto dui credito”. Bastava, insomma, una semplice “Scia”, altro che piano particolareggiato o di lottizzazione. Ma Stella Richter, che insegna diritto amministrativo presso la facoltà di Giurisprudenza della “Luiss Guido Carli” di Roma, rivela l’esistenza di una delibera di Giunta regionale del 25 luglio 2006 che, in variante, dichiarava autorizzabili alcuni interventi previsti dall’articolo 3 del Piano regolatore di Formia, tuttora vigente, e, tra questi, quelli “di cui alle lettere a), b) e d) dell’articolo 3 del T.U.”,.. di ristrutturazione. Si tratta di una delibera importantissima perché adottata un anno prima della domanda presentata dalla società proprietaria del pastificio Paone e due dal rilascio del permesso a costruire “quando la nuova disciplina meno restrittiva di Prg era già in vigore…”

Il professor Stella Richter va controcorrente rispetto alla posizione della Procura di Latina quando scrive che quello del pastificio Paone “resta un caso di semplice ristrutturazione leggera in quanto l’edificio (costruito originariamente un anno dopo l’unità d’Italia e, dunque, 120 anni prima dell’adozione del Prg del comune di Formia, ndr) è stato mantenuto nella sua struttura e nella sua volumetria originaria nonché nella sua originaria destinazione d’uso. Infatti la categoria funzionale era ed è rimasta quella degli “impianti industriali o ad essi assimilati” di cui alla lettera D dell’articolo 2 del D.M. n.1444/1968. In sostanza , si tratta solamente di prendere atto – continua il professor Stella Richter nel suo parere pro veritate – che l’intervento, previsto nell’ambito di un ‘lotto intercluso’, non comporta aumento di unità immobiliari, né modifiche del volume, della sagoma, dei prospetti o delle superfici, che l’immobile non è compreso in zona “A” e che infine non c’è un problema di mutamento di destinazione d’uso. Il sequestro dell’ex pastificio, che ha una volumetria che sfiora i 31mila metri, non è stato mai revocato e continua ad essere, invece. oggetto di una controversia procedurale tra la Corte di Cassazione ed il Tribunale di Latina.

Saverio Forte